venerdì 13 febbraio 2015

I 10 diritti imprescrittibili dell'oncogenitore

1)      Il diritto di piangere; e ci mancherebbe altro!

2)      Il diritto di ridere della sventura. Anche quando gli altri non capiscono e ci guardano come creature ciniche e senza qualche rotella, ridere ridere e sorridere. Perché tanto più di questo non possiamo fare, e la situazione non cambia. Ma quella… non cambia nemmeno se piangi tutte le tue lacrime.

3)      Il diritto di essere intolleranti. Di guardare negli occhi chi, senza cognizione di causa,  ti dice “andrà tutto bene” e mandarlo sonoramente a quel paese.

4)      Il diritto di essere in ansia (…più o meno continuamente) E di dissimularlo (…quasi continuamente).

5)      Il diritto ad una prospettiva sul mondo che gli altri se la sognano. Una prospettiva che rimette subito in squadra i falsi problemi che quotidianamente ci assillano. Che ci fa capire cosa vale e cosa non conta niente. Che ci permette, con una certa sensazione di leggerezza, di recidere i rami secchi di quelle relazioni che ci affannano senza più darci gioia, di lasciarci alle spalle cose e persone che tenevamo lì per “buona educazione”.

6)      Il diritto di dire scemenze con altri oncogenitori… anche nei momenti peggiori. Perché piangere dal ridere è meglio che piangere e basta.

7)      Il diritto di non essere compatiti.

8)      Il diritto di non rispondere e non parlare. Un po’ perché a volte dalla nostra bocca uscirebbero solo improperi, insulti e parolacce. Un po’ perché a volte le parole non servono più.

9)      Il diritto ad avere dei dubbi (su Dio, sulla medicina, sull’ ordine logico delle cose, su chi ha ucciso Laura Palmer,  su Brad Pitt e Angelina Jolie…).

10)   Il diritto di sentirsi i superstiti del naufragio più tremendo e crudele che possa travolgere l’animo umano. Feriti, mutilati, invalidi permanenti di un’innocenza che ora, vista addosso ad altri, risulta stucchevole, a tratti nauseante. Quell’innocenza ottusa che fa dire sempre “cosa vuoi che sia, pensa positivo, è l’atteggiamento che conta”, perché tu lo sai, e l’hai visto che non è così. Perché sarebbe come dire che chi non è guarito non l’ha voluto abbastanza. E tu… eccome se lo sai che non è così!

11)   …Sì, ok, si era detto dieci, ma questo è un diritto supplementare. Il diritto sacrosanto e inviolabile di adorare e sostenere i fratelli e le sorelle dei nostri piccoli guerrieri. La guerra la vivono e la combattono anche loro, con le loro poche, piccole armi.
Il diritto, loro, ad essere accompagnati in questo viaggio oscuro e periglioso, e nella sua risoluzione, altrettanto incerta e disseminata di ostacoli e trabocchetti. Il loro diritto a ricevere risposte esaurienti e sincere, per poter conoscere le cose come stanno e farsi una propria idea. Il diritto a non essere abbandonati in balia del dissesto, di essere presi per mano e accompagnati. Il diritto a non essere sottovalutati o trascurati. La loro battaglia è una battaglia meno rumorosa, ma altrettanto difficile. Qualunque età abbiano questi gregari da combattimento sono fonte e linfa per i fratelli e le sorelle malate, e noi genitori abbiamo il dovere di  permettere loro di continuare a cercare il sole, a crescere, a spingersi oltre i nostri sogni e trovare il loro spazio verso il cielo.


È un nostro dovere, e un loro diritto!