Ridendo e scherzando la Papera
bazzica Oncopaperologia ormai da un annetto e mezzo (considerato che ha 26 mesi
direi che può considerarsi residente onoraria!). In tutto questo tempo nessuno
si è mai preso la briga di spendere due parole su quei bizzarri individui
biancovestiti (come direbbe un carissimo colombofilo scampato ad uno tzunami…)
che si aggirano per il reparto con le tasche piene di abbassalingua, penne che
fanno le bolle, bigliettini colorati, lucette glitterate… no, no, non stiamo
parlando di una comitiva fuggita da diagnosi e cura, ma di loro…sìììì, proprio
loro: l’ONCOSTAFF!!!!!!
Bè, avete presente i
Supermedici? Quelli che chiamano Dio collega, quelli che ti guardano dall’alto
in basso anche se come stazza potrebbero benissimo essere chiamati Eolo,
Pisolo, Cucciolo…? Dai, quelli superspecializzati che quando ti visitano non ti
salutano perché tu non sei un essere umano, ma la parte di un corpo, una patologia. Si può forse parlare a un pancreas? Cosa vuoi
mai dire al metacarpo mediano inferiore dell’aorta gastrica paracetamola?
Daaaaai… li avrai visti e conosciuti anche tu quei supermedici che si montano
la testa dal primo giorno di università… li trovi dappertutto! Sono quelli che
possono parcheggiare nei parcheggi riservati a malati gravi, quelli che hanno
scambiato gli ospedali per Montecitorio…. Ecco, li hai inquadrati adesso?
Bene, questa tipologia di supermedico a oncopaperologia non esiste!
Ad oncopaperologia ci sono
solo Supermedici, con la S maiuscola! Perché sono semplicemente uomini e donne,
reali, con le loro caratteristiche, stili, qualità e difetti differenti. Persone
che non si nascondono dietro al camice. Non si ergono a detentori di un potere
supremo e misterioso, né tantomeno infallibile, ma si mettono lì, al tuo
fianco, ti spiegano e ragionano con te. Prendono la tua mano e ti accompagnano
in un percorso del quale non nascondono le avversità, e l’unica promessa che
fanno non è quella di guarire il male, ma di fare tutto il possibile!
I nostri Supermedici guardano la malattia con umiltà. Non si
mettono su un podio, ma si affidano alla
rete. Perché sono guerre dure, che è impossibile sostenere da soli, per cui se
ritengono che sia il caso di tentare non esitano a coinvolgere strutture o
specialisti diversi, contribuendo a creare uno scambio di esperienze e
competenze, senza mai chiudersi nell’atteggiamento
“facciamotuttodasolichesiamoimeglio” e che è la tomba della professionalità e
della medicina stessa.
Ad oncopaperologia poi i
pazienti non sono la patologia, non sentirete mai qualcuno dire “Ah sì, allora
Teratoma è nella stanza 5, Neuroblastoma ha mangiato in bianco, mentre la
Mieloide cronica ha paura delle api.” Nessuno perde mai la propria identità,
anzi, a volte ne acquista una, come la Papera… che ormai è La Papera!
Ma vediamo di conoscerli uno
ad uno. Rullo di tamburiiiiiiii. In ordine di apparizione (almeno per la
Paperfamily):
Benvenuta Innominata (già Comunioneliberazione); presentata alla
paperfamily dalla Dotoressachesichiamacomeunadellesorellastre con le parole
“Ecco, la dottoressa Benvenuta Innominata, l’ocoematologa!”
Caposaldo e primo punto di
riferimento all’inizio dell’oncoguerra. Il generale che ti guarda in faccia e
senza troppi giri ti dice “Agiremo così e così, i mezzi pesanti da questa parte
e la fanteria in avanscoperta”. Poi ti sorride schietta e ti svela il suo
segreto per rendere speciale la ribollita.
Fozzyemuppet: colui che sta ad oncopaperologia come il mitico
Ciccio Green stava ad E.R. . Si avvicina piano, quasi in punta di piedi, ma
sempre col sorriso. Spiega le cose con calma e dettagliatamente, anche la ventesima
volta che gli fai la stessa domanda. Non ti da mai l’impressione di pensare che
tu gli abbia chiesto una cosa stupida. Poi ride! Ride di gusto, e se ce n’è
l’occasione “fraternizza”, e in questo le immancabili camicie a scacchi da
boscaiolo del Wisconsin aiutano un sacco!
Seabbaianonmorde: è l’anima latina del reparto, anzi…
latinoamericana! L’inconfondibile doppia esse con cui pronuncia il nome di
battesimo della Papera evoca immediatamente succulenti filetti di angus, Evita
peron, Che Guevara e… il tango!
Ha gli occhi che ridono e
un’innato e spontaneo ottimismo che spriogiona, suo malgrado, dallo sguardo. La
stakanovista di questa lunga estate calda, quando gli altri erano in ferie… o
in infortunio.
Mammotti: giovane e capace dottoressa che ha affiancato la
Paperfamily nella prima campagna chemiobellica, passata alla storia per ,lo
sguardo lanciato a Papàpapero dopo che aveva appena affermato l’intenzione di
volersi fare un ciondolo con il coccige scodato della Papera (ma allora… sarà
vero o no?... ce l’ha o non ce l’ha Papàpapero questo gadget?).
Yuhuuuevvivi!!!: new entri della seconda campagna chemiobellica. Se
il sorriso è una medicina, lei è una farmacia! Sempre positiva e propositiva,
disponibile a fermarsi magari un po’ di più, o anche solo a passare per un
saluto al bambino.
Ha sedotto la Papera con la
birodipeppachefalebolle, e i papergenitori con suo essere una ventata
veryveryhappy. Sempre!
Ladottoressachesichiamacomebellacana: ti guarda e capisce se sei
più il tipo da Melanie Klein o da Winnycot… o al limite da Winnyephoo!
Disponibile a parlare e
ascoltare senza mai lanciarsi in freudiane interpretazioni, ma pronta a
togliere qualsiasi oggetto contundente o affilato dalla stanza alla prima
avvisaglia di Franzonite acuta!
Naturalmente tutto questo vale
anche per il personale infermieristico, avercene di infermiere così!!!!!! Dalla
prima all’ultima, dalla più giovane alla più anziana, dalla più riccia alla più
liscia, dalla più mora alla più bionda, dalla più matta (ed è una gara
durissima!!!) alla più seriosa (…mmmmhhhh…. difficile trovarla), sono tutte lì,
sempre. Agli orari più improbabili del giorno e della notte, la domenica, a
Natale, in piena estate, sempre pronte ad ascoltare, ad intervenire, anche solo
a fare due chiacchiere nel cuore della notte, quando il sonno non viene e i
pensieri si affastellano. Portano farmaci, medicazioni, ma anche pinzette per
le sopracciglia e caffè. Sono un po’ come Mary Poppins, nella loro borsa c’è
tutto ciò che può essere necessario ai piccoli pazienti… e alle loro mamme
esaurite!
Sanno essere pazienti di
fronte all’ansia, ma ridono e scherzano volentieri per sdrammatizzare se ce n’è
l’occasione. Giocano con i bambini, e questi, nonostante i camici, le terapie,
le quotidiane sofferenze, non hanno paura! Nemmeno quando entra la temutissima
KGB!!! Anzi, appena la vede la Papera sguazza e sghignazza aspettando il
solletico sul panzotto!
Ed eccole qui:
KGB; colei la quale con un solo sguardo è capace di incenerire
marito e figlia, salvo poi sdilinquirsi in sfrenate scorribande di solletico,
cucù e nascondino. Efficiente e professionale tanto quanto sagace, sarcastica e
ironica. Un osso duro insomma!
Thefirstnurse; la primissima infermiera incontrata dai
papergenitori nelle varie vicissitudini pediatriche, all’epoca capello corto
sparato, tatuaggi, e un’aria vagamente punk! Fu amore, infatti cominciarono ad
inseguirla in tutti i reparti di pediatria (mannaggia!!!)
Ninjia; che dire, indiscutibile professionalità che entra in scena
con il passo felpato delle ombre. Ti accorgi della sua presenza solo dal
fruscio del… del …niente, non ti accorgi mai della sua presenza, entra e te la
trovi lì. Di notte poi magari apri gli occhi… ed è intenta a cambiare una
boccia di fisiologica. Come un ninjia entra e colpisce. Adora, ricambiata senza
ritegno, la Papera Guerriera. Maestra indiscussa del sondino passa alla storia
per essere sgattaiolata nel cuore della notte da Mammapapera (facendole
rischiare il colpo apoplettico), insieme a Fozzyemuppet, per rivelarle di
essere fan del blog!
Maggicamanu; non ti
preoccupare, ci pensa la Manu! Lo slogan di Maggicamanu è una garanzia.
Infermiera multitasking che nasconde nella chioma selvaggia tutto ciò che
Etabeta conserva nel suo gonnellino. Ti serve qualcosa? Ci pensa Maggicamanu!
Sempre in prima linea, una colonna portante di oncopaperologia!
Kapò; precisa, puntuale, efficiente. Spiega sempre dettagliatamente
quello che fa o che si appresta a fare. Pratica e sbarazzina… poche storie,
puntare, mirare, fuooooocoooo!!!
Miss Pony; esperienza e dolcezza… e una buona dose d’ironia! Miss
Pony da tranquillità, valuta bene la situazione e agisce di conseguenza
ponderando bene. Con lei ti senti nella famosa botte di ferro! Passa alla
storia per non aver riconosciuto Papàpapero con i capelli corti e averlo
fermato con l’intenzione di chiedergli di uscire dal reparto!
Pane&salame(unsorsodiromagna); rientrata dalla maternità poco
prima della seconda campagna chemiobellica è da subito entrata nel papermondo
trovandocisi preoccupantemente a suo agio. Svalvolata tanto quanto mammapapera
contrappone una serietà professionale quasi austera ad un gusto per la battuta
e la follia, atteggiamento proprio dei soggetti borderline… ma tutto in senso
buono eh!
Onco&thecity; anche lei conosce la Paperfamily fin dai tempi di
pediatria, simpatica e ironica fraternizza volentieri. Estremamente competente,
contende a Ninjia il podio per il sondino d’oro! Fa parte dello stesso club
borderline di Pane&salame, ma lo nasconde meglio.
Terradisiena; flemmatica e tranquilla. La sua sola presenza, insieme al suo bel colorito da vacanza, scaccia ansia
e tensione. Silenziosa quasi quanto Ninjia, calcola al millesimo di secondo la
durata delle terapie, ed è pronta a sostituirle prima ancora che la pompa
suoni.
Doctor House; il gallo del pollaio… che deve stare bene attento a
non essere beccato(con tutte ste galline!). Un’anima rock nell’ambulatorio di
oncopaperologia. Il re delle medicazioni, colui il quale ha ricevuto
l’ambitissimo uncinetto d’oro per la
miglior tricotatura con gli steril streep.
Prestato temporaneamente a
pediatria, se ne consiglia caldamente il ritorno onde scongiurare una tragedia
di massa ad opera degli oncopadri, per quali era una vera e propria ancora di
salvezza, il solo con cui poter scambiare battute misogine senza essere
guardati come feccia!
Poi ci sono le oss,
la mitica Missismiltonmateloportodisgamo,
che a dispetto delle primavere leggermente più abbondanti, gioca a fare cucù
come una duenne!
Le maestre che squadernano stratagemmi d’apprendimento, giochi,
giochini, libri, bolle, ponghi and made, che si prestano anche alla
realizzazioni di improbabilissimi video peluchosi (vero Franchickenlittle?).
Insomma, è giusto dirlo, ad
oncopaperologia non ci sono pagliacci!!!!
…Ops, anzi… ehm… no. Bisogna essere sinceri alcuni sono dei pagliacci. Non farò cognomi né tanto
meno nomi, non è necessario lo capirebbe anche un tordo ipovedente! A dire il
vero ci sono anche quelli. Due! Un uomo (…?...) e una donna… ragazza…
maestrina! Lui, ben pasciuto, ha rubato
il nome all’amico di Forrest Gump, quello fissato con i gamberetti, lei, omen
nomen, l’ha rubato ad una birra! Attenzione, si
vestono seguendo lo stile del mimettolapriamcosachetrovo, hanno un naso decisamente
arrotondato e terribilmente rosso avvinazzato (d’altra parte, se decidi di
chiamarti come una birra…). Fortunatamente non sembrano essere particolarmente
pericolosi, non più di Mammapapera almeno, che in più di un’occasione li ha
lasciati basiti davanti alla sua propria demenza!
Eccoli qui, tutti. Senza
dimenticare il vitale sostegno dei volontari
e la stoica e onnipresente Asehope,
colei che risolve qualsiasi inghippo burocratico legato alle lunghe degenze dei
piccoli… e dei loro genitori, e si fa carico dei bisogni delle famiglie. Ultima
nell’elenco, ma non meno importante, la Signorachesichiamacomelamadonnaccoltaincielo,
che con la sua dolcezza e il suo sorriso mentre lavora non rifiuta mai di
scambiare con gli oncogenitori quelle due chiacchiere, che sembran cosa da
niente, ma che per quei cuori affaticati sono tanto importanti.
Un reparto che è microcosmo
del mondo. Un piccolo universo a se stante e inimmaginabile da fuori, popolato
da esseri umani in carne ed ossa, sangue, lacrime, passione, sorrisi e risate.
Esseri umani, perciò
fallibili. La perfezione non esiste, e la medicina non è una scienza esatta. Ma
quando è fatta da persone, e non da semplici camici bianchi, non è giusto, non ha
senso, ed è profondamente scorretto e meschino soffermarsi solo sull’errore.
Apriamo lo sguardo. Guardiamo il paesaggio. I bambini, le mamme e i papà che,
nel bene e nel male sono passati di lì e hanno trovato un esercito di
combattenti pronti e capaci. Determinati, anche nelle battaglie più difficili,
a cercare una soluzione. Soluzione che non sempre arriva, è vero, ma non è da
questi particolari che si giudica un buon dottore. È tutto il resto, l’insieme,
la condivisione del percorso a fare la differenza.
Perciò, a tutti, uno per uno,
grazie. Per quello che è stato e per quello che verrà, per come sono andate,
come vanno, come andranno le cose. Comunque vadano.
I vostri nomi saranno scritti nei nostri cuori,
e in ogni respiro della Papera ci saranno il vostro impegno e il vostro
sorriso.
Grazie!