C’era
una volta una coppia di tartarughe che desiderava avere un figlio
tartarughino. Per giorni mesi e anni avevano scrutato il cielo sperando di vedere
arrivare all’orizzonte una tartarogna. Ma voi conoscete, o avete mai visto,
una tararogna? Se la risposta è no…
state tranquilli, ne esistono pochissimi esemplari. Le tartarogne sono cicogne
che portano ai papà e alle mamme tartarughe i loro piccolini. Essendo poche e
rare hanno moooolto lavoro, per ciò a
volte fanno errori e pasticci.
Ai
protagonisti della nostra storia capitò proprio uno di questi: la
tartarogna lasciò nel loro fagottone un piccolo tartarughino incompleto !!! Ne
era arrivato un 75% , insomma una buona parte… ma quella sbadata della
tartarogna si era semplicemente
dimenticata il carapace, il guscio!
Mamma e papà tartaruga inizialmente furono un po’ turbati, poi capirono che anche
“sgusciato” il loro doveva essere un
animaletto speciale, e avrebbero fatto di tutto per aiutarlo e farlo crescere
sano, forte, e felice.
Mancando un pezzo, ed essendo quindi una
tartaruga incompleta, lo chiamarono
Tarty .
I
primi anni trascorsero sereni, quando il piccolo aveva bisogno di calore o di stare al sicuro tra mura domestiche poteva
accucciarsi nel guscio di mamma o papà,
i genitori erano piuttosto grandi, per cui Tarty stava molto comodo, e a loro
piaceva averlo nel groppone.
Il tempo passava e il piccolo mangiava come un
tartalupo mannaro e diventava
sempre più grosso e lungo; sia la sua mamma che il suo papà allora
iniziarono a dimagrire per fargli
spazio, ma non potevano ridursi a pelle ossa, dovevano mantenersi forti per
poter trascinare le loro casette.
Bisognava trovare una nuova soluzione
.
“Tarty è ora che tu abbia la tua
indipendenza!” Disse una mattina papà tartarugo “ …e noi ti aiuteremo per
trovare una soluzione””.
Il primo tentativo fu costruirgli un guscio fatto di piante e fiori intrecciati. Era bello, tutto
colorato e profumato… ma il giorno dopo
era già appassito! Allora gli costruirono un carapace fatto di rami e foglie,
ma con l’autunno le foglie caddero, e iniziarono ad entrare spifferi ghiacciati. In inverno ne provarono uno di ghiaccio, ma
non era per niente confortevole, e con le prime giornate di sole cominciò a
sciogliersi, gelidi goccioloni colpivano sempre il povero Tarty facendolo
rabbrividire. Mamma tartaruga non si perse d’animo e propose “Andiamo da
Mastrocastoro! E’ il più bravo artigiano della foresta, una soluzione la
troverà”.
Ma Tarty era titubante: “ Mastrocastoro??Il
vecchio Burbero che abita isolato sul
fiume?”
“
Proprio lui!” gli spiegò la mamma, “ Noi ti accompagneremo fino al margine del
bosco, poi continuerai da solo. Sai, non gli piace avere troppa gente attorno!”
“ Parla con sincerità” gli consigliò il
papà, “ e vedrai che ti ascolterà, riuscirai a fare breccia nel suo cuore
burbero e solitario”.
Tarty raggiunse il fiume dove il vecchio
castoro stava costruendo una diga.
Il vecchio saggio si fece raccontare la
storia del giovane tartarugo, poi parlò, e disse “Tu hai bisogno del tuo
carapace, ma gli altri ne hanno bisogno quanto te!” e decise di aiutarlo, ma
solo a patto che Tarty completasse la diga insieme a lui.
Il piccolo tartarugo non era sicuro di
aver capito le parole di Mastrocastoro, ma poi pensò che non aveva nulla da
perdere. E fu così che Tarty scopri di essere un abile e veloce nuotatore, e
che non avere il guscio gli permetteva di entrare in cunicoli stretti e
angusti con estrema facilità.
Fece fatica, ma si divertì molto.
Passarono divere settimane, mancavano
ormai pochi giorni al completamento della diga, quando il piccolo tartarugo
disse al castoro “ Ho deciso, non voglio
più il carapace!” ma il vecchio saggio lo ammonì “ Hai scoperto di essere un
abile nuotatore, agile e unico, ma tu hai bisogno del tuo carapace, e gli altri
ne hanno bisogno quanto te!” .
Tarty guardò negli occhi Mastrocastoro e
stavolta capì esattamente cosa voleva dire.
Ora era pronto per ricevere un vero carapace. Era bellissimo e
maneggevole, una corazza da fuoriserie, tutte le altre tartarughe gliela
invidiavano, ma lui l’ adoperava il
minimo indispensabile, per andare a riposare, o per proteggersi dal freddo .
Mamma e papà tartaruga lo guardavano muoversi
tranquillo e sicuro nel mondo, e si chiesero se sapesse di essere un tartarugo
davvero speciale!