lunedì 2 giugno 2014

358

358!
358 giorni fa cominciava la mirabolante avventura dell'Oncopapera guerriera.
Quell'estenuante pedalata sul monte Canchero che sembrava finita, ma della quale quale sadico ad un certo punto ha spostato in avanti il traguardo.
358 giorni, e una manciata di dettagli che non si dimenticano. Piccoli particolari del tutto privi di rilevanza che rimangono impressi a fuoco nella memoria.
La frase al telefono della Dottoressachesichiamacomeunadellesorellaste.
Il suo sguardo durante la visita.
La determinata posizione di Gemellomenosimpaticodibarbablù durante l'ecografia.
L'incrociarsi di occhi e il sorriso dell'ecografistagiovane.
Le parole "Ci vediamo su, in reparto".
La spinta nel precipizio. "Vi presento la dottoressa Benvenuta Innominata, l'oncoematologa".
Quello scorcio di ambulatorio, che oggi conosci bene tutto intero, ma che nel ricordo di quel giorno è stretto e striminzito, un angolo di 45°.
E altre immagini così, a spot, che senza soluzione di continuità si accavallano nitide come riflessi in uno specchio.
 Ziococco e Fozzyemuppet vicino alla finestra della stanza uno che cercano di spiegarti di cosa si tratta.
 Il foglio bianco sul quale di getto hai scritto le prime righe di quello che sarebbe diventato questo blog.
Il  pensiero di rabbia e rifiuto all'ingresso in camera della prima mammavolontaria.
Cose piccole.
Falistre, pulviscoli di vita che però rimangono inchiodati nella memoria come la prima volta che il tuo sguardo si tuffa in quello di tuo figlio. Come l'attimo in cui pensi "è quello giusto". Come il cuore inghiottito un millesimo di secondo prima di entrare in scena.
La cosa strana è che in nessuna di queste fotografie che il tuo cervello ha scattato in modo del tutto inconsapevole, lei non c'è. Nessuna immagine così chiara della Paperaguerriera riferita a quei primissimi attimi di follia. Forse un bravo psicologo freudiano saprebbe spiegare questa mancanza in modo molto esauriente.
Io credo, da profana, che sia soltanto un  meccanismo di difesa. Non voler vedere, non voler guardare, non voler credere. E allora il cervello non registra l'immagine. No. No no no non può essere, non può riguardare davvero la Paperina bella questa cosa orrenda che sta succedendo. Non può essere, non davvero. Prima o poi qualcuno ci sveglierà. Ci diranno che si sono sbagliati. E allora... sì, lo sguardo preoccupato della dottoressa, certe parole precise, posizioni nello spazio, figure, suoni, sapori amari e metallici di parole forestiere, tutto ma non lei. Come se non ci fosse, come se non fosse lì. Con quei suoi occhioni pieni di fiducia e vita, a sorriderti sempre. e per sempre intendo davvero sempre, anche dopo un pianto alluvione per una puntura, nel bel mezzo dello sfinimento post chemio...basta un niente e tutto il suo faccino si apre in un sorriso. E questo accade SEMPRE!
358 giorni passati a cercare di seguire il suo sorriso, buttando il cuore, ma più spesso il cervello...e tutti gli altri organi, oltre l'ostacolo e sorridere.
358...sono tanti? Sono pochi? mha...alla Paperfamily sembrano di sicuro troppi, ma quando sei in ballo balli. E con un soggettino come la Paperaguerriera balli nel vero senso della parola. Un'immagine tipica dei suoi ricoveri è questa: volontarie, maestre, mamme, infermiera (prevalentemente la new entry Panesalameunsorsodiromagna) di turno che guardano e ridono mentre la nostra spennuta sgallettata si sollazza con la danzadelderviscio. Ah, che bella immagine: la Papera che gira in tondo una, due, cento...mille volte, sempre più velocemente e ride. Eh già, peccato che sia attaccata, tramite broviak, all'asta con le pompe delle flebo, e che a quell'asta, barcollante sul punto del collasso, sia attaccata Mammapapera che l'accompagna nell'arduo tentativo di non far sfilare il famoso CVC.
Bè, complimenti, 358 giorni fa questi stessi medici che ora la guardano sorridenti non erano nemmeno del tutti sicuri che avrebbe imparato a camminare. Temevano che la compressione della massa tumorale sulle terminazioni nervose delle ultime vertebre sacrali avesse potuto causare danni permanenti. Anche per questo forse oggi se ne stanno lì a ridere invece di soccorrere la povera Mammapapera ad un passo dallo svarione.
Tante cose ha imparato in questi 358 giorni. Niente di eccezionale eh, tutte cose che nell'arco di tempo che va dai nove ai 21 mesi tutti i bimbi imparano. Solo che lei le ha imparate così, tra un ricovero e l'altro. Con la testona a boccia da bigliardo. Perdendo peso invece che aumentare. Stando in mezzo agli altri...ma da lontano (mettilapapera toglilapapera mettilapapera toglilapapera). E quast'anno è più grande, gironzola per la stanza da sola, decide a cosa giocare e cosa mangiare (tutte e due le cose insieme nell'altro must della stagione, il giocodellabulimica: la Papera davanti al frigo aperto della camera sceglie il purè, o il formaggio spalmabile, o la verdura e li mangia direttamente dal contenitore e freddi di frigo).
Nei giorni in cui è a casa adora stare al parco e viverlo finalmente in maniera autonoma (ma se qualche bambino si avvicina troppo si torna sempre al gran revival "toglilapapera mettilapapera toglilapapera mettilapapera"). Non è raro vederla arrampicare sullo scivolo da sola e fermarsi in cima, proprio nel punto in cui comincia la curva della discesa, e osservare il panorama. La Paperina bella se ne sta lì, in piedi, e si guarda bene tutt'intorno, incurante della fila di bambini di ogni età che si forma alle sue spalle. Le piace molto, e sorride. Si gode proprio quel momento in cui può dominare tutto il mondoparco con il suo sguardo. Chissà cosa pensa? Sembra così compiaciuta....
Un'idea Mammapapera se l'è fatta. E' convinta che la Papera pensi "...Guarda un po' che bello!E' tutto perfetto. Sono qui, all'aria aperta, sotto il sole, in alto...e non guardo mica giù io, tsz! figurati! Io guardo là. Avanti. Lontano. Dove si vedono le montagne e anche più in là, dove la sera corrono le nuvole e il sole va a nanein. E se in 358 giorni sono arrivata fin qui, chissà l'anno prossimo!!!"
e sorride.

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