domenica 18 settembre 2016

NNNN ovvero E = mc2

Ci sono momenti nella vita in cui viene spontaneo guardarsi indietro, fare una specie di bilancio. Capodanno, una nascita, una morte, l'inizio di una nuova avventura, i compleanni...
Ecco, i compleanni. Proprio di questo stiamo parlando. 
La Papera Guerriera è da poco entrata a far parte del meraviglioso mondo dei quattrenni! Alla scuola dell'infanzia non è più nella sezione dei piccoli  ma dei mezzani. All'Ikea può entrare nell'area gioco per bambini e soprattutto nell'agognatissima piscina delle palline. Alle giostre può andare sul gonfiabile grande e tra un paio di centimetri pagherà l'ingresso ai parchi divertimento!
E' proprio diventata grande la nostra 4N! 
Una bimba vera!!!!
Già,  pur essendo piccoletta ha lunghe gambette magre con le quali non cammina, ma corre. Corre di continuo, per andare ovunque lei corre, e lo fa con uno stile tutto suo, completamente areopaperdiamico: bracciotte tese lungo i fianchi e polsi piegati all'indietro.... poi cade, si rialza e riparte. 
Ha buffe manine coi buchetti sul dorso con le quali afferra, gioca, raccoglie ogni tesoro che la terra (intesa come suolo, pavimento, parco, monnezza) le offre. Quando si arrabbia e l'animo della combattente si accende diventano  piccoli badili che tirano delle lecche che dall'alto dei cieli   fanno sorridere di orgoglio il buon  Bud.
Ha una bocca morbida e rosa con gli angoli che piegano all'insù, con la qualeparlaparlaeparla, manda bacini umidicci e ride, ride da matti, con una risata  prorompente, sguaiata e travolgente.
Ha una vocina sottile,  capace di   emettere acuti ultrasuonanti con i quali comunica con delfini, cani e pipistrelli. d'altro canto però  se vuole (e vuole praticamente sempre) sa prodursi in  rutti che neanche negli spogliatoi della Nazionale Boscaioli Canadese !!!
Ha  capelli con un grande potenziale, su una bambina normale potrebbero essere una morbida nuvola boccolosa, ma sulla sua testa assumono le sembianze e la consistenza di un cespuglio del deserto.
Ha due occhioni grandi e sorridenti pronti a cogliere novità e cambiamenti, con i quali scruta e scopre  quel mondo così ricco e pieno di interessi nascosto nel tragitto tortuoso di una formica, o nella forma strana di una nuvola...
4 anni...

Eppure, non sembra mica. Eh no. Non sembra proprio che siano passati 4 lunghi anni, 48 mesi, 1461 giorni (il 2016 è stato bisesto), da quel caldo 2 Settembre di fine estate. Era domenica, e stavano per dimettere Mammapapera dall'ospedale (dopo quasi due mesi di ricovero) perchè da un po' i tracciati erano buoni e sembrava che la smania di nascere della futura Papera Guerriera si fosse placata. 
Infatti, ore 11:15 "Signora, chiami suo marito che la venga a prendere, la visito poi la mandiamo a casa!"
ore 11:20 "Signora, chiami suo marito che la raggiunga, andiamo in sala per il cesareo!"
Ah, Paperotta bella, quanto ti sono sempre piaciuti i colpi di scena (mannaggissimattè!!!)
E così, con un mesetto buono di anticipo, alle 12:24 hai fatto il tuo ingresso nel mondo... e il giorno dopo hai fatto il tuo ingresso in Terapia intensiva neonatale  a causa di quello scarlancatissimo esofago che nella fretta di uscir fuori non è riuscito a formarsi per bene (vedi... te lo dico sempre di non correre e di fare le cose con calma!!!) e due giorni dopo hai fatto il tuo ingresso in sala operatoria, e un mese e mezzo dopo il tuo ingresso a chirurgia pediatrica per la convalescenza.... poi finalmente a fine Ottobre...o forse era già Novembre, hai finalmente fatto il tuo ingresso a casa!!!!! Hai conosciuto Bellacana... poi a nove mesi hai fatto il tuo primo ingresso a onco...va bè, ok, basta, mi fermo che qua hai fatto più ingressi tu di un costruttore di porte!
Insomma, per farla breve, qui si voleva solo dire che a guardarsi indietro non sembrano mica 4 anni, anche se di cose ne son successe proprio tante.
 Il fatto è che tu, Paperinamatta non sei mica nata una volta sola. Eh no. Almeno tre. Sei nata al mondo il 2 settembre 2012, sei nata di nuovo tra il 5 e il 20 settembre, covata da una culla termica in TIN, e sei nata davvero alla vita il 17 agosto 2014, dimessa per l'ultima volta da oncoematologia pediatrica. Ecco, da lì è cominciata davvero la sensazione di averti con noi. 
(Parallelamente i papergenitori sono nati morti rinati rimorti ririnati ririmorti così tante volte che il povero Lazzaro si sente spodestato, la Fenice è verde di invidia e Voldemort dall'umliazione ha deciso di aprire un negozio di santini!)
Per te era tutto nuovo, bello, profumato, colorato, magico... ma anche per la tua strampalatissima Paperfamily. Tutti i giorni a casa insieme, niente più avanti e indietro dall'ospedale, niente Lady Nutria e Ser Fagiano, Bellacana finalmente poteva dare sfogo alle sue più malsane gelosie da fratello maggiore e tu potevi trovare in lui un esempio  da imitare (naturalmente nelle cose peggiori) e un compagno di giochi abilissimo, in grado di insegnarti che tutto può trasformarsi in un gioco divertentissimo attraverso la magia della fantasia. 
E poi... corse senza flebo, amichetti tricologicamente normodotati, vita sociale, asilo nido e... vacaaaaaaanzeeeeeeeee!!!!!!
Vaccanzee si il tempo delle Vacche grasse è iniziato: al mare, in montagna, a Gardaland, a casa. La piacevole fatica di caricare una macchina, di sceglierti un costumino (e scoprire che il proprio deve essere sostituito con una pancera impermeabile),le tanto attese lamentele  per la sabbia nel culetto, i ruzzoloni su una cacca di pecora, la più classica delle file in autostrada(che poi non c'è mica stata grazie all'intelligentissssssima partenza studiata da Papàpapero -vedi post precedente-). lo stress da vacanza e l'ira funesta di Papàpapero.
Tutto ciò che per due anni ci era stato interdetto, finalmente ha cominciato a diventare  possibile. E' stato bellissimo e shockante al tempo stesso, ha creato una specie di cortocircuito spaziotemporale per il quale ora la Paperfamily ha un modo tutto suo di percepire e vivere il tempo, di ricordare date e avvenimenti o di cancellare intere giornate dalla propria memoria*. Tra Mammapapera e Papàpapero gli stessi ricordi non combaciano nè coincidono quasi mai. del resto, tutto è relativo.

E così  l'anniversario del tuo ingresso ad Onco e passato in sordina racchiuso tra le ossa dei tuoi vecchi geniotri e così pure  l'anniversario dall'operazione all'esofago è sommerso da nuovi obiettivi, dall'organizzazione dei tuoi due compleanni, perchè bisogna recuperare e allora facciamo una festa con gli amici di sempre e  una con gli amichetti della materna.
 Come se non fosse più il tempo di ricordare e rimescolare sofferenze passate, come se le volessimo congedare per  impegnarci in nuove folli  sfide, perchè in fondo  è rimasta l'inquietudine del marinaio che scruta l'orizzonte ogni giorno pronto ad inseguire nuovi sogni perchè la vita, prima di tutto, è relativa.
E più che mai la percezione dello scorrere del tempo.

*vedi riga 31!



martedì 26 luglio 2016

Delfini vs Delfibanani (...under the sea...)

Come ben noto in India le “VACCAnze” sono sacre, ma anche nel nostro caro stivale non si è da meno. Un italiano può “fare l'indiano” e rinunciare a pagare l'affitto, le tasse, può saltare una, due, trecento rate del mutuo ma mai, mai, mai e poi mai può rinunciare alle ferie. E' nel nostro DNA: d'estate si deve evadere dalla città, dal fisco e poi a settembre eventualmente da un carcere! (per poi, nel settembre di 8 anni dopo, ritrovarsi al fresco anche fuori stagione. Moooooooolto cool!!!)
E Paperfamily? Beh il mutuo e le tasse le pagano pur avendo un conto comunista (sempre sempre in rosso), ma anche per loro le Vaccanze (da veri Muccolinesi) sono vitali e importanti, in più però sanno che, realisticamente, tutto dipende come gira quella Gran Baldracca della Vita !
L'anno scorso Miss Life ha donato all' Oncoduck e alla sua famiglia la prima vera vacanza a 4 anni dai tempi della schiusa dell'ovetto bacatello della Paperazza, destinazione scelta: la ridente Malga Riondera sui monti Lessini (nei quali, come dice il nome, i cani collie amano ritornare).
Ma quest'anno, si va oltre!
A Dove osano le Papere la posta è ancora più alta (e il postino ancora più nano). Quest'anno si vuole provare la VACCAnza di massa, in quel brodino d'acqua salata, quel vespasiano collettivo con pesci, razze (di ogni tipo e religione), conchiglie, pesciragno, pescicani, cani porci e ora forse anche papere!!!
Insomma, ormai è chiaro. Dobbiamo proprio scriverlo? Dirlo? Mimarlo forse? (mmmh, sì, forse mimarlo potrebbe essere abbastanza nelle corde della Paperfamily) ...e invece no, useremo il solito linguaggio da Radioduck e chiameremo manzonianamente questa vacanza L'Innomarato!
Superstiziosi? Chi?????? I paperi?????? Nooooooooooooooooooo!!!
Psichiatrici??? Sìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!
Ma soprattutto realisti:
Estate 2010; vacanze annullate per ospedalizzazione di nonno Tony da maggio a settembre, Estate 2011; vacanze annullate per riospedalizzazione e purtroppo grande saluto del grande nonno Tony,
Estate 2012; vacanze annullate again per ricovero Mammapapera causa rischio schiusa prematura dell'ovaccione,
Estate 2013; vacanze annullate riagain per l'oncosummer number one,
Estate 2014; vacanze annullate again again again machedubaj per l'oncosummer number two altrimenti detta il tumare non può aspettare e il mare può andare a cagare!
Estate 2015; ... Broviac!!! (perché non toglierlo a ottobre?!… eh, già, perchè) see you a next summer!
Estate 2016...
“Papààààààà dove andiamo in vacanza quest'anno?” Chiese Bellacana Tramaglino sperando che il genitore sussurasse “All'Innomarato”. Ma il saggio e prudente Frappappero, "Due occhi incavati eran per lo più chinati a terra, ma talvolta sfolgoravano, con vivacità repentina; come due cavalli bizzarri, condotti a mano da un cocchiere, col quale sanno, per esperienza, che non si può vincerla..." con un sorriso malizioso rispose “E' l'anno in cui finalmente possiamo mandare a fanpero il Griso, bovrodrigo, i tabù e andare finalmente a… (Bellacana Tramaglino intanto attende spasmodicamente con occhioni lucciconi e fauci secche dalla fregola di seienne che pregusta la smodata gioia che scaturirà dalla risposta da lui attesa per ben sei anni), andare finalmente a... comprare le scarpe! Sì! Noi Si va tutti assieme in allegria per una settimana nella siliconvalley della calzatura comoda, “Valleverde”. Si va a fare scorta di zoccoli, sandali, moonboot, polacchini, tacco 12,13, 15-18, trampoli, zeppole, zoccole e perché non anche snorkies e sneakers!” Il povero Bellacana Tramaglino pianse silenziosamente, a nulla valsero le giustificazioni del pazzo Frappappero “Ma Bellacana, Sono degli innovatori! Valleverde ha creato la suola antistatica, ha avuto testimonal d'oltremare come Kevin Costner (eeeeeh, lo so, pensavate già al delfini Ulisse, ma lui purtroppo… non piedi da calzare!), l'abbiamo visto alla Sagra del Cinghiale alla Pioppa ….. hanno avuto la decana di tutte le soubrette: la Raffaella Carrà (eeeeh lo so, voi già pensavate a una pera!)” e invece Bellacana “NOOO!!! non voglio un toast!”
un toast? Un to…? “Aaaaah, ma no Bellacana, quello è il pan CarrE', non CarrA'!” (come facciano i papergenitori a capire queste strane connessioni rimane uno dei sette misteri di Fatima...7?… no eh, sono meno vero?) e Frappappero continua con un piglio ormai giannimorandesco “Dai, dai che ci divertiamo, è proprio come dice la reclame (abbiamo detto piglio giannimorandesco no?!) E' bello camminare in una Valleverde!!!”
E così sabato 2 luglio allo scoccare delle 5.40 (partenza ultraitelligente!) si parte. Si imbocca la A14 (anche se ormai è grande e potrebbe mangiare da sola) pronti quantomeno ad una coda di media portata, l'oncotruppa dormicchia, il traffico è... scorrevole, molto scorrevole, scorrevolissimo, così scorrevole che si poteva anche essere un po' meno ultraintelligenti. Dopo un'oretta si abbandona l'autostrada e il panorama cambia, c'è una luce diversa, l'aria più leggera, meno umida, nei giardini si vede qualche palma, e poi tanti cartelloni di Sexyshop. E finalmente, dopo una cinquantina di metri dal casello, eccola, la prima delle sentinelle storiche che spuntano nei posti più improbabili, da strade secondarie a zone industriali: la baracchina delle Piadine. E più in fondo, all'orizzonte, lui, l'immenso vespasiano, il tuMARE!!!!
Approdati a Capoverdeee? No!!! Bensì nella ridente Valverde di Cesenatico!
Valverde terra di vecchi casermoni da colonia ristrutturati, compilation di hotel, pensioni, luna park e souvenir…
E così il tabù viene infranto, sbriciolato come le omonime caramelline di liquirizia, e appena arrivati (ad un'ora così indecentemente mattutina da anticipare di parecchio il check in dell'albergo) si va in spiaggia a salutare l'infinito tumare! L'oncopaera è in estasi, tanta acqua non l'aveva mai vista, Bellacana si immerge nelle sue fantasie ed inizia a cantare l'azzeccatissimo repertorio di Frozen. E Mammapapera e Papàpapero li guardano increduli. Vorrebbero scolarsi un Mojto di sabbia e mare ma il rischio di prendere la salmonella è piuttosto alto, perciò si limitano a rimanere incantati come fossero su un Atollo tropicale.
Il maleficio sembra spezzato!
Ed ecco i ricordi che sciabordano a riva insieme alla schiuma dei giorni di onco estati che sono state. L'emozione si increspa in piccole onde cullando fantasmi lontani che non si dimenticano, che non si seppelliscono, ma dai quali non ci si è nemmeno lasciati seppellire. Un abbraccio, intenso per aggrapparsi al presente, guadagnare peso, consistenza e sentirsi tutti insieme come un piccolo scoglio che si fa plasmare dal mare senza lasciarsi travolgere.
E invece ci si lascia gioiosamente travolgere dal presente del comandante Bellacana che in pochi minuti si trasforma in un Vitellone fatto e finito: perennemente in costume (e braccioli), campione di bocce, degustatore di gelati e intortatore di nuovi amichetti. La Papera dal canto suo ha riesumato le sue usanza da diva del muto: perennemente a impanarsi sotto il sole e a sguazzare nel suo paperotto (il canotto paperoso) pieno di acqua e sabbia (e un altro milione di giochi, giochini, giabanini e zavaglini di origine varia e misteriosa) snobbando (come solo una diva del muto saprebbe fare) il vasto, immenso, sconfinato fascino del tumare, troppo freddo e troppo grande anche per un oncoguerriera che reclama e urla al vento i suoi tre anni e tre quarti.
E così la Paperfamily diventa una delle tante. Un'anonima famiglia normale, che si confonde nella rassicurante massa di villeggianti da riviera.
Gli oncoadulti riscoprono il piacere dell'aperitivo in spiaggia, spritz nel bicchiere e tanti spruzz in acqua. Papàpapero, novello prestigiatore, sfodera dal suo zaino (orignale seven del secolo scorso compagno di tante route scoutistiche) un'attrezzatura di giochi da spiaggia più variegata di quella di un venditore ambulante: biglie, racchettoni, delfino gonfiabile, ciambella, aquilone, stampini secchielli, cazzuola e betoniera. L'effetto naturalmente è un devastante branco di allegri bam...buini che infesta quotidianamente il paperombrellone, (tanto caruuuuucci eh, ma… sgrunt!)
E la sera… follie sul Brucomela , salterelli pazzerelli, ambulanti inquietanti, turisti sudaticci, gelati appiciccosi, piade, risa, afa, capricci, uffa! È tutto tutto così ordinariamente… straordinario!!!
E nel mucchio dei ricordi ci mettiamo anche qualche sana disavventura, tanto per non annoiarsi. Da pseudo attrice che millanta un passato degno della Signora Tzukikage Mammapapera ne approfitta per rubare la scena alla giovane e talentuosa pennuta. La prima sera si trasforma in Toni Manero e si fa venire dieci o quindici lineette di febbre. Il giorno dopo si riprende ma incappa in un piccolo inconveniente balneare, come capita a milioni di turisti ogni giorno in quel della riviera adriatica... rischia di annegare? Noooo, impossibile nell'Adriatico, per trovare dell'acqua abbastanza alta ci avrebbe messo 7 ore solo andata!
Sforacchiata da da una vespa? Noooo.
Allora forse da una medusa? Nooooo!!!
Come capita a milioni di turisti ogni giorno in quel della riviera adriatica viene punta da un pesce ragno!!! Si suppone sia andata pressappoco così: un piccolo innocente Pesceragno stava tranquillamente sul fondale a pochi metri dal bagnasciuga, se ne stava lì a sollazzarsi bel bello quando il gigantesco piedone palmipedato di Mammapapera ha pensato bene di trasformarlo in una sogliola. Fortunatamente il piccolo trachinoide dispone di un acuminato aculeo proprio sul groppone, e così ha potuto evitare il peggio… per lui, ma non per la povera Mammapapera, salvata (come nella miglior tradizione balneare) dal prode bagnino Guerrino, pluriadecorato con medaglie di primo e pronto soccorso il quale si è prontamente attivato. “Il veleno del pesceragno è termosensibile!” ha decretato. E così dicendo ha immerso il piedone gonfio e dolorante in una tinozza di acqua bollente a duecentomilagradi ( il grido di Mammapaera lessata l'hanno sentito fino a Torrette di Fano), dopo 45 minuti e una leggera rosolata nel burro, ha impiattato il cotecone, tagliato e servito con le lenticchie! (mi si rimprovera che “Non si mette il cotechino nel burro!”, embhè, è cucina molecolare, dico io!)
Poooooooooooooveeeeeeeeeeeeeeeraaaaaaaaaaaaaa Mammapapera!
La Paperfamily non si è fatta mancare nemmeno la lotta col più classico dei luoghi comuni: l'aria condizionata, o meglio la turbina di un jet in un metro quadrato di Micronesia governata da un telecomando che forse attivava e regolava la turbina dell'Hotel accanto. Risultato: caldi giorni tropicali alternati a notti di torcicolli siberiani.
Beh, poi ci sono sempre i quotidiani imprevisti della Papera i cateterismi quaquaquattrovolte al giorno, l'esofago che si ottura quando ci si rilassa troppo... ma questa è la papernormalità.
E poi il ritrovo con amici “Spettacolari” sotto tutti i punti di vista con i quali riscoprire il piacere di raccontarsi e ascoltarsi.
La scoperta da parte della Papera che i delfini, quelli veri, non assomigliano a banane come i mitologici a protettori dell'oncosuite.
Chiudere alla grandissima questa prima vacanza marittima davanti ad un fumante risotto allo scoglio annaffiato dallo spirito e dalla compagnia della Cockerels Family.
E mentre la Paperfamily si gustava il suo strameritato mare lontana dalle oncoguerre con un occhio più positivo, cercando di non pensare troppo all'imminente risonan...sia post vacan...sia, ripetendosi che sarebbe stato ok per loro e per tutti in un Rockyquattriano edificantissimo discorso, il piccione continuava ad essere cacciato, il cacciatore a sparare nel mucchio a casaccio colpendo questa volta cari amici. Perché la Malattia, quella Gran Baldracca, è la più grande terrorista dell'esistenza.

Sembra sempre che non ci sia nulla fare, che non ci siano armi.
Ma a guardare bene… non è vero. Sono nascoste bene, inutilizzate, sepolte sotto vecchi cartoni e coperte impolverate, ma ci sono.

L'ironia, il sorriso, la gioia per le piccole cose. Lo sforzarsi di respirare a pieni polmoni anche quando ci si lascerebbe volentieri schiacciare dall'apnea, non dare nulla per scontato ma vivere e godere anche solo la quotidianità, la normalità, la noia, piccoli modesti momenti di serenità, perché quelli non andranno mai in saldo, anzi, sono il nostro capitale di ossigeno… ossigeno… ossigenO… ossigeNO… ossigENO...ossiGENO… ossIGENO… osSIGENO… oSSIGENO… OSSIGENO...











sabato 7 maggio 2016

Paperversario -1 aprile 2006-

E’ sera, Papera e Cana ronfano beati tre le braccia di Morfeo.
Per i grandi è ora del pigiamino, agognata meta dopo una luuuunga e intensa giornata. Perché, come dice una massima di Pappàpapero “IL PIGIAMINO E’ SEGNO DI LIBERTA’”. L'anatide maschio ha infatti un'inusitata abilità nell'infilare l'indumento da notte, paragonabile solo a quella Arturo Brachetti, come  Clark Kent in un nanosecondo si  butta nella cabina telefonica trasformandosi in  Superman (e sfido chiunque a dirmi che anche il suo non è un pigiama!!), così Papàpapero si traforma nello sbiciolatore di popcorn,   nel folle  divoratore di schifezze e serie spazzatura, nel supremo atleta del divano. 
Ma stasera... accade qualcosa di strano. Il tempo, in via del tutto straordinaria, rallenta e come in una moviola  si osserva allo specchio  e guardandosi con gli occhi sinceri del suo trascorrere si chiede “Ma chi è quel signore di mezza età vestito come un deficiente? Ma come si è conciato? Ha un  assurdo pigiama bucherellato con stampate delle pecorelle mezze sbiadite, ci sono anche delle striature  di candeggina che fan pendant con i capelli infarinati? "
E’ così Papàpapero si rende conto che  il suo pigiamino preferito potrebbe rinnovarsi e diventare un nuovo straccio per la polvere. Ma ne avrebbe il coraggio? Potrebbe venderlo su E-bay e spacciarlo per un modello vintage della Benetton o fare un atto di finto coraggio, foderarsi gli occhi di lana cotta e giudicarlo degno del cassonetto Caritas (rifugio peccatoribus delle nostre debolezze affettive) accompagnando l'abbandono con meste e sagge parole quali "Speriamo che abbia un’altra vita  e renda felice qualche "bisognoso" ma speriamo soprattutto che i volontari che si occuperanno  dello smistamento non gli tirino troppo accidenti visto che la famiglia dei paperi  li prende sempre molto seriamente!” E’ vero, è solo un pezzo di stoffa. Ma come si fa dopo anni di nanne serene (o quasi ) a congedarlo? Chi siamo noi esseri umani per giudicare i pigiamini usurati e i vestiti dismessi? Diamo una dignità anche a loro, compagni fedeli di vita e di esperienze.
E allora! Basta  con  gli animalisti, i nudisti, i crudisti, gli assenteisti...  innalziamo i vessilli del rattoppo, abbattiamo lo stigma della moda! Uniamoci e difendiamo il diritti degli abiti dimessi!
AMICI DEI RATTOPPI E DELLE PEZZE, UNITEVI AL MOVIMENTO ANTIMODISTA!!!
Ma, Pigiamino bel pigiamino, se potessi parlare cosa diresti al tuo padroncino? Sicuramente decanteresti doti e pregi sintetizzandoli in  quattro aggettivi: usurato, ingobbito, occhialuto, ingrassato. Esprimeresti ul desiderio di volerne uno nuovo,  un Roberto Bolle qualsiasi (…sempre che non dorma con la pantacalza... o  ammesso che  indossi qualcosa… o ammesso che  Bolle dorma e non sia sempre in bolla sulle punte?). 
Ma, Pigiamino pecoroso, purtroppo calzi solo le forme di Papàpaero. E’ andata, così non ci puoi far niente, nemmeno telefonando a Pigiamofono Azzurro potresti essere affidato a un altro padrone, Pigiamofono Azzurro...non esiste (ih! ih! ih! -risata bieca-).
Però puoi considerarti l’highlander dei pigiamini Benetton del 2006! Sei testimonal di come il tempo scorre velocemente sulle tue fibre e sulla nostra. Nel lontano 2006  fosti acquistato  da Mammapapera per il quasi marito Papàpapero per  sostituire il  disgustoso pigiamino anni 80 color azzurro Fiat-cinquecento, con i rombi e gli elastici in tutti i buchi, polsi, caviglie, collo(……apneaapenaapneaapnea). Uno di quei pigiami che per infilarli dovevi aiutarti con un divaricatore.  Un vero cimelio della D.D.R!
Mettila così il Piccolo Principe aveva una rosa, la sua rosa che per lui era la più bella, l’unica, Papàpaero ha te.  Non sei un pigiamino con le pecore qualsiasi ,  tra le tue fibre  sono intrecciati  ricordi,  il tuo cotone è intriso di un pezzo di vita condivisa e vissuta tra Mammapapera e Papàpapero..
Dieci anni che ti indosso , dieci anni dal nostro matrimonio. Ricordi lontani, antichi, forse mai esistititi, cancellati dal tempo, tu eri già con noi AntoedElena, ElenaedAnto, i Cino’ per nonno Toni, i matti per gli amici, i Monamini per noi. 
 Dieci anni dal nostro "Si": Primo aprile 2006,perché sposarci doveva essere uno scherzo molto serio.  Credevamo ancora che con  la vita si potesse giocare, ridere e scherzarci sopra. Amarla perché non ci avrebbe mai tradita.
Collezionavamo ricordi fatti di piume e leggerezza e sognavamo. Elena era ancora un'attrice che aveva concluso l’esperienza della vita da teatrante,  aspirante laureanda del Dams, piena di progetti e sogni in cui tutto era indefinitamente definito, cannibale di libri, teorie e cultura, mangiatrice di popcorn, divoratrice di film assurdi, (film di 8 ore girato d’estate in un bagno pubblico della stazione sciistica di Anghella nelle Ande argentine, sottotitolato in lappone, prodotto in Israele, con attori del teatro del No giapponese).
E poi c’era Anto, che aveva accantonato da pochi anni la sua passione per il mondo della creatività perseguire il forte e inarrestabile richiamo mondo  del sociale. Educatore di comunità, tanti  sogni nel cassetto, studente a tempo perso di psicologia,  pieno di certezze, animato da una fede attiva e salda, con la piacevole sensazione di avere un timone nelle mani.
 L'incertezza non spaventava, AntoedElena facevano librare i sogni verso destini inimmaginabili che la realtà avrebbe trasformato e forgiato. Ricordi, ricordi strani , bizzarri di quell' incredibile 1aprile 2006.
Elena che poche ore prima della messa, si cenerentolizza e pulisce il bagno della casa dei genitori, di lì a poco piena di parenti e ospiti. 
Elena  che infila al suo amato neo marito la vera nel medio della mano destra (...) incastrandola per bene. 
Risa, gioia Felicità,  ricordi, ricordi di festa, festa, risa leggerezza,  e poi  ritrovarsi improvvisamente soli, rannicchiati in una vecchia Cinquecento per raggiungere la location per le foto ripetendosi “Cavolo lo abbiamo fatto!!!!.Che pasticcio!!”
Anto, che durante le foto ricordo si ritrova a spingere la micro-car del mjtico Alfredo che disperso nella campagna tra Manzolino e l’agriturismo del rinfresco.
Leggerezza, libertà ed il futuro era ancora uno spazio infinito, da riempire. Il   traguardo del nostro sì lo voglio era la partenza della nostra vita, della nostra realtà.
Poi la vita si è fatta finalmente sentire. La vita, quella di Frank McCourt. La vita che con le sue unghie nere e i polpastrelli callosi ci ha afferrato e tirato giù dal pero.
Non eravamo ninfee galleggianti sulla superficie della sorgente della vita in attesa di sbocciarte, eravamo indubbiamente dei SEMI, sia di nome che di fatto, e come tali la vita ci doveva sotterrare  e ricoprire con terra e cacca. Sempre più giù terra e merda.
E allora? non c’è nulla di straordinario, prima o poi capita  a tutti che la vita si faccia sentire, no? Oddio... poteva capitarci a 70 anni, ne avremmo vissuti almeno altri 30 in un mondo di bambagia dove i problemi gravi potevano essere i voti deludenti di un figlio somaro, ma questa non è la nostra storia. E così ci siamo ritrovati in una rete di sofferenza che non avevamo mai provato: due gravidanze svanite in poche settimane, la malattia di quel nonno che voleva, e avrebbe potuto essere, il più nonno di tutti e che si è dovuto accontentare di tenere il proprio nipotino sulle su gambe sedute in carrozzella prima di lasciarlo per sempre. La malattia dell’altro nonno, che l' ha reso ovattato e non gli permette di vivere in pieno le cose. Le nonne provate da tumori e depressione.
E poi  Papera, la gravidanza difficile, la delicata operazione, e il tumore e la recidiva e poi  e poi  tutto intrecciato invischiato nel correre, nell'incastrare... ma eravamo sempre noi sempre, noi nonostante tutto.  
E il burattinaio che tira i fili e a volte impicca, l'orologiaio che blocca gli ingranaggi, o quel Dio, o quel niente che ci governa, bè… dovrebbe darci delle spiegazioni,  perché tutto sommato sul pero si stava bene!!!
E ora  che stiamo faticosamente tentando di spuntare da tutto quel letame, di rinascere annaffiati da chi ci ha sostenuto e amato, e da noi stessi,  ora ci troviamo così, con i capelli infarinati, le occhiaie perenni, tu con la pelle da Sharpei e le guance svuotate come il commissario Bassettoni, io , con una gobba stile Aigor e un accenno (eufemisticamente) di panza, la bocca un po’ più asciutta, l’animo più prosciugato e avido, stanco di cercare l’incanto.
I complimenti e le parole  sussurrate rimangono ingarbugliati nella realtà   e fioriscono nel quotidiano deviando verso la via del fare:  una colazione a letto, una cena post addormentamentum  pargolis, o il ricordarsi di essere prima di tutto, in partenza, in potenza, Noi proprio prendendoci cura della nostra strampalata famiglia.
Nostalgia del Come eravamo? Non lo so, il nostro È non ci permette di deconcentrarci perché il Sarà ci spaventa, e inevitabilmente ci aggrappiamo all’ Adesso e cerchiamo di succhiarlo e viverlo intensamente, perché la vita questo ci ha insegnato, mandando in vacca qualsiasi riferimento metafisico.
Io faccio fatica, non ho ancora la pace in  me stesso, continuo a sentirmi imbruttito, a volte un inganno per te e per i bimbi. E poi mi dico che noi siamo come l’Uomo Pietra dei Fantastici 4, noi abbiano la forma della nostra vita, della realtà che si è appiccicata sulla nostra pelle. Sassi che potevano lapidarci, affondarci, farci annegare e che invece ci hanno resi più duri, più corazzati. Forse più lontani dai nostri desideri, ma ben piantati sulla terra. Abbiamo perso... ma abbiamo vinto (un po' come tutti gli schieramenti politici dopo le elezioni).
Siamo come quel pigiamino delle pecore, logorati, scoloriti, ma nonostante tutto calziamo la nostra vita e cerchiamo di farla star comoda nei nostri panni.
E allora, nonostante l’ abbrutimento e l’imbrattatura, le piaghe dell’animo e lo stropiccio cuore siamo e continuiamo a rincorrere  allegria e  follia perché sono linfa e ossigeno per noi, per la Papera guerriera e per il comandante Bellacana.
E io... io non so ancora se ce l’ho fatta, e quanto e perché sono in tempesta, ma non sarei mia diventato Papàpapero senza di te. Hai sopportato e accettato le mie rabbie abilmente traslocate dall’angoscia dell’esistere al concreto bisogno di ordine, pulizia, igiene, il mio trasfigurarmi in casalinga isterica, in un Kapò che ti rinfacciava sempre le faccende non sbrigate. Certo non è (fortunatamente) nella tua natura essere la fatina della casa, ma pazientemente hai in parte ascoltato... e in parte ti sei fatta scivolare addosso tutte le mie manfrine.
Sei in grado di reggere i miei attacchi di rabbia, la pesantezza delle mie provocazioni, del mio lamentarmi che a volte accogli, altre a volte lasci correre… a volte prendi di punta, a mi rendo conto che meriterebbe di essere pagato con un ben assestata bastonata.
Tu che ce la metti sempre tutta a infilzare il quotidiano con la leggerezza.
Tu, che ti accontenti e fai festa per una brioche scongelata del discount, che anche se hai in banca il conto di RenatoAZero, va bene lo stesso, non te ne fai cruccio.
Tu che ti accontenti del presente, senza troppi rimpianti o rivendicazioni per una sliding doors nella quale avresti potuto rincorrere le tue passioni. Vivi, vivi e mi dimostri che la realtà è bella se tu l’ami, l’accetti ( a volte anche se la accétti un po'), la vivi senza troppi se…ma…bho.
Tu che tieni in un forziere le tue ansie, che raramente lasci uscire e che, nel caso, fanno  un  gran botto d’artificio ma non sono  mai distruttive come un terremoto, perché tu scegli sempre noi.
Tu che  sei l’interprete silenziosa dei miei umori e mi permetti di comunicare con il mondo con il quale a volte litigo e da cui vorrei ritirarmi.
Tu che traduci le mie parole farfugliate e mangiucchiate restituendo loro una forma intelliggibile
Speriamo che sta stronza della Vita ci permetta di restare insieme ancora un bel po', intanto prediamoci questi 12 anni.
12 anni insieme a te.
Ammetto di essere un pellegrino in cerca di sogni, un ingenuo un po’ ignavo che ha la sensazione e la certezza  di aver fatto scivolare le occasioni perché non si è sentito mai pronto pronto, adeguato.
Spesso in questa vita mi sono sentito in gavetta, ma di una cosa sono certo e mi sento sicuro, io ho amato!
E amo, vi amo e sarà così sempre, qualsiasi accidente la vita ci metterà difronte!


In questi 10 anni di matrimonio i  nostri cuori hanno battuto in sincrono, scassati, imperfetti ma hanno battuto il tempo dell’amore, e tutto questo vale e varrà sempre, ed è un pezzo di eterno che abbiamo incastonato, marchiato a fuoco nel nostro cuore, nella nostra anima, nelle nostre gambe stanche che corrono ancora giù dalla collina in attesa di spiccare il volo.

mercoledì 6 aprile 2016

...senza mai perdere la tenerezza

Carissimo Comandante,
oggi compi 6 anni, che dire?!
Che in questi 6 anni è successo di tutto ? Bè, questo lo sai già.
Se tu fossi nato in una famiglia normale oggi riceveresti auguri per una vita ricca di emozioni, di avventura, di eventi straordinari e specialissimi. E sarebbe davvero giusto così!
Invece sei capitato qui, in una strampalata Paperfamily della quale la fortuna (o chi per lei) sembra essersi un po' dimenticata.
I tuoi sei anni non sono stati facili, non stiamo qui a riassumerle tutte, ma diciamo pure che di emozioni, avventure, eventi straordinari e specialissimi ce ne sono stati fin troppi. Perciò oggi, che il tuo giorno, io, che sono la tua mamma, ti auguro una vita tranquilla, serena, fatta di giochi e di desideri esauditi, di sogni realizzati senza freno e illimitatamente.
Ti auguro di avere sempre (come hai ora) il coraggio di essere te stesso, anche in mezzo alla tempesta, anche quando sarai solo e unico in mezzo a una folla. 
Ti auguro di non perdere mai la capacità di sentirti diverso senza per questo sentirti sbagliato.
Ti auguro davvero di conservare la capacità di guardare avanti, di dire "Fa lo stesso" e "Ho fatto del mio meglio".
Ti auguro di imparare a dire basta, di saper andare via quando non ti diverti più e di cambiare strada quando vedrai che lì non c'è più niente da imparare.
Ti auguro curiosità e ironia, ti auguro sincerità e onestà (anche se a volte fanno male, sono difficili da mettere in pratica e da accettare e spesso non portano nessun guadagno).
Ti auguro di riuscire sempre, come ora, a voler bene a scanso di tutto.
Di rimanere buono e leale (vedi parentesi precedente).
Di essere forte senza mai perdere la tenerezza, anche se questo lo sai fare già molto bene. Ecco, se devo pensare a te in questi sei anni... questo sei tu. Forte senza mai aver perso la tenerezza. Hai continuato ostinatamente ad amarci tutti, nonostante gli errori, le promesse non mantenute, le delusioni dell'ultimo minuto., il dolore, nonostante le spiegazioni difficili alle tue domande semplici, i silenzi, quegli sguardi... e l'aria a volte così pesante.
Vorrei che potessimo recuperare, vorrei poterti regalare 6 primi anni diversi, ma tornare indietro non si può.
Allora vorrei prometterti che da ora in poi sarà diverso, bello, facile. Che recupereremo tutto e saremo sempre felici e contenti. Ma sai che non posso farlo... anche se forse non sai quanto lo vorrei.
Perciò, oggi, nel giorno del tuo compleanno, il giorno in cui compi 6 anni e diventi grande, ti abbraccerò forte,cantandoti Tanti auguri, e il mio cuore ti sussurrerà piano
Grazie!

https://www.youtube.com/watch?v=R3Wf53M_YRM

sabato 5 marzo 2016

Yes, Duck can!

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, recita un vecchio adagio.
E il papero? Il papero… bè, il Papero si evolve e si trasforma. Se poi, come nel nostro caso, si tratta di una battagliera Papera Guerriera, allora c’è poco da star tranquilli!
Partendo dal presupposto che “tranquilli mai!”, neanche spaparanzati sulla sabbiolina bianca di un’isola tropicale a sorseggiare Zabov, la Paperfamily procede nella sua quotidiana ricerca della normalità a suon di versamenti pleurici, estemporaneee endoscopie, e giochi di una fantasmagoria al limite della schizofrenia in cui la Papera matta starnazza per casa con un vassoio di cartone legato al braccio (lo scudo) e una spada di polistirolo  gridando “Ragaaaazzooooooo!!!” all’inseguimento del papà.
E allora è facile immaginare e financo supporre che da grande farà il supereroe:
“Io sciono una Papia Guejiea! Una papia Cojaggiosa!!! Ta daaaaaa!!!!”
“Io sciono sciupe Isciotta!!!”
“Camillo è magico, io sciono cojaggiosa!!!”
Già me la vedo, nella tipica posa con le gambe larghe e i pugni sui fianchi. La sua sagoma arrotolata in una tutina gialla con mantello “fuffia” (o come direbbe Bellacana “Rosa Schiapparelli”) si staglia sui tetti di Duck city nell’incombente e violaceo crepuscolo.
Tutti la conoscono come La Palmipede Scodata dal Codino di Fuoco, ma nessuno conosce la sua vera identità grazie alla sua mascherina piumata che la avvolge nel più fitto mistero!
Il suo superpotere consiste nel portare il sorriso ovunque vada, si tratti di una corsia d’ospedale o di un concerto di Gigi d’Alessio. Lei arriva e con il magico fetore della puzzetta scaccia il cattivo umore e la malinconia.
 Il mondo la adora per questo e la acclama intonando l’inno che ormai tutti conosciamo: “Quaaaaaack quaaaaack quaaaaaaack!”

Eh, facile immaginare, ma qua si vive sempre sull’oggi, nel presente… immaginare il futuro fa ancora un po’ paura (e chissà per quanto).
Certo è che vedendola così, intensa, piena di vita, al 1000% in tutto quello che fa, si fa fatica a non immaginare per lei un futuro… non dico radioso, ma proprio stratosferico!
Vogliamo buttarla lì?
Volgiamo esagerare?
Ok, esageriamo!
Perché no. Io me la immagino  proprio lì, sul tetto del mondo: Presidente degli U.S.A !!!
No, non United States of America, ma United Squack of Anatids!!!!!
La casa Bianca verrebbe dipinta di giallo e il discorso di insediamento suonerebbe più o meno così:


Immagina che non esista il paradiso, 
è facile se provi, 
nessun inferno sotto di noi, 
sopra di noi solo il cielo. 
Immagina tutta la gente 
vivere per il presente. 
Immagina che non esistano frontiere, 
non è difficile da fare, 
nessuno per cui uccidere o morire 
e nessuna religione. 
Immagina tutta la gente 
vivere una vita in pace. 
Puoi darmi del sognatore, 
ma non sono il solo. 
Spero che un giorno 
tu ti unirai a noi e il mondo sarà unito. 
Immagina che non ci siano ricchezze, 
mi meraviglierei se tu ci riuscissi, 
né avidità né cupidigia, 
una fratellanza di uomini. 
Immagina che tutta la gente 
si divida tutto il mondo. 
Spero che un giorno 
tu ti unirai a noi e il mondo vivrà unito. 



…esagerato troppo eh?
Si, lo so, lo so… soprattutto il discorso… già sentito… anche già cantato…
Va bè dai, allora una cosa più:


Uno spettro si aggira per Duck City (perché naturalmente tutto il mondo a quel punto si chiamerebbe Duck City in suo onore).
Lo spettro della tristezza!
Anatidi di tutto il mondo, unitevi e combattiamo insieme il grigiume della sfiga e delle avversità!
Armiamoci di ironia e follia allo stato puro. Rimpinziamoci di cotini e cotette (cotechini e cotolette in paperese) e scoreggiamo sopra a chi ci vorrebbe piagnucolanti larve autocommiseranti.
Vestiamoci si giallo e bianco (i colori feticcio del paperclan.. retaggio della precedente vita da supereroe) e portiamo leggerezza, sorrisi, allegria nella nostra belle Nazione ( il mondo!)

Mi sembra già più verosimile.
Ora, tornando a fare le persone serie (… bè, cos’è quella faccia????!). è molto facile divertirsi così a fantasticare tra una Papera dominatrice dell’universo e un Bellacana che passa allegramente da un’avviata carriera di drag queen a quella di stilista per Barbie fino a cimentarsi in una futura olimpiade come ginnasta volteggiante o novello Signore dei balzelli.
Più difficile pensare seriamente al domani. Non per mancanza di immaginazione, ma per timore di sbattere di nuovo il muso. Per paura. Pura e semplice.
Paura di quel mostro che sembra essersi allontanato e dormire un sonno profondo e senza sogni. Paura di un suo repentino risveglio. Della sua fame di gioia altrui, di vita degli altri. Per il suo malsano appetito di bambini, guerrieri… di famiglie felici ognuna modo suo…
Una paura che ogni giorno l’oncogenitore sceglie, decide, di lasciare fuori dalla porta. Ma che sta lì.
Sempre.
Infimamente acquattata e pronta a rientrare dalla finestra.
Ma si vive, e si sceglie ogni giorno il presente
“…il presente ci basterà…”
E ci si sforza, si ripete come un mantra, finchè non ci si crede per davvero!
E tutto, allora, diventa possibile…..