venerdì 24 maggio 2013

mum

'Son tutte belle le mamme del mondo/quando un bambino si stringono al cuooooor"..... una vecchia poetica canzone del bel tempo che fu recitava cosi,  non ricordo la strofa successiva ma se fosse stata scritta oggi proseguirebbe certamente in questo modo "senza la voglia di strangolarlo/ o di spedirlo col treno a vapoooooor!".
Esagerata? Forse, ma non ne sarei cosi sicura.
Insomma, siamo nel secondo decennio del secondo millennio, si potra' dire che tutta quesa fola della  maternità non e' poi  la nuvoletta rosa e coccolosa che ci raccontavano da bambine!?
Cinica? .... mmmmmh, partiamo dall'inizio, da lì, dove tutto comincia: il test di gravidanza! La giovane sgalletata ragazza ha il leggendario ritardo, sintomo premonitore  tanto atteso quanto temuto. Sola, in bagno, inganna i tre minuti piu' lunghi della sua vita cambiando il rotolo della carta igenica e togliendo pelucchi dalle spazzole, infine...guarda! Ed ecco manifestarsi sotto i suoi occhi l'epifania della lineetta rosa: incinta. Da quel momento comincia la mutazione. Una ragazza allegra, intraprendente, emancipata,ambiziosa, sicura di  se' comincia pian piano, e inconsciamente, ad aderire a lquel modello millenario che vuole la gestante tutta presa a pensare per due. Ma il corpo, che ha un'intelligenza atavica tutta sua, lancia inequivocabili segnali di avvertimento: nausee, scialorrea, spossatezza, gambe gonfie, ipertensione, come  a dire "attenta ragazza allegra, intraprendente, ambiziosa etc, etc...le cose stanno per cambiare. Per sempre!!!" Ma tu, ragazza, non lo ascolti, sei gia' salita sulla nuvoletta rosa, pensi al nome, allo shopping in quei deliziosi negozi sspecializzati per bebe', tutine, passeggini, lettini, dipingere la cameretta, gli stancil con gli orsetti e le tendine di mussola. Ferma! Riavvolgi il nastro e visualizza con me: informi camicioni per-maman, ciabatte tedesche che ti fanno i piedi a papera, montagne e montagne di pannolini che invadono il pianeta, tiralatte, salvacapezzoli, ragadi, mastite ( che neanche le mucche del Wisconsin), notti insonni, vomiti, pianti, pianti, pianti....
No? Ancora convinta? Il tuo corpo che cambia nella forma e nel colore ( come strimpellava qualche anno fa il buon Pelu') ti galvanizza e non ti spaventa? Brava, temeraria e coraggiosa. Ormai e' tardi. Un giorno ripenserai a quella note di luna con grilli e cicale e ti chiederai " ma un preservativo no?"
Ma oggi va bene cosi', il viaggio e' cominciato. Se tutto va bene i primi nove mesi sono un alternarsi di gioie, ansie, angoscie, gioie, paure, speranze, gioie, dubbi, ripensamenti, terrore, gioie...insomma, diventerai bipolare! Piu' tutte le simpatiche opzioni gia' elencate e l'aggiunta di qualche crisi isterica che tutti imputeranno al tuo "stato interessante" ( ma poi perche' interessante?  Una qualsiasi donna e' interressante sempre, anzi, e' molto piu' interressante prima di diventare mamma, quando parla di tutto, va a cinema, a teatro, a fare l'aperitivo, legge saggi e romanzi....dopo il test tutto si monotematizza: bambini, bambini, bambini. Tuoi, di amiche, sconosciuti, non importa, ogni conversazione gravita intorno all'universo bebe'). Attenta! Le insidie sono appena cominciate.
Nel periodo detto "di gestazione" tutti ti perdonano tutto e ti dedicano mille attenzioni ma...fai tanto di uscire da quella sala parto e vedrai come cambia la musica!
Perfetto, la sala parto: tu, l'ostetrica...e uno stuolo di specializzandi che neanche la scorta di lady D.il giorno del suo matrimonio, e tutti con gli occhi puntati proprio lì!!! Ma... e la poesia? Be' quella e' tutta negli occhi del tuo compagno che ti ingozza di taralli perche' al corso preparto hanno detto "portate la merenda che tanto il travaglio puo' durare ore" . Vero, ma l'ultima cosa di cui hai voglia in quel momento (in cui la ragazza allegra, emancipata ect,ect, si trasfigura, il cuore perde un colpo, la sensazione e' "oddio adesso muoio!"   e un'estranea in camice azzurro ti intima imperiosamente di respirare/spingere/tirare le sbarre del letto) e' qualcuno che ti spinge in bocca dei tarralli presi alla machinetta, fossero anche pralinati di caviale beluga!
Comunque, ci siamo. Il peggio e passato, il bebe' tenero rosa e fiordilatte e' tra le tue braccia. Sei una mamma "maaaaaammaaaaaaa solo per te la mia canzone vooooooolaaaaaa...." . E adesso? Dove sono le istruzioni? Ah, non ci sono? E la garanzia? Noooo??? Ma come, e il diritto di recesso? Come?... quella notte di luna e grilli e cicale? Ah! OK!
Coraggio, passati i primi mesi migliora. 'Certo, si sveglia alla notte per mangiare povera stella, lo alleati tu? No????? Ah, hai poco latte... poverina (?)e come fai?" ...mai sentito parlare di biberon? "Si alza anche tuo marito???? Che bravo! Ma come fa poverino' lui poi la mattina va a lavorare!!" Eh gia', tu invece sfaticata che non sei altro te ne sta in a casa, in pigiama dalla mattina alla sera a dormire e sgranocchiare biscotti vero? Non ti svegli all'alba per preparare il biberon, o cambiare un pannolino, non corri come una matta per casa cercando di capire perché il fagotto piange, non fai tutto con una mano sola che neanche Houdini quand'era legato nella cassaforte in fondo al mare... nooooo! E' una pacchia. Ma poi migliora, fidati. I bambini crescono e rimpiangerai quei momenti in cui ti guardavi allo specchio e il tuo colorito vedastro faceva pendant con il grigino delle occhiaie . Quei momenti in cui finalmente riuscirvi a vestirti e una volta uscita di casa scoprivi di ave una scia di rigurgito sula spalla. Si' e' un periodo breve che secondo i piu' tutte le mamme rimpiangono, perché  poi sti fagottini son progettati bene, non solo teneri rosa e fiordilatte, nooooo, ma con gli occhioni sbrilluccicosi che ti fissano adoranti, le ditina grasso e coi buchetti, i sorriso i sdentati e que''odorino tutto speciale di bebone tenebroso. Tutto questo ti incastra ogni qual  volta pensieri poco edificcanti ti attraversano fugaci la mente.
Poi arrivano le fasi della crescita! Tu, giovane ragazza allegra, intraprendente etc, etc... che non hai mai sofferto di mal di schiena, anzi, l'hai sempre ritenuto l'anticamera della vecchiaia, ti troverai spezzata in due dai primi passi del pargoletto che dondola gongolante sulle sue gambette appeso alle tue braccia come un piccolo orango, e allora da giovane mamma inesperta quale sei pagheresti qualcuno per insegnargli a camminare da solo dalla sera alla mattina....errore! Insegna ad bambino che può deambulare autonomamente e avrai firmato per sempre la tua condanna all'iperattività! Ora che il pupo e' mobile occhio a: spigoli, oggettti taglienti, tappeti o inciampi vari, prese di corrente, porte e finestre aperte, scale, automobili, biciclette, pedoni...insomma, la soluzione ideale diventa un igloo nella tundra.
Se sei stata lungimirante ( o degenere, secondo buona parte della società) il pargolo dorme già da solo nel suo lettino in cameretta, altrimenti ti toccherà affrontare l'estenuante battaglia per la riconquista del lettone, e più il figlioletto sarà cresciuto più la lotta sarà senza quartiere.
Il passo successivo e' la verbalizzazione. All'inizio e' bello, davvero e' una gran soddisfazione sentire i versetti inarticolati trasformarsi in vere e proprie parole, prima incerte e confuse poi sempre più precise e pertinenti, ma poi la cosa degenera e intorno ai due anni non riesci più a sostene la benché minima conversazione con tuo marito senza che il pargolo monopolizzi la discussione ad ogni pasto.
Poi impara a dire NO! E in confronto un adolescente diventa simpatico come Heidy!
Certo, ogni competenza acquisita lo rende più autonomo e sicuro di sé, gli permette di trovare il suo posto nel mondo ma..... tu, ragazza allegra, intraprende etc, etc... che fine hai fatto? Ora che tuo figlio ha tolto anche il pannolino e ha imparato ad usare il water così bene che ogni volta che riesci a chiuderti in bagno per sfogliare una rivista arretrata di tre mesi..... "maaaaaaammaaaaaaaaa....... ho la caaaaaaaaaccaaaaaaaaa!!!!!!!!!  E vedrai, succederà tutte, tutte, ma proprio tutte le volte!
Dove sei ragazza? E dov'è quel ragazzo giovane che ti teneva la mano nelle notti di luna (..mannaggialui!!!)? Dove siete finiti?  Lì, la sera, spalmati sul divano, in pigiama addormentati davanti alla TV spenta, o crollati, la testa ciondoloni, mentre raccontate la favola della buonanotte.
Fermati ragazza. Chiudi gli  occhi e ascolta. Non senti bussare? Ascolta meglio. Ecco...proprio lì sotto lo sterno...no, non il cuore, più giù... tra il cuore e lo stomaco... e' lì, apri, senti che sale fino alla base della gola? Sei tu. Sì, sei tu! Con i capelli sporchi, le occhiaie, i peli sulle gambe e una pila di libri non letti sul comodino. Con la casa che sembra New Orleans dopo l'uragano Katrina, un guardaroba da buttare e le unghie sfaldate. Lascialo salire ancora, apri la finestra e lanciarlo (tranquilla, non il bambino!), lancia
 il tuo grido, il tuo yhoooooooop, il tuo nome, te stessa nell'aria. Chiama una nonna, una baby sitter, la protezioni animali, chi vuoi, ed esci DA SOLA! Fai un giro, comprati un vestito nuovo, vai a fare la tinta, entra in un cinema, in libreria, siediti a mangiare un gelato. Poi torna a casa, prendi quel che resta del ragazzo che ti teneva la mano e portalo fuori a cena, in un bel posto, romantico, sotto le stelle ....ma state attenti stavolta!!!!
Tornate a casa mano nella mano e sbirciate il bebone che ronficchia nel suo lettino. Vi scapperà  un sorriso felice, davvero felice.
Ah, e baciatevi. Baciatevi tanto, sempre. Non smettete mai di baciare quel ragazzo. E se arrivate a questo punto, che e' un ottimo punto, tra un bacio e l'altro, sotto la luna etc, etc.  e capiterà che vi distrarrete... niente paura, si ricomincia da capo: test, nausee, scialorrea..... ma tranquille, poi migliora ( un giorno, forse, chissà, quando avranno diciottanni....nel 2030?).

venerdì 10 maggio 2013

coccheeeeeeeeee.......!!!

Il sole è finalmente riemerso dalle plumbee nebbie della pianura. per qualche giorno siamo stati in primavera, e Bellacana, come tutti i treenni non è certo rimasto a guardare! Maniche corte e pantaloni della tuta appena prelevato dal nido da mammacana ha sentenziato "Andiamo al palco!"... e andiamo.
Il palco in questione un'aiuola poco più grande di una villetta con giardino, in questo spazio sono piazzati strategicamente a caso scivolo, altalena, dondolo, strutture arrampicabili.
Dopo la stagione delle piogge il palco diventa una succursale della foresta pluviale, l'erba sfiora il metro, e Bellacana, con i suoi 95 cm, si perde nell'onda verde. Fortunatamente ogni tanto grida "Mammaaaaaaaa ho la pipìììììììììì!!!!!!" e allora Mammacana rapida come un petardo molla la Papera alle prime braccia che trova e corre in direzione della voce per compiere nel minor tempo possibile le manovre che consentano alla Cana di fare pipì senza poi dover essere cambiato da capo a piedi (abbassare i pantaloni; abbassare gli slip, sollevare il bebone da sotto le cosciotte; direzionare il pistolino verso il basso...da notare come le ultime due operazioni siano davvero difficili da compiere con due sole mani!).
Espletati i bisogni fisiologici Bellacana torna a saltabeccare nei pressi dello scivolo mentre Mammacana recupera la Papera strillante dalle malcapitate braccia sostitutive, che non si lasciano sfuggire uno sguardo "madredegenere" prima di rendere il fagotto.
Si sa, giocare stanca e mette sete, "Vojo l'acqua!!!!"  un pensiero funesto sopraggiunge "Siamo usciti senza acqua, senza crakers... senza niente!".
"L' abbiamo lasciata a casa...."
"Vojo l'aaaacquaaaa!!!"
Mammacana si guarda intorno... "che faccio?..."
"Dai Bellacana, beviamo a casa..."
Inutile "Ho seteeeeeeeee!!!" oddio, stanno per spuntare le lacrime da quegli occhioni?
"Prendi quella di Dondiego, è là, sulla bicicletta!"
"Chi ha parlato?.. mio salvatore!" E' quel sant'uomo di Papàdondiego, un amichetto di Bellacana che è appena arrivato al parco.
Mammacana ringrazia e si dirige con pargolo verso l'abbeveratoio. La borraccia di Dondiego è bella, gialla e arancione, a Bellacana piace molto...troppo! Se ne impossessa con baldanza e beve.... beve... beve... "Bellacana, basta adesso, è di Dondiego, non vorrai finirla."
"..." beve.
"Bellacana adesso basta, hai bevuto abbastanza!"
"..." beve.
"Bellacana, metti via quella borraccia!"
Naturalmente la Cana non accenna ad ubbidire, perciò Mammaccana gliela prende e la porta al legittimo proprietario, non ha ancora fatto tre passi che sente "Vado a vedere le cocche!!!"
"Aspetta, riporto la borraccia a Dondiego..."
naturalmente è come se mammacana non avesse detto niente, non appena si volta vede Bellacana che corre tutto felice verso la strada porta alle cocche.
Sospiro, rincorsa... e via, all'inseguimento della Canamatta.
Le cocche in questione si trovano poco lontano dal parco, certo, parco=campagna! e invece ovviamente nooooo!!!! Le cocche di Bellacana  si trovano nella zona industriale del paese! Sono le indiscusse padrone  di un capannone e del cortile circostante. Qui vivono allo stato brado colonizzando qualsiasi pertugio e anfratto. Arrivando si può vedere il mitologico  albero delle cocche, un arbusto cespuglioso sui cui rami le galline svolazzano e  amano appollaiarsi. Il territorio delle cocche è zona di conquista molto ambioa da Bellacana. Arriva brandendo un bastoncino e chiedendo a Mammacana "Le posso accarezzare?" ma negli occhi ha uno sguardo che Jack Nicholson in Shining sembra Benny Hill! La Cana scorazza qua e là inseguendo qualche gallina e schivando per puro caso le numerose pozzanghere di guano che costellano il cortile.
Mammacana tenta inutilmente di invitarlo alla prudenza, le dispiacerebbe molto vederlo finire nel trogolo sbranato dalle galline mannare a suon di beccate furiose, ma niente da fare, sembra davvero che il bebone voglia fare il domatore di polli.
"Cos'è?" chiede ad un certo punto indicando una piccola casapecchia di lamiera buia e maleodorante. Dalla porticina, leggermente aperta si intravedono dei pulcini, allora Mammacana prontamente risponde, con il tono di chi sa tutto su galline, galletti,  faraone e francesine "E' la casetta dei pulcini!"
"Posso entrare?"
"No tesoro, se tu entri e vai in mezzo ai pulcini le cocche si arrabbiano!"
"Pecchè?"
"Perché le cocche sono gelose dei loro pulcini, hanno paura che tu possa fargli del male."
"Ma io non gli faccio male"
"Lo so, ma loro non lo sanno..." Mammacana sta per lanciarsi in un poetico parallelismo gallina/pulcino- mamma/bambino quando spunta dalla stia padronale la Signoradellecocche!
"Ciao Bellacana!"
"La Signoradellecocche!!!!" e il faccino gli si allarga in un sorriso. Sì, l'espressione è quella di " finalmente qualcuno che ne sa qualcosa su questi bizzarri animali pennuti!!!"
Mammacana sente l'odore dei guai....
"Sigoradellecocche, posso entrare?"
"Ecco... lo sapevo...."pensa Mammacana.
""certo!"
"Sapevo anche questo!!!!!! grrrrrr!!!!"
"Vieni" la Signoradellecocche allunga la mano e Bellacana l'afferra senza dire beo (ovviamente Mammacana è da quando sono usciti di casa che tenta inutilmente di farsi dare la manina!
Come nel finale di un fil di Chapin la Signoradellecocche e Bellacana, mano nella mano, vanno verso la casapecchia... pozzanghera di guano! La Signoradellecocche apre il pertugio ed entrano in un mondo parallelo: teli di plastica neri ricoprono cumuli di roba... si presume immondizia, mensole e cassette di legno e plastica ovunque... cacchette di gallina a ricoprire ogni cosa, paglia e fanghiglia marrone per terra, e un fetore.... un fetore.... un fetore....indescrivibile! Ma Bellacana sorride e avanza tutto contento "I pulciiiiiiniiiii!!!!...li posso accarezzare?"
"Fachedicanofachedicanofachedicano!!!!"
"Ma certo!" risponde la Signoradellecocche.
"Ma perché so sempre tutte le risposte??!"
Ma prima che Bellacana possa mettere le mani sullo sventurato pulcino una gallina evidentemente saggia si lancia a volo d'uccello dal cumulo si schifezze sul quale era appollaiata, Bellacana sobbalza e corre fuori e temendo che il pennuto voglia inseguirlo si rifugia da Mammacana, la quale, mentre mostra un viso contrito e preoccupato, dentro di se sorride compiaciuta "Ih ih ih!...lo sapevo...tiè!"
"Vuoi che torniamo al parco da Dondiego?"
"Mmmmmh....sì, torniamo da Dondiego! Basta cocche per oggi. Ciao cooooocheeeeee!!! ci vediamo l'anno prossimo!"