Sei stato in montagna? Hai visto la cagna? Hai avuto paura?
Bù! Quend’ero piccola si faceva questo giochino, e se al “Bù!” la persona a cui
veniva rivolta la domanda sbatteva gli occhi voleva dire che aveva avuto paura.
Bellacana è stato in montagna, è lui la Cana, quindi non ha
avuto paura, anzi! Ha cominciato ad essere felice venerdì scorso, appena
ritirati dal nido e alloggiato in macchina ha cominciato a canticchiare “Pimmy,
oh Pimmy…” Pimmy, o per meglio dire Timmy, è una capretta dal muso nero (di
quelle tipo irlandesi) che vive e vegeta nella ridente località sull’appennino
in cui i nonni di B.C. hanno una casa. Timmy vive in un recinto con altri
simpatici quadrupedi come mucche capellone dalle lunghe corna, cavalli biondi
come Barbie, porcellini selvatici neri come il carbone e, talvolta, un paio di
lama. Per Bellacana montagna significa “Nimali” e “Pimmy”,o meglio, significava
solo questo fino a pochi giorni fa! Ora, alla luce di un soggiorno di ben dieci
giorni montagna vuol dire anche “Manjiamo in jiaddino! PacKo! Sibbolo gandi!
Ago! Nocco!”.
Ma andiamo con ordine. È molto importante dire innanzitutto
che, a dispetto della sua fisicità pandorina B.C. è un avventuriero, perciò
gite, passeggiate, nuove sfide con la natura selvaggia lo stimolano a
mirabolanti imprese al limite dei suoi due anni (ma questo è un altro post!).
qui si descrive la giornata tipo della cana montana.
Sopra i 1300 metri il bebone ronfa come un ghirone tutta la
notte, appallato nelle posizioni più assurde sgrufola nel suo lettino da
viaggio che è un piacere. Tra le otto e le nove mammacana e papàcana sentono
provenire dalla sua cameretta rumori da talpa che gratta seguiti da “Mammaaa!
Mammaaaa!!! Mammaaaaa!!!!!” in toni diversi che vanno dal neutro, al lamentoso
al cavernoso. A questi richiami mammacana deve rispondere “Bellacanaaa!” di
volta in volta nel tono corrsispondente. Finito questo siparietto B.C. esprime
i suoi desideri per la giornata “Titti!!!... Bicotto!!!...Packo!!!” desideri
che prontamente le due fatine buone e ancora mezzo addormentate che si nascondono sotto mentite spoglie di
genitori provvedono ad esaudire. Mentre ancora i due suddetti adulti cercano di
fare ordine nelle loro menti assonnate ecco arrivare un’ultima richiesta “Manjiamo
in jiaddino!!!”. E così la giornata montana di Bellacana comincia con
un’abbondante colazione (titti, bisciotti, succo, ceai) en plain aire!
A seguire il programma prevede “Packo!” e così B.. si
arrampica sul suo passegino rosso, cantando la canzone di Johanna, e papàcana,
con tanto di lingua fuori spinge quel fardellone di ormai 13kg per tutto un
simpatico percorso di su e giù (… molti più su!) che termina con una salita
micidiale al termine della quale il genitore stramazza sull’erba sull’orlo del
colpo apoplettico! Al parco Bellacana corre salta trotta galoppa su scivoli di
varie misure (dai 90 centimetri ai 2 metri d’altezza), giostre circolari in
grado di raggiungere la velocità fotonica di un neutrino e indurre una
qualsiasi persona al di sopra dei 12 anni a vomitare il pranzo di pasqua, altalene
pericolanti e ponticelli di legno traballanti. Il tutto cadendo ripetutamente e
cacciando sederate epocali in un turbinio di risate e polvere.
Dopo il parco scatta il momento “Nimali!” e via tutti e tre
ad arrampicarsi in cima al ripido pascolo in cui pasciono i già menzionati
animali. Novello Alberto Angela il nostro mini naturalista adora strappare
manciate d’erba da allongare alle bestiole attraverso le maglie della rete,
senonchè da un po’ di tempo la normale recinzione è stata sostituita da una
elettrificata. Mammacana e papàcana si scambiano uno sguardo sbigottito, nella
mente di entrambi si materializza per un nanosecondo l’immagine di una Cana
flambè con tanto di scheletrino intermittente! La soluzione è presto presa:
l’eroico papàcana solleverà il frugolo al di sopra della rete e lo terra in
braccio permettendogli si sfamare i suoi amici
a quattro zampe! Ma a B.C. piace molto dare l’erba agli ani mali,
proprio tanto, ma tanto tanto, tantissimo…. E la schiena di papàcana non è più
quella di un aitante ventenne che va in palestra tre volte la settimana…
Fortunatamente mammacana conosce il suo polletto “Bellacana,
è ora di andare, dobbiamo preparare la pappa. Oggi facciamo la pasta verde!” una
luce da epifania rivelatoria accende gli occhioni del bebone “Sìììììììììì!
Patta berde!!!”, si lancia dalle braccia del padre e comincia a correre giù per
la discesa con la una classe e uno stile che non hanno nulla da invidiare a
quelle di Jhon Travolta in Grease (non si se mi spiego!). Giunto sul ciglio
della strada Bellacana guarda il passeggino, guarda papàcana e sorridendo dice
“Cavallo papà” con una vocina tanto adorabile quanto inquietante per il povero
genitore. Papàcana guarda afflitto mammacana in cerca di un conforto o di una
scappatoia, ma lei non può fare altro che alzare le spalle e rispondere con un’espressione del viso
rassegnata. Papàcana si appresta a percorrere la via del ritorno con i famosi
13 kg direttamente sul groppone! Per tutto il tragitto la Cana canta le
canzoncine imparate all’asilo, soprattutto “La balena Pasqualina” della quale
conosce anche tutte le mosse!
A casa B.C. si scofana due piattoni di pasta al pesto e poi
chiede “Bodena?”, vuole ascoltare il suo cd dei Modena City Ramblers. La musica
parte e lui comincia ballare come un matto, gira in tondo, salta, agita le
manine sopra la testa, cade, rotola, ride… è uno spettacolo! Quando crolla a
terra in semicatalessi è pronto per la nanna. Mammacana lo raccatta e dopo una
veloce toletta lo deposita nel lettino dal quale non risorgerà per almeno
un’ora e mezzo/due.
Il pomeriggio è una sostanziale replica del mattino, merenda,
parco, animali, cena (se papàcana fa la griglia Bellacana lo aiuta a domare le
braci), nanna. Che vita grama!!!
Ps: ma, a volte, si
fanno delle gite….. in to the wild!