sabato 5 marzo 2016

Yes, Duck can!

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, recita un vecchio adagio.
E il papero? Il papero… bè, il Papero si evolve e si trasforma. Se poi, come nel nostro caso, si tratta di una battagliera Papera Guerriera, allora c’è poco da star tranquilli!
Partendo dal presupposto che “tranquilli mai!”, neanche spaparanzati sulla sabbiolina bianca di un’isola tropicale a sorseggiare Zabov, la Paperfamily procede nella sua quotidiana ricerca della normalità a suon di versamenti pleurici, estemporaneee endoscopie, e giochi di una fantasmagoria al limite della schizofrenia in cui la Papera matta starnazza per casa con un vassoio di cartone legato al braccio (lo scudo) e una spada di polistirolo  gridando “Ragaaaazzooooooo!!!” all’inseguimento del papà.
E allora è facile immaginare e financo supporre che da grande farà il supereroe:
“Io sciono una Papia Guejiea! Una papia Cojaggiosa!!! Ta daaaaaa!!!!”
“Io sciono sciupe Isciotta!!!”
“Camillo è magico, io sciono cojaggiosa!!!”
Già me la vedo, nella tipica posa con le gambe larghe e i pugni sui fianchi. La sua sagoma arrotolata in una tutina gialla con mantello “fuffia” (o come direbbe Bellacana “Rosa Schiapparelli”) si staglia sui tetti di Duck city nell’incombente e violaceo crepuscolo.
Tutti la conoscono come La Palmipede Scodata dal Codino di Fuoco, ma nessuno conosce la sua vera identità grazie alla sua mascherina piumata che la avvolge nel più fitto mistero!
Il suo superpotere consiste nel portare il sorriso ovunque vada, si tratti di una corsia d’ospedale o di un concerto di Gigi d’Alessio. Lei arriva e con il magico fetore della puzzetta scaccia il cattivo umore e la malinconia.
 Il mondo la adora per questo e la acclama intonando l’inno che ormai tutti conosciamo: “Quaaaaaack quaaaaack quaaaaaaack!”

Eh, facile immaginare, ma qua si vive sempre sull’oggi, nel presente… immaginare il futuro fa ancora un po’ paura (e chissà per quanto).
Certo è che vedendola così, intensa, piena di vita, al 1000% in tutto quello che fa, si fa fatica a non immaginare per lei un futuro… non dico radioso, ma proprio stratosferico!
Vogliamo buttarla lì?
Volgiamo esagerare?
Ok, esageriamo!
Perché no. Io me la immagino  proprio lì, sul tetto del mondo: Presidente degli U.S.A !!!
No, non United States of America, ma United Squack of Anatids!!!!!
La casa Bianca verrebbe dipinta di giallo e il discorso di insediamento suonerebbe più o meno così:


Immagina che non esista il paradiso, 
è facile se provi, 
nessun inferno sotto di noi, 
sopra di noi solo il cielo. 
Immagina tutta la gente 
vivere per il presente. 
Immagina che non esistano frontiere, 
non è difficile da fare, 
nessuno per cui uccidere o morire 
e nessuna religione. 
Immagina tutta la gente 
vivere una vita in pace. 
Puoi darmi del sognatore, 
ma non sono il solo. 
Spero che un giorno 
tu ti unirai a noi e il mondo sarà unito. 
Immagina che non ci siano ricchezze, 
mi meraviglierei se tu ci riuscissi, 
né avidità né cupidigia, 
una fratellanza di uomini. 
Immagina che tutta la gente 
si divida tutto il mondo. 
Spero che un giorno 
tu ti unirai a noi e il mondo vivrà unito. 



…esagerato troppo eh?
Si, lo so, lo so… soprattutto il discorso… già sentito… anche già cantato…
Va bè dai, allora una cosa più:


Uno spettro si aggira per Duck City (perché naturalmente tutto il mondo a quel punto si chiamerebbe Duck City in suo onore).
Lo spettro della tristezza!
Anatidi di tutto il mondo, unitevi e combattiamo insieme il grigiume della sfiga e delle avversità!
Armiamoci di ironia e follia allo stato puro. Rimpinziamoci di cotini e cotette (cotechini e cotolette in paperese) e scoreggiamo sopra a chi ci vorrebbe piagnucolanti larve autocommiseranti.
Vestiamoci si giallo e bianco (i colori feticcio del paperclan.. retaggio della precedente vita da supereroe) e portiamo leggerezza, sorrisi, allegria nella nostra belle Nazione ( il mondo!)

Mi sembra già più verosimile.
Ora, tornando a fare le persone serie (… bè, cos’è quella faccia????!). è molto facile divertirsi così a fantasticare tra una Papera dominatrice dell’universo e un Bellacana che passa allegramente da un’avviata carriera di drag queen a quella di stilista per Barbie fino a cimentarsi in una futura olimpiade come ginnasta volteggiante o novello Signore dei balzelli.
Più difficile pensare seriamente al domani. Non per mancanza di immaginazione, ma per timore di sbattere di nuovo il muso. Per paura. Pura e semplice.
Paura di quel mostro che sembra essersi allontanato e dormire un sonno profondo e senza sogni. Paura di un suo repentino risveglio. Della sua fame di gioia altrui, di vita degli altri. Per il suo malsano appetito di bambini, guerrieri… di famiglie felici ognuna modo suo…
Una paura che ogni giorno l’oncogenitore sceglie, decide, di lasciare fuori dalla porta. Ma che sta lì.
Sempre.
Infimamente acquattata e pronta a rientrare dalla finestra.
Ma si vive, e si sceglie ogni giorno il presente
“…il presente ci basterà…”
E ci si sforza, si ripete come un mantra, finchè non ci si crede per davvero!
E tutto, allora, diventa possibile…..