giovedì 21 agosto 2014

10 cose da fare in camera sterile prima che qualcuno chiami la neuro

E fu sera e fu mattina.
E fu sera e fu mattima ventuno volte (...che come si sa è tre volte sette, numero magico ed esoterico, ma che per fortuna non è quel "settanta volte sette" minacciato dalle sacre scritture che ci porterebbe a un bel "E fu sera e fu mattina 490 (!!!!!!!) volte").
Dicevamo... e fu sera e fu mattina per tre volte sette prima che la Paperaguerriera tornasse a varcare lo sterile soglio verso il mondo fenomenico come noi tutti lo conosciamo. Con lei, come sempre, Mammapapera e Papàpapero di nuovo insieme dopo l'ultima impervia fatica da Lady Nutria e Ser Fagiano. In piedi, sorridenti e con lo sguardo verso il sol dell'avvenire sembrano un'immagine propagandistica del costruttivismo sovietico, in sottofondo par proprio di sentir le note dell' "Internazionale"... ma... che succede... la puntina si inceppa, il vecchio vinile scricchiola, stride,  "...saluuutiiiaaaam l'iiiideeeeaaaaaaaal.....deeeeaaaaaaaal....deeeeeeeeaaaaaaal....deeeeeeeaaaaaaaaaal...." ecco, s'è incantato il disco. Tipico. Niente è mai come sembra. Così se da fuori sembra tutto perfetto e romanticamente epico, da dentro.... 'nsomma! 
Da dentro i papergenitori sanno bene di essere stati ad un passo dal ricovero coatto a diagnosi e cura, e che solo il buon cuore di Kapò, KGB, Maggicamanu, Black Mamba, Onco&thecity e tutte le fantasterrime infermiere del reparto ha salvato Bellacana e Paperaguerriera da un repentino affido ai servizi sociali.
D'altra parte, venti e passa giorni chiusi in una stanza in cui nulla può entrare e dalla quale non si può uscire , due persone (di cui una di 23 mesi), con un menù speciale fatto esclusivamente di cibi cotti serviti in vaschette termosigillate, con un televisore perfettamente funzionante ma che sembra avere come unica rete Rai Yoyo e come unicio programma Peppa Pig e un tablet che sembra esistere esclusivamente per mostrare sempre la stessa parte della seconda puntata di Heidi, che ci vuoi fare, prima o poi strippi!!! Ma per fortuna, c'è una telecamera!!!! Hei, fermi tutti! reclusione, telecamere, dialoghi a zero (con una bimba di due anni non è che puoi poi pretendere di filosofeggiare su Nietzsche e Sartre!)... a me ricorda qualcosa... ma sììììììììì!!! Ecco, il soggiorno in Bassa Carica è, come direbbe  Mammamarvel, il Grande Fardello di oncopaperologia!
Ok, ora basta divagare, veniamo al dunque. Come fare per non andare completamente via di testa durante questi lunghi soggiorni in oncosuite? una sola parola: FARE!
Fare, fare, fare, fare, fare, fare. Fare cosa? di tutto! Pulire, rassettare il letto, riordinare i giochi... si va bè, e fin qui... ebbene, questo post si pone come vero e proprio vademecum per affrontare residenze di questo tipo, ecco le 10 cose da fare in camera sterile prima che qualcuno chiami la neuro: 

1) Prendere atto del fatto che c'è una videocamere a circuito chiuso e studiarne l'angolazione al fine di capire in quali punti della camera nascondersi per tirare rosari di madonne senza essere visti. O quantomeno imparare a farlo sorridendo come Mary Poppyns per dissimulare il labiale.

2) Prendere atto del fatto che c'è una vedeocamera a circuito chiuso e mettere seraficamente da parte il proprio senso di vergogna.  Molte persone, tra cui Bubba e Miss Foster, vi vedranno saltellare, ballare selvaggiamente, far roteare il vostro pargolo in folli corse a cavallo dell'asta della flebo. Il tutto senza sonoro, perciò in realtà vedranno soltanto un'indemoniata da esorcizzare che si agita inconsultamente e lancia un minore, agganciato ad un'asta metallica, verso l'ignoto come neanche la carrozzina della Corazzata Poteomkin.

3) Predere il proprio cervello e, come fosse un cubo di Rubik, girare ad cazzum tutti i quadratini incasinadoli il più possibile, solo così potrete vedere le infinite potenzialità nascoste in tutti i limiti della camera sterile. Allora guardandovi intorno vedrete un acquario in una busta di plastica e uno scacciasogni in due grucce incociate, un pesce in una bottiglietta d'acqua ed Hallo Kitty in un guanto di lattice.

4) Portarsi da leggere, tanto, di tutto, libri, riviste, opuscoli...solo così potrete imbattervi in perle di rara idiozia come la Pseudoexattricesvalvolata che sostiene di essere guarita dal cancro seguendo l'urinoterapia (sì sì, nessun errore di battitura, ho scritto proprio urinoterapia! ...devo anche argomentare?).

5) Procurarsi un tablet. Ebbene sì, la tanto bistrattata tecnologia è, per l'oncosuitegenitore il deus exmachina in più di una situazione. Youtube, app demenziali come il giochino delle api scoreggione (sì, anche qui nessun errore di battitura. Eh lo so, questo post sta seriamente rischiando il paragone con una di quelle pellicole Banfi/Vitali/Bombolo dei primi anni '80!), musica, cartoni... tutto a portata di touch screen!

6) Mettere da parte tutte le proprie idee pedagogistiche tenacemente sostenute fin lì (niente tv ai pasti, programmi scelti e selezionati, letture adeguate...). Se  vostra figlia/o gode come un suino nel fango nel ballare "La Bomba"... chissenefrega se il testo è ambiguo e pecoreccio e se l'ippopotamo del video è più osceno di Giuliano Ferrare in una sauna dell'Ikea! Gli piace???? bene, e allora lo si rivede una, due, tremila volte zioppover!!!!!

7) Aprire un social qualsiasi e andare a caccia di una bella discussione su qualche nuova teoria scientifica che dice che la chiemioterapia fa male (nooooooooooooooooo!!!!!! maddaaaaaaaiiiiii, credevo servisse solo a risparmiare sul parrucchiere!) e che  dai tumori si può guarire bevendo latte di Yak sette volte al giorno, a digiuno, quando il pendolo batte l'ultimo rintocco e la gallina fa l'uovo. Trovato il forum sbizzarritavi in un bel post dove raccontate di quel cugggggino di terzo grado della bisnonna del cognato della nuora della suocera del genero del fratello adottivo della figlia della prozia Abelarda che incendiandosi una puzzetta (e qui siamo ai livelli di "Paulo Roberto Cotequino centravanti di sfondamneto") è guarito dall'orzaiolo.
...è tanto liberatorio!

8) Dare un nome ai delfibanani. Le alternative sono molteplici, dal più classico richiamo alla mitologia (Ulisse, Persefone, Polifemo quello con l'occhietto balugo...), alla realtà del reparto. KGB, per esempio, suggeriva di dare a tutti i nomi di un'infermiera, e a quello più isolato, defilato sulla destra il nome di Dottorhouse, l'unico infermiere maschio della situazione!

9) Ingaggiare spietati tornei di "Arriva un bastimento carico di...".... lo so, con una bimba piccola il cui volabolario si compone di dieci parole in croce tra cui "Appo (tappo); Aq (acqua); Kitty (Hallo Kitty); Cacà (Bellacana); Ape (ape)  non viene proprio benissimo, ma almeno si vince facile!

10) Ridere! 
Questa sembra la più difficile, ma salva la vita. Ridere, ironizzare, buttare in vacca, prendere e prendersi in giro. Pensare a tutta l'assurdità della situazione. Le doppie porte di isolamento,i  camici, le mascherine, i calzari, le cinque pompe attaccate all'asta, le medicine cattive e il cibo che muta nella forma e nel colore se non viene consumato entro sette minuti primi e ventidue secondi... tutto può e deve diventare un gioco, una sfida, una sorta di Lavitaèbella formato oncosuite. E si può. Ci si riesce. Lady Nutria e Ser Fagiano non sono migliori di altri, si sono solo trovati lì e hanno dovuto fare di necessità virtù. Non sono stati i primi e non saranno gli ultimi. Chissà, forse già adesso, o tra pochi giorni, le stanze di bassa carica saranno di nuovo occupate da un piccolo guerriero col suo oncoscudiero al fianco. E come moderni Don Quisciotte questi oncogenitori sapranno far passare i giorni, e verrà sera e verrà mattina, ancora, e ancora, e ancora.

domenica 3 agosto 2014

Squack Trek

Data astrale 30 luglio 2014.
Il satellite orbitante guidato dal generale Seabbaianonmorde si avvicina finalmente all'astropaperaspaziale per le manovre di reinfusione staminali. L'ingenier Fozzymuppeth dirige il laborioso apparato digitando le coordinate sul suo nuovissimo arto superiore bionico. Il sergente Maggicamanu e la sua giovane attendente eseguono senza esitazione le difficili operazioni di rilevamento parametri. L'intero staff veste lo scafandro verdesperanzachevadatuttobene, maschera iperbarica d'ordinanza, guanti fetish in lattice molecolare traspirantecomefosseantani, calzari siderali forgiati sul settimo anello di Saturno e copricapo lillàviolettadiparma per nascondere eventuali orecchie vulcaniane(...e per dare quel tocco glam che ormai anche la fantascienza esige!).
Dal canto suo l'Astropapera continua a giocare con i suoi pentolini, facendo solo qualche resistenza agli strumenti di sfigmomanometria avanzata. Mammapapera, in qualità coopilota dell'Astropapera, cerca di mantenere stabile l'assetto della rotta e impedire brusche manovre da parte dell'imprevedibile navicella.
La sacca contenente le cellule staminali viene appesa all'asta, il lungo tentacolo bianco si aggancia al deflussore e... contatto! Pochi secondi bastano alla veterana Seabbaianonmorde per capire che è il caso di modificare la traiettoria del flusso, basta un cenno e Maggicamanu capisce al volo, allungando tutta se stessa nello spazio siderale stacca la sacca dal supposto e , novella statua della libertà, sorregge le preziose cellule con le sue stesse mani, il braccio disteso nel cosmo sterile di b.c. 2.
Dopo circa un minuto dall'inizio dell'infusione, una specie di colpo di tosse avvolge l'Astropapera in una nube tossica che sa di cantinadelmonasteroumidaepienadiagliappesi. L'ingenier Fozzymuppeth informa l'equipaggio dell'Astropapera del fatto che la nube in questione permarrà come una cortina fetida per un paio di giorni, e che ad emanarla sarà proprio l'aria proveniente dall'interno dell'Astropapera. L'avveneristica tecnologia cibernetica, di cui solo l'oncostaf conosce i codici più avanzati, non è ancora riuscita a sintetizzare un conservante di cellule al profumo di lavanda provenzale, dannazione!
Dopo pochi, cruciali, minuti, è di nuovo Fozzymuppeth a decretare "abbiamo finito!"
"Per tutte le porte di Tanhoiser", pensa Mammapapera, "hanno fatto davvero prestissimo... e non ho assolutamente capito a cosa sia servito quel gigantesco catafalco coperto di verde che a fatica è riuscito ad entrare nell'oncosuiteb.c.2!"

Dal Diario di bordo di Mammapapera "dopo cinque giorni dal trapianto l'Astropapera comincia ad accusare il colpo. La sua proverbiale e temutissima voracità è surrogata da una sacca di nutrizione parentelare, nemmeno il suo adorato Formaggiodiheidyconibuchi (il formaggio...non Heidy!) ne risveglia l'appetito. I fotoni bianchi immunitari sono scesi a dieci e la temperatura interna è leggermente sopra la norma. Fortunatamente la rotta procede senza troppi imprevisti (ho detto senza troppi eh, mica che non ce ne sono. Volevamo forse farci mancare una reazione allergica alla trasfusione di piastrine? E privarci così del dilettevolissimo spettacolo della Paperapulciosina che si gratta come un cagnino rognosetto? Cerrrrrto che nooooooooo!!!!!!!!!) e in fin dei conti qua e là nella giornata riemerge sempre la voglia di giocare e combinar pasticci."

Nel comparto sterile Bassa Carica 2 le luci si spengono presto, e la notte spaziale è lunga. Qualche bagliore occhieggia e lampeggia qua e là, un monitor, ilcomputer di bordo, il riverbero dei delfibanani che, come le polene delle antiche navi, indicano la via e proteggono gli astropapernauti. Il viaggio è ancora lungo, e l'universo vasto e sconosciuto. Ma l'Astropaperaspaziale è ben equipaggiata, e l'onconave madre non ne perde mai di vista la rotta e dirige la navigazione con cura e responsabilità. Certo, chiuse lì dentro, in fondo al cosmo bisogna ingannare il tempo. Ma le nostre due papernaute ne sanno una più di Darth Veder!
...ma questo è un altro post...