lunedì 25 novembre 2013

Lo zen e la funambolica arte di interagire con un oncogenitore


Avere il titolo di “oncogenitore” non è certo un premio, nè tantomeno una passeggiata, è uno status che fa effettivamente tirare dei cancheri.  E’ l’uomo grigio di Momo che inesorabilmente avanza, anzi è una sorta di buco nero che ti sommerge di punto in bianco.
L’oncogenitore entra  nel macrONCOcosmo che si apre e inghiotte tutte le dimensioni, tutte le relazioni, le passioni.
Per il paese, o nel quartiere in cui vivi, sei il padre/la madre della  bimba che ha un “brutto male”….. brutto male????? “ma sìììì, tusaicosa! (per dirla come una certa J.K.Rowling).   In realtà nel dramma l’oncogenitore ha un vantaggio,  un ruolo:  sei il papergenitore, il gregario,  il braccio destro della Papera guerriera …beh, sì, fino ad una certo punto sei anche il braccio  sinistro, e   il tassinaro, sei  un po’ cavallo e un po’ mulo, sei  il traduttore dal paperese all’italiano, lo sgommista di cacca, il catetattore,  il cuoco che si è frullato tutto dall’ananas alla  fiorentina ( non ditelo alla dottoressa Innominata!!!), dalle proprie dita al proprio cervello, sei l’imprecatore, la memoria storica di un passato che la paperpargola non  ricorderà, sei il gorgo di lacrime inghiottite, sei  l’Oss, il maggiordomo, l’addetto stampa, lo sguattero, il contabile, insomma…sei  un  genitore!  Certo, non c’è nulla di onorevole in tutto ciò, ogni oncogenitore avrebbe fatto volentieri a meno di questo titolo,   ma è capitato e, sarà l’ennesimo appiglio fatto di fili sottili di ragnatela d’ illusione, ma   essere accanto alla Papera guerriera è un onore e una garanzia.  Come fare un doppio a tennis e avere come compagno Nadal, è sentirsi come il figlio di Stallone in Over the top, insomma giochi nella squadra dei buoni, dei forti, dei puri. Agli occhi di amici, famigliari e conoscenti ti senti un po’ un oncopatriota, un oncoreduce… un oncopartigiano!
Essere invece spettatori volontari o involontari, essere amico, fratello, compagno di strada, essere parente o collega, essere il vicino di casa o essere semplicemente il panettiere o il giornalaio di un oncogenitore… cosa comporta? Inadeguatezza? Imbarazzo? Disagio? …Cosa posso dire? Cosa si può dire quando ci si incrocia per le vie del paese? Cosa si può chiedere?...Si può chiedere? Cosa Posso fare? E se faccio finta di niente? Parlo del tempo, come in ascensore? COSA???!!! Insomma tutti coloro che condividono e vivono con gli oncogenitori questa esperienza incredibile e assurda sono sfuocati, senza un contorno.
Eppure… ci sono manuali sull’empatia, sull’elaborazione del lutto, sulla caccia all’ungulato selvatico. Si possono studiare le affermatissime  tecniche di “E.S.S.I.D” Empaty Soul Solving Incrising For Duck  della studiosa sislandese Attosi Inoelra, e  le note tecniche di  riluttanza paperista indotta tramite l’insostenibile scapellamento a  destra. Insomma il disagio, l’inadeguatezza, la gocciolina fredda di sudore che ti corre giù per la schiena  quando incontri un oncogenitore e non sai che dire, sono vivi e reali!  Non ci sono manuali quando le bombe ti cadono a due passi. I papergenitori sanno bene, perché l’hanno provato sulla loro pellaccia, che semplicemente non è semplice. Ed ecco allora la soluzione: un mini vademecum  delle cose, delle frasi, degli atteggiamenti  che sarebbe meglio evitare con un oncoleucogenitore, o qualsiasi altro tipo di genitore di un bimbo ospedalizzato.
Chiariamo da subito che i Papergenitori hanno apprezzato, e bevuto come acqua fresca qualsiasi sostegno, parola, sguardo diretto o sfuggente, abbraccio, sorriso timido o aperto, ogni moto di condivisione, anche quello più folle. Al tiepido tepore di ciascuno di questi si sono scaldati e rincuorati nei momenti più difficili, e con questi hanno gioito in quelli più sereni.  
Qui si parla di sensazioni, e si cerca solo di togliere un po’ di imbarazzo e di far capire che certe cose possono creare distanza, se rimangono in sospeso. Insomma, nessuno si senta offeso, i Papergenitori per primi spesso e (poco) volentieri fanno certe gaffes quando si relazionano con altri genitori di oncopaperologia!!!  
Prendete tutto ciò che seguirà con le pinze…e col sorriso. Non  vuole essere una lezione magistrale (…anche perché nel curriculum scolastico di mamma e papàpapero di magistrale c’è ben poco!)  Ok, cominciamo.

I diversi modi di approcciarsi ad un oncogenitore possono essere riassunti in 7 figure principali:

1.     Quelli che… “Oh, noi ci siamo!”
Categoria nella quale possiamo annoverare gli stessi papergenitori, è un macrogruppo composto da persone care e vicine, perlopiù amici i quali, di fronte alle sfighe e alle prove della vita, hanno come primo istinto la protezione delle persone care, lo stare vicino. Provano per l’oncogenitore un’empatia fatta di incredulità, rabbia e paura…e di un’impotenza dovuta al non poter aiutare davvero.  Ed ecco che devono accettare il limite, non si può fare altro che piccoli gesti concreti(tenere gli altri figli a giocare per un pomeriggio, preparare qualche barattolo di sugo, fare un salto per aiutare a pulire casa…)  che dicano “oh, noi ci siamo!” . L’impotenza diventa il loro fardello, da dividere con il fardellone  del papergenitore. Sappiate che a quest’ultimo questa condivisione dà forza, pertanto si prega di non  demordere e non desistere, ma di continuare intensamente con il  tifo,  anche se il percorso sarà lungo,  perchè questo modo di esserci, è carburante di energia pura e semplice. 

2.     Gli apocalittici (non integrati)
Sono quelli che… “Che bel film, ho pianto tanto!”.  Solitamente fanno parte di questa categoria anziane e pie donne che si svegliano al canto del gallo e si coricano al calar del sole (dopo l’orazione della sera). La loro lettura preferita (dopo le sacre scritture) è Cronaca Vera, e infatti quando incontrano l’oncogenitore, dopo aver chiesto con voce tremolante e flautata “Allora, come sta la piccola?”,  tendono a rincuorarlo raccontando di “Quel bimbo in Nazurkishtan che aveva un Brutto Male alla ghiandola echinacea, e che proprio il giorno prima dell’operazione…gli è scoppiata cospargendo il Brutto Male in tutta la tromba di eustachio…poveretto!!!” eh già, poveretto! Ecco che nell’oncogenitore si accende la spia rossa lampeggiante ACHTUNG! PERICOLO!!! Fermi tutti, nota bene: MAI CONSOLARE PARLANDO DI SFIGHE PIU’ GRANDI!!! Non è necessario, non ha senso, non è etico, …non si fa!!!!!!!  Perché, si chiede l’oncogenitore, dovrei trarre giovamento dalle disgrazie altrui? E’ come quando da piccoli i genitori ci  sgridavano  “finisci il minestrone che ci sono i bambini del Terzo Mondo che muoiono di fame!” …alzi la mano chi dopo questa frase, commosso dal dramma della fame nel mondo, si è sciroppato il minestrone tutto d’un fiato?

3.Niente di nuovo sul fronte occidentale
Di questo gruppo fanno parte i più imbarazzati di tutti. Quelli che di fronte all’enormità della malattia si sentono piccoli piccoli (e che ovviamente non lo sono affatto, solo non hanno avuto una dose da cavallo di sfiga a presa rapida) e tendono a minimizzare le loro cose. Sono quelli che quando l’oncogenitore chiede come va? magari un meteorite ha appena preso in pieno la loro macchina e loro rispondono “Tutto bene… sì, un sassetto mi ha segnato la carrozzeria ma nessuno si è fatto niente!”
Tranquilli, con gli oncogenitori si può parlare liberamente di ogni cosa, tanto più delle proprie sfighe quotidiane, non è né una gara né “mioddio mioddio adesso urto la sua sensibilità di oncogenitorepsicolabile!”. La vita di ognuno di noi è fatta anche di piccole cose, non ci si deve sentire stupidi o inadeguati di fronte a chi sta passando un momento difficile, non serve a nessuno. Anzi, la normalità, la routine,  con le complicanze e le soddisfazioni quotidiane di amici, conoscenti e famigliari  sono un arricchimento , una distrazione dall’Oncomondo, un promemoria che dietro la maschera di un oncopatriota ci sono i due faccioni di papàpapero e mammapapera…….Insomma se siamo aMici possiamo Amiagolare insieme (lo so, questa è pessima, ma tardissimo…)!         

4.Anche i ricchi piangono
Sul versante opposto ai Nientedinuovosulfronteoccidentale  si pongono i Ancheiricchipiangono, ovvero coloro i quali vivono in un dramma shakespeariano, in un romanzone russo, in uno qualsiasi dei tre volumi de I Miserabili…in una telenovela sudamericana! L’oncogenitore è superdisponibile ad ascoltare le lamentele degli amici, come dicevamo prima, ognuno ha le sue croci, ma gli Ancheiricchipiangono vanno ben oltre. Tu potresti avere tuo figlio in camera sterile, al quinto ciclo di chemio, attaccato a tre flebo diverse che gli entrano in un broviac che sta lì per grazia ricevuta, in attesa del prelievo di staminali, che loro (gli ancheiricchipiangono) sorvolerebbero per raccontarti della tragedia che si sta consumando in ufficio da quando hanno ridotto la pausa caffè da quindici a dieci minuti e tutto il personale è insorto perché “guarda tu non puoi capire cosa voglia dire dover far tutto di corsa e dover rinunciare al caffè di metà mattina, proprio non puoi capire!”.  E poi capita il giorno che è vero, che un oncogenitore stanco, ma stanco, ma stanco, non capisce proprio cosa ci sia di così tragico nella riduzione della pausa caffè in ufficio, perché lui ci tornerebbe anche subito in ufficio, anche senza pausa caffè, pur di non dover essere lì dov’è col suo piccolino, allora forse quell’oncogenitore quel giorno, proprio quel giorno lì, quello che non capisce il dramma della pausa caffè capita che ti manda a quel paese… perché quando ancheiricchipiangono, gli oncogenitori strippano!


5. Il Gatto Banderas
Shrek, presente? Il gatto con gli stivali, quello doppiato da Antonio Banderas… capito? Quello che fa gli occhioni sbrilluccicconi…?!... ecco, quello lì, proprio quello sguardo lì, un po’ da san bernardo (inteso come cane…), quello sguardo contrito, pietoso e compassionevole…e anche un po’ penosetto…via! Via !! Via!!! Via!!!! Cavoletti, stai guardando un combattente, un guerrigliero, un gregario da combattimento, cosa sono quegli occhietti lacrimosi e quella vocina fioca fioca? Metti via! L’energia passa attraverso l’energia, perciò…animo!


6.Il Gurucuccuru
Se senti la voce della Verità echeggiare dentro te come fossi con la testa dentro una delle campane di a Notre Dame  de Paris, se senti che ogni tuo poro zampilla Verità e fede di qualsiasi credo, professione, partito, setta, club….. ti prego (in tutti i sensi)  se vuoi illuminare il percorso di quella derelitta dell’ oncopapera e dei suoi genitori reietti, e li vuoi convertire a certezze spirituali con “Devi credere! Devi convertirti! Sei in crisi religiosa!”, ti prego, strangolati da solo. Evita  che lo faccia un oncogenitore (se non altro per risparmiargli almeno la galera, con tutto quello che già gli tocca…).  Evitiamo fraintendimenti, gli oncogenitori sono grati e accettiamo qualsiasi forma di aiuto spirituale di qualsiasi tipo e professione (tranne forse sacrifici umani, ...forse), ma non hanno bisogno di essere convertiti, sbattezzati, indottrinati. 
Occorrono rispetto e umiltà, anche da parte di chi crede di possedere verità assolute!

7.Vedo…prevedo…stravedo…
Vedrai che non è niente!”
“Andrà tutto bene!”
“Ma sì, tutto si risolve!”
“Va bè, dai, non può mica andare tutto storto!”
“Vedrai che da grande non si ricorderà niente!”
Ma chi sei? Nostradamus? Certo è un augurio, una difesa, ma spesso questi profeti non sanno niente della storia delle persone con cui stanno parlando, o, se sono amici, non hanno idea dei dubbi, delle ansie, delle paure  che si affacciano sul futuro di un oncogenitore. Non si sbilanciano i medici, non dovrebbe farlo nessuno!
Se davvero hai il dono della divinazione e della negromanzia allora rivela qualche numero del Lotto per un paio di ruote vincenti, ok?


Ecco qua, questa non è che una piccola rappresentanza dell’universo di soggetti che gravitano nel mondo dell’oncogenitore fuori dalla realtà parallela del paperclinico. Molti si accostano con affetto sincero, ed è solo la mancanza di un’esperienza diretta, o l’imbarazzo eccessivo a farli scivolare in uno di questi clichè, e l’oncogenitore lo sa, perciò apprezza ogni manifestazione di solidarietà e ogni sferzata di energia.
Ma…si può sempre migliorare, perciò, nel dubbio se dire o meno “Vedrai che non è niente!”, oppure “Eh, ma lo sai che tizio ha avuto la tal cosa che poi non l’han presa in tempo ed è rimasto offeso da qui a lì per sette anni e…”, o ancora “Devi credere in questo…!”

…bè, ecco, nel dubbio se dire o non dire… meglio il dubbio!

venerdì 15 novembre 2013

...gli eroi sono altri...

"15 Novembre" ei fu, siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette il broviac immemore, orbo di tanto spiro! Ebbene sì, il broviac ci ha lasciati, o meglio, ha lasciato il corpiciattolo paffuto della Paperaguerriera in questa fredda mattina di Novembre. Forse i papergenitori dovrebbero essere tristi, preoccupati... di norma la dipartita del broviac non è una gran bella notizia. Ma in questo caso...tutti non aspettavano altro. Il dottor Fozzyemuppet, con il suo sorriso ottimista, sosteneva fermamente che avrebbe tenuto fintanto che non si fosse deciso di toglierlo, la dottoressa Benvenuta Innominata (new entri? noooooo!!!! è una vecchia conoscenza dello staff di oncopaperologia... chi sarà?)con la schiettezza che la contraddistingue due settimane fa disse "Hovvia, se regge ancora un mese è già tanto!", Gemellomenosimpaticodibarbablù si limitava a scuotere la testa ad ogni medicazione, gli altri non si pronunciavano nell'attesa degli eventi. Fatto sta che se avesse tenuto ancora un po' non sarebbe stato male, ma in fin dei conti il suo lavoro l'ha fatto più che dignitosamente (considerato che aveva cominciato a sfilarsi a fine giugno!!!).Il buon broviac ha resistito a tutti i cicli di chemio e ai vari ricoveri extra della Papera, ora per i prelievi di controllo la sforacchieranno un po'...e pazienza! E così stamattina quando, durante il quotidiano lavaggio del CVC, Mammapapera ha detto "Guarda, perde?", e Papàpapero ha risposto "Cosa?", la risposta "Il broviac!" non ha destato il clamore che ci si sarebbe aspettato un tempo. Conoscendo già la risposta Mammapapera ha chiamato oncopaperologia "Ehm...dottoressa Mammotti... ci siamo, l'evento che tutti trepidavano si è compiuto!" "Vi aspettiamo!" E via a preparare Cana, Papera, ritirare l'auto dal meccanico (che tempismo eh per decidere di fare il cambio gomme!!!), lanciare Bellacana dalla macchina in casa di Nonnami, e sfrecciare verso il Paperclinico. Accolta dal sorriso del giovane dottor Yiddish e raggiunta subito da Ninja, che vuole sapere com'è andata, la Paperfamily si accomoda in ambulatorio. Ed ecco la dottoressa Mammotti. Ninja toglie cerotti e garze...sotto gli steril streep il tubicino è arrotolato tre volte. Ninja toglie anche quelli, la Mammotti si appresta a sfilare e... niente, esce mezzo centimetro di tubicino... "Domani ve lo sareste trovato in mano!" sorride la dottoressa. Sguardi incrociati, Mammotti/Mammapapera, Mammapapera/Papàpapero, Papàpapero/Ninja, Ninja/Mammotti... La Papera guarda incuriosita il suo pancino. Libero. E in quest'attimo realizzi cos'è stato quel filo bianco e sottile in questi mesi, lì dentro è passata la cura, sottoforma di terapia,ed è passata la vita, sottoforma di nuovo sangue, ed è stato crocevia di emozioni, di paura e di speranza. E adesso,a vederlo lì, sul tavolo...sembra solo un tubicino bianco... "Ehm...possiamo tenerlo?" chiede timidamende Papàpapero. Tutti si sciolgono in una risata. Ninja e KGB lo prendono in giro "Guarda che diagnosi e cura è a Baggiovara!" e la dottoressa lo rassicura "Non è il primo a chiederlo sa?"...ma le scappa da ridere. E così questa è passata serenamente, poi arrivano anche le dottoresse Seabbaianonmorde e Benvenuta Innominata e davvero si capisce che va bene così, andata com'è andata è andata bene. E questo è tremendamente vero. Ma la gioia per te stesso ad oncopaperologia non esiste, perchè sei così strettamente connesso con gli altri che gioia e dolore sono collettivi, e il secondo è forte ed empatico quanto la prima, e tutto è condiviso. Un po' della gioia di chi sta bene passa e dà forza a chi ancora lotta, e un po' del dolore di chi combatte viene diviso con chi sta meglio. Perchè può capire. Proprio oggi che erano andati in reparto per quella che poi si è rivelata un'inezia la Paperfamily ha incontrato un'amichetta della Papera, conosciuta nel regno dei delfibanani. E per distrazione Mammapapera fa la domanda che non dovresti fare "Come va?", e subito si morde la lingua...se sei lì, ancora, per l'ennesima volta, con il fiore d'argento della chemio che sboccia sull'asta della flebo...tanto bene non va. E infatti tanto bene non va. La Bimbaconlecoccopantofole dovrà affrontare per l'ennesima volta trafile lunghe e invasive, sottoporsi ad altra chemio, soggiornare in un'oncopaperologia lontana di un paperclinico sconosciuto...e poi c'è Natale, e non ci sono cazzi, in certi periodi le cose brutte pesano molto più che in altri. Soprattutto se hai dei bambini, soprattutto se uno è malato, soprattutto se la sua malattia lo costringe lontano dai fratelli. E' uno strazio, e la Paperfamily lo sa bene, essere una famiglia divisa, smembrata, fatta a pezzi dalla malattia. Dalla malattia di un piccolino che non può difendersi, e che nemmeno tu genitore (che dovresti essere la sua forza, la sua guida, la sua sicurezza, il suo modello, il suo eroe) hai saputo difendere dal male. Ed è un attimo renderti conto che alla fin fine tu sei anche stato fortunato. Con tutto quello che hai affrontato, con quello che ancora verrà, che c'è da sistemare, ti rendi conto che la Paperfamiglia fa parte di una percentuale fortunata. E ti viene da fare di quelle domande... quelle che... se credi in qualcosa la tua fede vacilla, e se non credi...bè, se non credi...se non credi sai che in fin dei conti è solo una grande roulette russa. Le cose succedono e nessuno decide come andranno...e non hai nessun dio col quale fare a pugni, e allora prendi a pugni un muro, il cielo, te stesso. Perchè non è possibile. Non è giusto. Non si fa!!!!! Non si fa che un bambino che lotta con le unghie e con i denti,ma soprattutto con i suoi sorrisi, i suoi discorsi strampalati, i suoi pupazzini sul letto, i suoi occhi aperti sul futuro non riesca a mettere la parola fine a tutta questa sofferenza. Non si fa che una mamma e un papà, coraggiosi come leoni, forti come montagne, che ti sorridono sempre con gli occhi asciutti, che ti colorano di rosa l'acqua della bacinella dove i piedini fanno il bagnetto, che tengono duro e stringono i denti ancora e ancora e ancora...che non possano stare tranquilli tutti insieme stretti forte forte a casa loro. E tutti gli altri! I compagni della Papera in questi mesi, che erano qui quando lei è arrivata e sono ancora qui, col fiore d'argento o con una strada davanti che si perde nella nebbia. Tutti i piccoli onco e leucoguerrieri che sono passati di qui e per i quali la grande roulette ha fatto uscire i numeri più disparati... All'inizio di Ospedalando molti hanno definito eroi i papergenitori, bè, ora mammapapera si rende conto che a loro i medici hanno sempre detto chiaramente "Da questo tumore si guarisce, si faranno tre, quattro cicli di chemio, quelli che ci vorranno...poi se si potrà operare interverremo, se no si continuerà con la terapia finchè non sarà operabile". Ecco, all'inizio sembrava così poco, e confuso. Ma adesso Mammapapera si rende conto che era tanto. Che sapere, più o meno esattamente, come sarebbe andata non capita a tutti, è una fortuna. Ed è andata davvero così, quasi per filo e per segno...ed è una fortuna. E allora alla fine ti rendi conto che gli eroi sono gli altri. Quelli che partono nell'incertezza più totale e ogni volta devono ricominciare da capo, ancora, ancora, ancora... e l'affrontano con le armi di cui dispongono: amore, sorrisi, forza, tenerezza, paura, lacrime, amore, rabbia,pazienza,fatica, amore, speranza, disperazione, amore, amore, amore, amore, amore, amore, amore, amore....

mercoledì 6 novembre 2013

Vertigo!

E’ da più di un mese che il combattente Papàpero non scrive il bollettino di guerra sulla mirabolante e coraggiosissima Paperaguerriera. Di acqua e di flebo ne sono passate sotti i ponti e sotto le piume …ma anche di cateteri e clisteri. Sono stati giorni pieni di emozioni, colpi di scena, vittorie, inconvenienti. Una serie di eventi degni di essere raccontati su Ospedalando. Effettivamente, aveva iniziato un paio di post, che ha poi pensato di post...icipare di qualche giorno perché avrebbei dovuto metterli a post, ma in realtà aveva suppost male e forse saranno post postumi. Cosa sta succedendo? Crisi del blogger? La follia ha preso il sopravvento? E’ come se i pensieri si fossero voluti ribellare, non volevano essere dominati dalle parole, imbrigliati dalle frasi, non volevano essere incasellati in definizioni, dovevano e volevano scorrazzare liberi nella zucca dura di papàpapero e fare scempio e razzia di quel poco di lucidità che ancora vi alloggiava.. Siamo all’ultima chemio e Papàpapero dovrebbe essere dopato di positività, sentirsi l’Oncorambo del reparto. Dovrebbe affrontare il nemico impugnando la flebo come un Kalashnikov e scaricare un chemiocaricatore…. TATATATA…. urlando “ Al diavolo, fottutissimo Germinoma, Teratoma…o quel canchero che sei!!!” Dovrebbe avere un sorriso stampato da BambinodellaKinder degli anni ’80, dovrebbe aver preparato una damigiana di champagne da stappare con un martello pneumatico……. NO, non è così che funziona. C’è qualcosa che non va. Papàpapero non è invincibile. Piantato nel cuore c’è un fantasmatico tumore morale e psicologico che rosicchia l’animo. Probabilmente fa parte del pacchetto omaggio con il il tumtour (ossia il cancro tour), un po’ di depressione, ansia, angoscia…… È come se Papàpapero non si fidasse più di niente e di nessuno, come se volesse scegliere l’incertezza della malattia della papera come unica certezza. Detta così sembra quasi un insulto ai nostri compagni di guerra, che stanno combattendo le loro leuco e oncobattaglie a oncopaperologia … eppure credo che sia umano . Non si riesce ancora a tirare un sospiro di sollievo, non ci si crede, non ci si fida, si ha paura di abbassare la guardia e di farsi cogliere di nuovo di sorpresa dall’onconemico. Forse, come dire… Papàpapero è spaventato, spaventato nel tornare ad una normalità che è una novità, perché con la Papera una normalità vera, normale, la Paperfamily non l’ha mai davvero vissuta. Forse sente ancora il jet lag dell’oncotempo, in cui il mondo reale che ti è attorno gira ad una velocità diversa dalla tua e che tu, oncogenitore in battaglia guardi con distacco, come quando provi a girare una mano in un senso e l’altra nel senso opposto… con l’espressione da mucca che guarda passare il treno . Con distacco e sguardo bovino abbiamo visto l’alternarsi delle stagioni, del caldo e del freddo, delle giornate che si allungavano e si accorciavano. Nessun ritmo costante, né quello del lavoro, né quello delle incombenze domestiche. I giorni hanno avuto una stessa impronta fatta di routine ospedaliera e brevi intervalli a casa dove, per strappare un po’ di serenità e leggerezza, si lottava con i denti rosicchiandola all’imprevisto in agguato. Forse Papàpapero sta facendo i conti con la vera forza del cancro, che continua il suo lavoro anche quando viene estirpato. Lo continua nei gregari, che forse avevano sottovalutato questa sfaccettatura del tumore, incredibile questo cancheraccio, ha sempre qualcosa da insegnarti! Forse il nostro Fagiano pensava di uscirne vincitore come il generale Custer… nelle sue fantasie più perverse si immaginava una conclusione fatta di cerimonie e feste. Immaginava le amate infermiere schierate su due file che, al passaggio della paperaguerriera, alzavano i cateteri incrociandoli, mentre i medici facevano roteare gli stetoscopi come abili majorette, e le Oss che lanciavano biscottini alla folla festante. Ora invece Papàpapero si sente come come un reduce del Vietnam. Non sa qual è il suo posto, rimugina... Deve fare i conti con quella moviola interiore che perennemente ripropone flashback di questi mesi, che impasta il passato con il presente, e lo tormenta. Che ci vogliamo fare, è fatto così. Le cose non riescono a scivolargli addosso, trattiene ogni cosa… da più di dieci anni lavora nel sociale e ancora non ha imparato ad archiviare, a chiudere i capitoli degli incontri/scontri con tutte le storie che ha incrociato. Che dire? Quest’ultima avventura è comunque un pezzo della sua vita, della sua famiglia. Di certo Papàpapero non sarò uno di quelli che ringraziano Dio, il destino, Shiva o Babahj per avergli donato la possibilità di attraversato questo percorso e così via (un tempo forse non l’avrebbe pensata diversamente…chissà). Non è un santo, e fratello tumore rimarrà per sempre quel Bruttobastardovedidinadareaffan… Non ha imparato ad apprezzare maggiormente la vita e le piccole cose, perché da troppo tempo sta vivendo in un perenne e profondo stato di insoddisfatta ingiustizia. Ha perso grossi punti di riferimento sostituiti da una gran voglia di vendetta. Sa che la strada giusta prevede l’attraversamento di questo malessere, il guardarlo in faccia senza paura, e sa che scriverne e parlarne non è che il primo passo. Domani forse sarà un altro giorno, Papàpapero sarà più riposato, più lucido, più positivo. La Paperaguerriera con il suo fluido magico, assieme a Bellacana, mammapapera e a tutto il sostegno di amici e famigliari lontani e vicini gli daranno una nuova energia che gli permetterà di rimettere ordine nei pensieri, di rivestire di positività fantasmi e paure. Come dice il buon caro e vecchio Ernesto “ Bisogna essere fatalisti senza perdere la speranza” e bisogna essere paperonzi senza perdere la paeranza!!! Hasta la papera siempre, amigos!!!

venerdì 1 novembre 2013

dolcetto o scherzetto?

La notte appena passata è stata quella di Halloween, o come si dice da noi Ognissanti. Mentre nel mondo migliaia di bambini travestiti da mostriciattoli (e ammettiamo pure che a volte la differenza possa essere davvero sottile)bussano alle porte di onesti cittadini per estorcere dolciumi minacciando orrorifiche penitenze, al paperclinico una strana creaturina famelica metà Papera metà Spok si abbioccava, dura come un giarone, alle 20.00 ora locale dopo essersi scofanata la pappa al polmodoro, la svizzera e la verdura. Proprio lei, che non avrebbe sfigurato in nessuno dei gruppetti pigolanti "Dolcetto e scherzetto" si perdeva la festa provata dalla chemio post intervento. Ma si sa, la notte dei fantasmi e delle streghe riserva sempre qualche sorpresa! Fuori dalla finestra il buio dominava punteggiato qua e la dalle luci della città notturna, nella stanza silenziosa Mammapapera leggeva trangugiando avidamente una mestissima mousse di pera quando...TOC TOC!!! Mammapapera sobbalzò, chi poteva mai bussare alla porta della stanza n.3 alle nove di sera? ..."Ommamma...sarà mica l' oncozucca fantasma?.. il cavaliere senza broviac?...il delfibanano mannaro????" la temeraria genitrice lanciò uno sguardo preoccupato alla bella Paperella addormentata (che ronfava avvinghiata al paperocarillon con una zampetta prosciuttina che spuntava dalle coperte -la Papera, non il carillon!-)e si diresse alla porta, titubante ma determinata. Cosa l'aspettava oltre il varco?...insomma, oncopaperologia ad halloween è pur sempre oncopaperologia ad halloween!!! Mammapapera afferrò la maniglia, al di là della porta si udivano oscuri bisbiglii...e...aprì! La notte appena passata è stata quella di Halloween, o come si dice da noi Ognissanti. Mentre nel mondo migliaia di bambini travestiti da mostriciattoli (e ammettiamo pure che a volte la differenza possa essere davvero sottile)bussano alle porte di onesti cittadini per estorcere dolciumi minacciando orrorifiche penitenze, al paperclinico due strane creature, bianche come fantasmi, attraversavano il corridoio buio. Il loro avanzare era lento e ondeggiante, quasi come se non toccassero terra. Emettevano inquietanti bisbigli oltretombali, i volti cerei nella penombra scrutavano le porte di oncopaperologia, finchè il loro sguardo implacabile non si fermò sulla stanza numero 3. "Allora... che facciamo?" "Non so...siamo arrivati fin qui..." "Eh...cosa vuol dire? ci mettiamo un attimo a tornare indietro.." "Tornare indietro?...mai!" "Hai ragione! Avrei dovuto essere a casa già da un'ora...e invece sono ancora qua per colpa loro!" "Colpa...che parola grossa..." "Va bè, quindi...che facciamo?" ""Zitto e bussa!" "Io?" "Certo!" "Perchè io?" "Perchè.... sei il capo?" "Il capo???? mi sembra una definizione alquanto opinabile..." "Ooohhhh va bene, busso io!" "Aspetta!...ma...allora...glielo diciamo?" "..." "No perchè se poi magari non gli fa piacere?" "..." "E se poi smettono perchè sanno che sappiamo?" "Ma chi? Loro????" "..." "..." (in coro) "Naaaaaaaaaaaa!!!!!" Una mano bianca, con lunghe unghie smaltate bussò alla porta della stanza numero tre. Dopo un istante lungo un'eternità la porta si aprì! Mammapapera sbiancò! Davanti a lei, biancovestiti, Il dottor Fozzyemuppet e l'infermiera Ninja...con due facce...due facce...mai viste prima. "Disturbiamo?" "No no...assolutamente...la Papera dorme.." Mammapapera si aspettava il peggio, un'infermiera e un medico così fuori orario, che vengono spontaneamente senza che nessuno abbia suonato il campanello non poteva che essere un pessimo segno. Mammapapera li guardò tra il basito e il terrorizzato. "Volevamo dirle una cosa" esordisce Fozzyemuppet. "Ecco; pensa Mammapapera; adesso arriva la mazzata!"..però è strano...perchè Fozzye e Ninja...sorridono, anzi..a sembra quasi che si trattengano per non sghignazzare. E poi...sembrano leggermente inbarazzati.. "Ma cosa fate qui a quest'ora?" chiese di getto Mammapapera. Fozzye non ce la faceva più, le parole gli uscirono come un tappo dallo champagne "Abbiammo letto il blog!!!" Mentre la sua faccia diventava fuxia, poi rossa, poi viola, davanti agli occhi di Mammapapera scorreva tutta la sua vita, quella di Papapapero, quella di Bellacana, quella della Papera e quella di tutti i parenti fino alla quinta generazione precedente... poi anche tutti i post del blog! "..." "E' bellissimo!!!! Abbiamo riso un sacco!" "Sì; continua Ninja; avete una fantasia pazzesca, e poi...avete notato cose del reparto alle quali io non avevo mai fatto caso." "No ma poi; la interrompe Fozzye; i nomi... ah ma io ho capito eh...la dottoressa Comunioneliberazione...fantastico... e il Gemellomenosimpaticodibarbalù!!!" Ninja "Ma io chi sono? e lui?" Fozzye "Io non lo voglio sapere, lo voglio scoprire leggendo con calma! Ma...la dottoressa Seabbaianonmorde chi è?...e la Mammotti?" Mammapapera non sa che dire. E felice, molto felice...ma decisamente imbarazzata. Fozzye e Ninja sono super sorridenti, e davvero contenti del blog, dicono anche che è molto importante per capire meglio come i genitori vivono il reparto e le varie vicissitudini... ma...insomma, non se lo aspettava davvero! Soprattutto non si aspettava questa allegra incursione notturna. Per la prima volta, in quasi cinque mesi, passa più di pochi minuti a chiacchiera con un medico e un'infermiera...sopratutto con un medico, perchè a dire il vero le infermire sono tutte molto carine in questo, se hanno un attimo si fermano a scambiare due parole, anche di cose non strettamente riguardanti il reparto o i ricoveri, ...e questo aiuta e fa bene agli oncogenitori. I dottori...forse è l'oncogenitore che per una sorta di pudore,o di soggezione, tende ad aprirsi meno con loro. Crede che abbiano sempre cose più importanti a cui pensare...o non so...in realtà sono tutti molto affabili e pazienti...credo proprio sia una questiona di camice, che a livello psicologico infuenza l'oncogenitore. Comunque è un momento molto bello per Mammapapera, importante, prezioso. Sapere che il blog che parla di loro è apprezzato e condiviso da chi lo anima... è un po' come se Pirandello si fosse trovato davanti ai suoi personaggi e questi gli avesserop detto "Grazie Luigi! Grazie perchè ci descivi proprio come siamo, e crei per noi una realtà così vera...che senza di te ci passerebbe addosso senza troppi dettagli!"...mmmmhh...ok, va bè, questo è il delirio di onnipotenza di mezzanotte meno venti di Mammapaera. A parte gli scherzi, Mammapapera e Papapapero ringraziano dei complimenti e degli apprezzamenti. Sono molto felici di essere riusciti a trasmettere con ironia le emozioni e le vicissitudini più diverse...e soprattutto che questa ironia sia arrivata come tale e come tale apprezzata. Sono sollevati dal fatto di essere riusciti a scherzare anche sull'oncostaff senza essere risultati offensivi o poco rispettosi. Ma sono soprattutto molto molto contenti e stracarichi per l'incoraggiamento e il sostegno ricevuti proprio da chi si ritrova, suo malgrado, tra le righe di OsPedalando...e volavano rassicurare Ninja, Fozzyemuppet, Comunioneliberazione e tutto l'oncostaff che...no, non hanno nessuna intenzione di smettere o di censurarsi. OsPedalando continuerà fedele a se stesso...e ai meravigliosi, divertenti, umanissimi personaggi (veri) che lo animano!