domenica 10 dicembre 2017

nine lives

Nel 1961 esce Colazione da Tiffany, il film. Qui un giovane e fascinoso George Peppard veste i panni dello squattrinato scrittore Paul Varjak (Fredbello!), il titolo del suo primo ed unico romanzo è : Nine Lives, nove racconti in cui narra le storie di nove contorti, urbani, newyorkesissimi personaggi dell'america fine anni '50.
Così, stavolta mi è venuto in mente questo titolo pensando a quante vite si possono vivere in una sola. E all'interno di una famiglia' quante vite, quanti inizi ci possono essere, a guardare bene? Molte persone definiscono la propria vita noiosa, piatta, monotona, forse non si sono mai fermate a guardare bene indietro. Qualcuno dice che non si dovrebbe fare, che bisogna vivere proiettati nel presente, vivendo ogni giorno come fosse l'ultimo. Sì, va bene, è molto bello, molto intenso come stile di vita, ma credo che a volte accadano cose, anche piccole, insignificanti microeventi di nessunissima importanza che però inceppano la corsa, si  cristallizzano in un'istantanea in bianco e nero e ci sciorinano sotto il naso l' ineluttabile scorrere del tempo.In senso buono, intendo.
Oggi, per esempio.
Stamattina Bellacana ha deciso di fare spazio. Di sua spontanea (più meno) volontà ha preso un grosso scatolone e ha deciso di liberarsi di cose, giocattoli, giabanini, zavorra, per permettere a ciò che verrà di trovare un posto (che come disse il già citato bagnino Diego del Bagno Galattico di Lido delle Nazioni "Bisogna che le cose finiscano per permettere ad altre di cominciare"), e così, frugando dentro questo entropico contenitore Mammapapera e Papapaero hanno ripercorso i 7 anni del pargolone primogenito.




 7 anni, quante vite in questi sette anni? La prima, da neonato, coccolato, figlio unico e unico nipote di ben quattro nonni adoranti, poi l'inizio della sua vita sociale al nido, i primi amichetti, le regole della convivenza... poi lo tzunami dell'arrivo di una sorellina, la sua seconda nascita a fratello maggiore, nuovi obblighi, nuove responsabilità, nuove regole. La scoperta di un amore nuovo, difficile, complesso e tortuoso per questo nuovo esserino così dolce ma così caparbio, che chiede, anzi, esige di dividere per due l'amore di mamma e papà (strana equazione quella del'amore famigliare, per moltiplicarsi si divide... e viceversa) e tutti i cataclismi che questa sorellina tanto amata si è portata dietro. E intanto continuare a crescere, cominciare la scuola elementare, affrontare nuove sfide e ostacoli più difficili da superare. Sentirsi ancora bambino,con tutta la voglia di giocare e saltare sul letto, ma avvertire già dentro l'esigenza di coltivare un mondo proprio, un universo parallelo, una no man's land segreta in cui rifugiarsi quando tutto questo crescere si fa assordante e frenetico.
Certo che anche i Papergenitori, ravanando tra una Barbie Cenerentola e uno stegosauro, di vite e di rinascite, ne hanno avute un bel po'.
La prima vita di mammapapera è stata quella da solitaria adolescente alternativa, esistenzialista per di più! Eccola tutta vestita di nero con la sua sciarpetta rossa e il naso infilato in qualche libro di eco sartriana che attraversa a larghe falcate  Piazza Roma per portare un po' del suo snobismo provincialfilosofico tra le mura scrostate dell'Istituto d'Arte.
Poi la prima rinascita, quella del teatro. Una nuova sicurezza data dal calcare le scene e dalla consapevolezza di riuscire piuttosto bene a raccontare, col proprio corpo e la propria voce le storie di altri. Eccola tutta vestita di nero con la sua sciarpetta rossa e il naso infilato in qualche libro di eco grotovsckijana che attraversa a larghe falcate  Piazza Duomo per portare un po' del suo snobismo teatralfilosofico tra le mura scrostate della Civca scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.
E la delusione che porta a nuove consapevolezze, un'altra vita ancora. Cambiare strada per perseguire ancora lo stesso obiettivo, si chiama crescere no? provare, fallire, riprovare e fallire meglio, ed eccola tutta vestita di nero con la sua sciarpetta rossa e il naso infilato in qualche libro di eco artaudiana che attraversa a larghe pedalate  il ponte della Bolognina per portare un po' del suo snobismo teatralalternativo tra le mura affrescate del DAMS.
Poi l'incontro fatale con Papapapero, la loro nuova vita insieme felice e spensierata... fino alla malsanissima idea di metter su famiglia, ed eccoli nascere a nuova vita come genitori, impacciati, maldestri, innamorati di quel frugolone affamato e panzerotto che oggi li guarda dietro un paio di buffi occhialietti da Clark Kant chiedendosi "Avrò fatto abbastanza spazio per i nuovi doni di Babbo Natale?". E quando ormai pensavano di essere pronti e "imparati" all'arrivo della secondogenita... ecco una nuova fine e un nuovo inizio. La fine della vita tranquilla per come la conoscevano loro e l'inizio  di una nuova, terribilmente complicata avventura.
Persino Papapapero non è sempre stato lui, macchè! La sua prima vita è quella di estroso secondogenito di una solida famiglia borghese, poco incline a seguire le regole dei figli della solida borghesia modenese si butta a capofitto nello scoutismo e nell' attività di animatore parrocchiale.
Ma non gli basta, la voglia di esprimere il suo estro, che ben poco si confà al mood delle solide famiglie della borghesia modenese, lo porta ad imbarcarsi sulla sua seconda vita: eccolo che naviga nel mare mosso dell'Università del Progetto cercando di dare voce a quella sconfinata fantasia virante all' assurdo che scorre nelle sue vene (e qui sarebbe lecito pensare ad uno scambio in culla, vista la totale estraneità di tutto ciò alle ben delineate regole della solida famiglia borghese).
Ma ancora non basta, altre aspirazioni muovono il suo giovane spirito tumultuoso, ed eccolo abbandonare lo sfavillante mondo del design  per intraprendere la carriera di studente di psicologia. Introspettivo e creativo come sempre cerca poi di coniugare tutte le sue passioni convogliando verso un fine più alto e meritorio: l'aiuto del prossimo, fino a scegliere un lavoro nel sociale... che più sociale non si può!!!
Poi l'incontro fatale con Mammapapera, la loro nuova vita insieme felice e spensierata... fino alla malsanissima idea di metter su famiglia, ed eccoli nascere a nuova vita come genitori, impacciati, maldestri, innamorati di quel frugolone affamato e panzerotto che oggi li guarda dietro un paio di buffi occhialietti da Clark Kant chiedendosi "Avrò fatto abbastanza spazio per i nuovi doni di Babbo natale?". E quando ormai pensavano di essere pronti e "imparati" all'arrivo della secondogenita... ecco una nuova fine e un nuovo inizio. La fine della vita tranquilla per come la conoscevano loro e l'inizio  di una nuova, terribilmente complicata avventura.

Ovviamente in questo scatolone delle meraviglie c'è anche lei. La bambina che visse due volte...anzi, tre.
No, speta... quattro, perlomeno.
E poi e poi... qui ogni giorno si cresce a vista d'occhio, in altezza e in competenze. Sembra quasi che si rinasca un po' ogni giorno.
Altrochè Nine lives!

Non so, mi sa che ho toppato il post. In partenza voleva essere una roba introspettiva e citazionistica.... forse un po' snobisticamente filosofichesistenzialista. Ma di tutto questo finora c'è pochino.
E insomma, basta stare un po' attenti, non fossilizzarsi a tutti i costi, lasciare che a volte accada, scegliere che succeda.
Cambiare strada, provare a perdersi, andare a capo prima che la frase finisca...
Allora mi piace metter una colonna sonora a questo post strampalato. Una musichetta scanzonata che accompagna parole... così, che sembrano leggere ma poi a ben ascoltare sono tutto quello che c'è:

"Perchè si può nascere un'altra volta, e poi ancora un'altra volta se ti va"