Il lupo perde il pelo ma non il vizio, recita un vecchio
adagio.
E il papero? Il papero… bè, il Papero si evolve e si
trasforma. Se poi, come nel nostro caso, si tratta di una battagliera Papera
Guerriera, allora c’è poco da star tranquilli!
Partendo dal presupposto che
“tranquilli mai!”, neanche spaparanzati sulla sabbiolina bianca di un’isola
tropicale a sorseggiare Zabov, la Paperfamily procede nella sua quotidiana
ricerca della normalità a suon di versamenti pleurici, estemporaneee
endoscopie, e giochi di una fantasmagoria al limite della schizofrenia in cui
la Papera matta starnazza per casa con un vassoio
di cartone legato al braccio (lo scudo) e una spada di polistirolo gridando “Ragaaaazzooooooo!!!”
all’inseguimento del papà.
E
allora è facile immaginare e financo supporre che da grande farà il supereroe:
“Io
sciono una Papia Guejiea! Una papia Cojaggiosa!!! Ta daaaaaa!!!!”
“Io
sciono sciupe Isciotta!!!”
“Camillo
è magico, io sciono cojaggiosa!!!”
Già
me la vedo, nella tipica posa con le gambe larghe e i pugni sui fianchi. La sua
sagoma arrotolata in una tutina gialla con mantello “fuffia” (o come direbbe
Bellacana “Rosa Schiapparelli”) si staglia sui tetti di Duck city
nell’incombente e violaceo crepuscolo.
Tutti
la conoscono come La Palmipede Scodata
dal Codino di Fuoco, ma nessuno conosce la sua vera identità grazie alla
sua mascherina piumata che la avvolge nel più fitto mistero!
Il
suo superpotere consiste nel portare il sorriso ovunque vada, si tratti di una
corsia d’ospedale o di un concerto di Gigi d’Alessio. Lei arriva e con il
magico fetore della puzzetta scaccia il cattivo umore e la malinconia.
Il mondo la adora per questo e la acclama
intonando l’inno che ormai tutti conosciamo: “Quaaaaaack quaaaaack
quaaaaaaack!”
Eh,
facile immaginare, ma qua si vive sempre sull’oggi, nel presente… immaginare il
futuro fa ancora un po’ paura (e chissà per quanto).
Certo
è che vedendola così, intensa, piena di vita, al 1000% in tutto quello che fa,
si fa fatica a non immaginare per lei un futuro… non dico radioso, ma proprio
stratosferico!
Vogliamo
buttarla lì?
Volgiamo
esagerare?
Ok,
esageriamo!
Perché
no. Io me la immagino proprio lì, sul
tetto del mondo: Presidente degli U.S.A !!!
No, non United States of America, ma United
Squack of Anatids!!!!!
La
casa Bianca verrebbe dipinta di giallo e il discorso di insediamento suonerebbe
più o meno così:
Immagina che non esista il paradiso,
è facile se provi,
nessun inferno sotto di noi,
sopra di noi solo il cielo.
Immagina tutta la gente
vivere per il presente.
Immagina che non esistano frontiere,
non è difficile da fare,
nessuno per cui uccidere o morire
e nessuna religione.
Immagina tutta la gente
vivere una vita in pace.
Puoi darmi del sognatore,
ma non sono il solo.
Spero che un giorno
tu ti unirai a noi e il mondo sarà unito.
Immagina che non ci siano ricchezze,
mi meraviglierei se tu ci riuscissi,
né avidità né cupidigia,
una fratellanza di uomini.
Immagina che tutta la gente
si divida tutto il mondo.
Spero che un giorno
tu ti unirai a noi e il mondo vivrà unito.
…esagerato troppo eh?
Si, lo so, lo so… soprattutto il discorso… già
sentito… anche già cantato…
Va bè dai, allora una cosa più:
Uno spettro si aggira per Duck City (perché naturalmente
tutto il mondo a quel punto si chiamerebbe Duck City in suo onore).
Lo spettro della tristezza!
Anatidi di tutto il mondo, unitevi e
combattiamo insieme il grigiume della sfiga e delle avversità!
Armiamoci di ironia e follia allo stato puro. Rimpinziamoci
di cotini e cotette (cotechini e cotolette in paperese) e scoreggiamo sopra a
chi ci vorrebbe piagnucolanti larve autocommiseranti.
Vestiamoci si giallo e bianco (i colori
feticcio del paperclan.. retaggio della precedente vita da supereroe) e portiamo
leggerezza, sorrisi, allegria nella nostra belle Nazione ( il mondo!)
Mi sembra già più verosimile.
Ora, tornando a fare le persone serie (… bè, cos’è
quella faccia????!). è molto facile divertirsi così a fantasticare tra una Papera
dominatrice dell’universo e un Bellacana che passa allegramente da un’avviata
carriera di drag queen a quella di stilista per Barbie fino a cimentarsi in una
futura olimpiade come ginnasta volteggiante o novello Signore dei balzelli.
Più difficile pensare seriamente al domani. Non
per mancanza di immaginazione, ma per timore di sbattere di nuovo il muso. Per paura.
Pura e semplice.
Paura di quel mostro che sembra essersi
allontanato e dormire un sonno profondo e senza sogni. Paura di un suo
repentino risveglio. Della sua fame di gioia altrui, di vita degli altri. Per il
suo malsano appetito di bambini, guerrieri… di famiglie felici ognuna modo suo…
Una paura che ogni giorno l’oncogenitore
sceglie, decide, di lasciare fuori dalla porta. Ma che sta lì.
Sempre.
Infimamente acquattata e pronta a rientrare
dalla finestra.
Ma si vive, e si sceglie ogni giorno il
presente
“…il presente
ci basterà…”
E ci si sforza, si ripete come un mantra,
finchè non ci si crede per davvero!
E tutto, allora, diventa possibile…..