lunedì 2 luglio 2012

… ti sorridono i moontiiiiii!!!!


Sei stato in montagna? Hai visto la cagna? Hai avuto paura? Bù! Quend’ero piccola si faceva questo giochino, e se al “Bù!” la persona a cui veniva rivolta la domanda sbatteva gli occhi voleva dire che aveva avuto paura.
Bellacana è stato in montagna, è lui la Cana, quindi non ha avuto paura, anzi! Ha cominciato ad essere felice venerdì scorso, appena ritirati dal nido e alloggiato in macchina ha cominciato a canticchiare “Pimmy, oh Pimmy…” Pimmy, o per meglio dire Timmy, è una capretta dal muso nero (di quelle tipo irlandesi) che vive e vegeta nella ridente località sull’appennino in cui i nonni di B.C. hanno una casa. Timmy vive in un recinto con altri simpatici quadrupedi come mucche capellone dalle lunghe corna, cavalli biondi come Barbie, porcellini selvatici neri come il carbone e, talvolta, un paio di lama. Per Bellacana montagna significa “Nimali” e “Pimmy”,o meglio, significava solo questo fino a pochi giorni fa! Ora, alla luce di un soggiorno di ben dieci giorni montagna vuol dire anche “Manjiamo in jiaddino! PacKo! Sibbolo gandi! Ago! Nocco!”.
Ma andiamo con ordine. È molto importante dire innanzitutto che, a dispetto della sua fisicità pandorina B.C. è un avventuriero, perciò gite, passeggiate, nuove sfide con la natura selvaggia lo stimolano a mirabolanti imprese al limite dei suoi due anni (ma questo è un altro post!). qui si descrive la giornata tipo della cana montana.
Sopra i 1300 metri il bebone ronfa come un ghirone tutta la notte, appallato nelle posizioni più assurde sgrufola nel suo lettino da viaggio che è un piacere. Tra le otto e le nove mammacana e papàcana sentono provenire dalla sua cameretta rumori da talpa che gratta seguiti da “Mammaaa! Mammaaaa!!! Mammaaaaa!!!!!” in toni diversi che vanno dal neutro, al lamentoso al cavernoso. A questi richiami mammacana deve rispondere “Bellacanaaa!” di volta in volta nel tono corrsispondente. Finito questo siparietto B.C. esprime i suoi desideri per la giornata “Titti!!!... Bicotto!!!...Packo!!!” desideri che prontamente le due fatine buone e ancora mezzo addormentate  che si nascondono sotto mentite spoglie di genitori provvedono ad esaudire. Mentre ancora i due suddetti adulti cercano di fare ordine nelle loro menti assonnate ecco arrivare un’ultima richiesta “Manjiamo in jiaddino!!!”. E così la giornata montana di Bellacana comincia con un’abbondante colazione (titti, bisciotti, succo, ceai) en plain aire!
A seguire il programma prevede “Packo!” e così B.. si arrampica sul suo passegino rosso, cantando la canzone di Johanna, e papàcana, con tanto di lingua fuori spinge quel fardellone di ormai 13kg per tutto un simpatico percorso di su e giù (… molti più su!) che termina con una salita micidiale al termine della quale il genitore stramazza sull’erba sull’orlo del colpo apoplettico! Al parco Bellacana corre salta trotta galoppa su scivoli di varie misure (dai 90 centimetri ai 2 metri d’altezza), giostre circolari in grado di raggiungere la velocità fotonica di un neutrino e indurre una qualsiasi persona al di sopra dei 12 anni a vomitare il pranzo di pasqua, altalene pericolanti e ponticelli di legno traballanti. Il tutto cadendo ripetutamente e cacciando sederate epocali in un turbinio di risate e polvere.
Dopo il parco scatta il momento “Nimali!” e via tutti e tre ad arrampicarsi in cima al ripido pascolo in cui pasciono i già menzionati animali. Novello Alberto Angela il nostro mini naturalista adora strappare manciate d’erba da allongare alle bestiole attraverso le maglie della rete, senonchè da un po’ di tempo la normale recinzione è stata sostituita da una elettrificata. Mammacana e papàcana si scambiano uno sguardo sbigottito, nella mente di entrambi si materializza per un nanosecondo l’immagine di una Cana flambè con tanto di scheletrino intermittente! La soluzione è presto presa: l’eroico papàcana solleverà il frugolo al di sopra della rete e lo terra in braccio permettendogli si sfamare i suoi amici  a quattro zampe! Ma a B.C. piace molto dare l’erba agli ani mali, proprio tanto, ma tanto tanto, tantissimo…. E la schiena di papàcana non è più quella di un aitante ventenne che va in palestra  tre volte la settimana…
Fortunatamente mammacana conosce il suo polletto “Bellacana, è ora di andare, dobbiamo preparare la pappa. Oggi facciamo la pasta verde!” una luce da epifania rivelatoria accende gli occhioni del bebone “Sìììììììììì! Patta berde!!!”, si lancia dalle braccia del padre e comincia a correre giù per la discesa con la una classe e uno stile che non hanno nulla da invidiare a quelle di Jhon Travolta in Grease (non si se mi spiego!). Giunto sul ciglio della strada Bellacana guarda il passeggino, guarda papàcana e sorridendo dice “Cavallo papà” con una vocina tanto adorabile quanto inquietante per il povero genitore. Papàcana guarda afflitto mammacana in cerca di un conforto o di una scappatoia, ma lei non può fare altro che alzare le spalle  e rispondere con un’espressione del viso rassegnata. Papàcana si appresta a percorrere la via del ritorno con i famosi 13 kg direttamente sul groppone! Per tutto il tragitto la Cana canta le canzoncine imparate all’asilo, soprattutto “La balena Pasqualina” della quale conosce anche tutte le mosse!
A casa B.C. si scofana due piattoni di pasta al pesto e poi chiede “Bodena?”, vuole ascoltare il suo cd dei Modena City Ramblers. La musica parte e lui comincia ballare come un matto, gira in tondo, salta, agita le manine sopra la testa, cade, rotola, ride… è uno spettacolo! Quando crolla a terra in semicatalessi è pronto per la nanna. Mammacana lo raccatta e dopo una veloce toletta lo deposita nel lettino dal quale non risorgerà per almeno un’ora e mezzo/due.
Il pomeriggio è una sostanziale replica del mattino, merenda, parco, animali, cena (se papàcana fa la griglia Bellacana lo aiuta a domare le braci), nanna. Che vita grama!!!

Ps:  ma, a volte, si fanno delle gite….. in to the wild!