Come
ben noto in India le “VACCAnze” sono sacre, ma anche nel
nostro caro stivale non si è da meno. Un italiano può “fare
l'indiano” e rinunciare a pagare l'affitto, le tasse, può saltare
una, due, trecento rate del mutuo ma mai, mai, mai e poi mai può
rinunciare alle ferie. E' nel nostro DNA: d'estate si deve evadere
dalla città, dal fisco e poi a settembre eventualmente da un
carcere! (per poi, nel settembre di 8 anni dopo, ritrovarsi al
fresco anche fuori stagione. Moooooooolto cool!!!)
E
Paperfamily? Beh il mutuo e le tasse le pagano pur avendo un conto
comunista (sempre sempre in rosso), ma anche per loro le Vaccanze
(da veri Muccolinesi) sono vitali e importanti, in più però sanno
che, realisticamente, tutto dipende come gira quella Gran Baldracca
della Vita !
L'anno scorso Miss Life ha donato all' Oncoduck e alla sua famiglia
la prima vera vacanza a 4 anni dai tempi della schiusa dell'ovetto
bacatello della Paperazza, destinazione scelta: la ridente Malga
Riondera sui monti Lessini (nei quali, come dice il nome, i cani
collie amano ritornare).
Ma
quest'anno, si va oltre!
A
Dove osano le Papere la posta è ancora più alta (e il
postino ancora più nano). Quest'anno si vuole provare la VACCAnza
di massa, in quel brodino d'acqua salata, quel vespasiano
collettivo con pesci, razze (di ogni tipo e religione), conchiglie,
pesciragno, pescicani, cani porci e ora forse anche papere!!!
Insomma,
ormai è chiaro. Dobbiamo proprio scriverlo? Dirlo? Mimarlo forse?
(mmmh, sì, forse mimarlo potrebbe essere abbastanza nelle corde
della Paperfamily) ...e invece no, useremo il solito linguaggio da
Radioduck e chiameremo manzonianamente questa vacanza
L'Innomarato!
Superstiziosi?
Chi?????? I paperi?????? Nooooooooooooooooooo!!!
Psichiatrici???
Sìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!
Ma
soprattutto realisti:
Estate
2010; vacanze annullate per ospedalizzazione di nonno Tony da
maggio a settembre, Estate 2011; vacanze annullate per
riospedalizzazione e purtroppo grande saluto del grande nonno Tony,
Estate
2012; vacanze annullate again per ricovero Mammapapera causa
rischio schiusa prematura dell'ovaccione,
Estate
2013; vacanze annullate riagain per l'oncosummer number one,
Estate
2014; vacanze annullate again again again machedubaj per l'oncosummer
number two altrimenti detta il tumare non può aspettare e il mare
può andare a cagare!
Estate
2015; ... Broviac!!! (perché non toglierlo a ottobre?!… eh, già,
perchè) see you a next summer!
Estate
2016...
“Papààààààà
dove andiamo in vacanza quest'anno?” Chiese Bellacana Tramaglino
sperando che il genitore sussurasse “All'Innomarato”. Ma il
saggio e prudente Frappappero, "Due occhi incavati eran per lo più chinati a terra, ma talvolta sfolgoravano, con vivacità repentina; come due cavalli bizzarri, condotti a mano da un cocchiere, col quale sanno, per esperienza, che non si può vincerla..." con un sorriso
malizioso rispose “E' l'anno in cui finalmente possiamo mandare a
fanpero il Griso, bovrodrigo, i tabù e andare finalmente a…
(Bellacana Tramaglino intanto attende spasmodicamente con occhioni
lucciconi e fauci secche dalla fregola di seienne che pregusta la
smodata gioia che scaturirà dalla risposta da lui attesa per ben sei
anni), andare finalmente a... comprare le scarpe! Sì! Noi
Si va tutti assieme in allegria per una settimana nella
siliconvalley della calzatura comoda, “Valleverde”. Si va a fare
scorta di zoccoli, sandali, moonboot, polacchini, tacco 12,13, 15-18,
trampoli, zeppole, zoccole e perché non anche snorkies e sneakers!”
Il povero Bellacana Tramaglino pianse silenziosamente, a nulla
valsero le giustificazioni del pazzo Frappappero “Ma Bellacana,
Sono degli innovatori! Valleverde ha creato la suola antistatica, ha
avuto testimonal d'oltremare come Kevin Costner (eeeeeh, lo so,
pensavate già al delfini Ulisse, ma lui purtroppo… non piedi da
calzare!), l'abbiamo visto alla Sagra del Cinghiale alla Pioppa …..
hanno avuto la decana di tutte le soubrette: la Raffaella Carrà
(eeeeh lo so, voi già pensavate a una pera!)” e invece Bellacana
“NOOO!!! non voglio un toast!”
un
toast? Un to…? “Aaaaah, ma no Bellacana, quello è il pan CarrE',
non CarrA'!” (come facciano i papergenitori a capire queste strane
connessioni rimane uno dei sette misteri di Fatima...7?… no eh,
sono meno vero?) e Frappappero continua con un piglio ormai
giannimorandesco “Dai, dai che ci divertiamo, è proprio come dice
la reclame (abbiamo detto piglio giannimorandesco no?!) E' bello
camminare in una Valleverde!!!”
E
così sabato 2 luglio allo scoccare delle 5.40 (partenza
ultraitelligente!) si parte. Si imbocca la A14 (anche se ormai è
grande e potrebbe mangiare da sola) pronti quantomeno ad una coda di
media portata, l'oncotruppa dormicchia, il traffico è... scorrevole,
molto scorrevole, scorrevolissimo, così scorrevole che si poteva
anche essere un po' meno ultraintelligenti. Dopo un'oretta si
abbandona l'autostrada e il panorama cambia, c'è una luce diversa,
l'aria più leggera, meno umida, nei giardini si vede qualche palma,
e poi tanti cartelloni di Sexyshop. E finalmente, dopo una
cinquantina di metri dal casello, eccola, la prima delle sentinelle
storiche che spuntano nei posti più improbabili, da strade
secondarie a zone industriali: la baracchina delle Piadine. E più
in fondo, all'orizzonte, lui, l'immenso vespasiano, il tuMARE!!!!
Approdati a Capoverdeee? No!!! Bensì nella ridente Valverde di
Cesenatico!
Valverde
terra di vecchi casermoni da colonia ristrutturati, compilation di
hotel, pensioni, luna park e souvenir…
E
così il tabù viene infranto, sbriciolato come le omonime
caramelline di liquirizia, e appena arrivati (ad un'ora così
indecentemente mattutina da anticipare di parecchio il check in
dell'albergo) si va in spiaggia a salutare l'infinito tumare!
L'oncopaera è in estasi, tanta acqua non l'aveva mai vista,
Bellacana si immerge nelle sue fantasie ed inizia a cantare
l'azzeccatissimo repertorio di Frozen. E Mammapapera e Papàpapero li
guardano increduli. Vorrebbero scolarsi un Mojto di sabbia e mare ma
il rischio di prendere la salmonella è piuttosto alto, perciò si
limitano a rimanere incantati come fossero su un Atollo tropicale.
Il
maleficio sembra spezzato!
Ed
ecco i ricordi che sciabordano a riva insieme alla schiuma dei giorni
di onco estati che sono state. L'emozione si increspa in piccole
onde cullando fantasmi lontani che non si dimenticano, che non si
seppelliscono, ma dai quali non ci si è nemmeno lasciati
seppellire. Un abbraccio, intenso per aggrapparsi al presente,
guadagnare peso, consistenza e sentirsi tutti insieme come un piccolo
scoglio che si fa plasmare dal mare senza lasciarsi travolgere.
E
invece ci si lascia gioiosamente travolgere dal presente del
comandante Bellacana che in pochi minuti si trasforma in un
Vitellone fatto e finito: perennemente in costume (e braccioli),
campione di bocce, degustatore di gelati e intortatore di nuovi
amichetti. La Papera dal canto suo ha riesumato le sue usanza da diva
del muto: perennemente a impanarsi sotto il sole e a sguazzare nel
suo paperotto (il canotto paperoso) pieno di acqua e sabbia (e un
altro milione di giochi, giochini, giabanini e zavaglini di origine
varia e misteriosa) snobbando (come solo una diva del muto saprebbe
fare) il vasto, immenso, sconfinato fascino del tumare, troppo freddo
e troppo grande anche per un oncoguerriera che reclama e urla al
vento i suoi tre anni e tre quarti.
E
così la Paperfamily diventa una delle tante. Un'anonima famiglia
normale, che si confonde nella rassicurante massa di villeggianti da
riviera.
Gli
oncoadulti riscoprono il piacere dell'aperitivo in spiaggia, spritz
nel bicchiere e tanti spruzz in acqua. Papàpapero, novello
prestigiatore, sfodera dal suo zaino (orignale seven del secolo
scorso compagno di tante route scoutistiche) un'attrezzatura di
giochi da spiaggia più variegata di quella di un venditore
ambulante: biglie, racchettoni, delfino gonfiabile, ciambella,
aquilone, stampini secchielli, cazzuola e betoniera. L'effetto
naturalmente è un devastante branco di allegri bam...buini che
infesta quotidianamente il paperombrellone, (tanto caruuuuucci eh,
ma… sgrunt!)
E la
sera… follie sul Brucomela , salterelli pazzerelli, ambulanti
inquietanti, turisti sudaticci, gelati appiciccosi, piade, risa, afa,
capricci, uffa! È tutto tutto così ordinariamente…
straordinario!!!
E
nel mucchio dei ricordi ci mettiamo anche qualche sana disavventura,
tanto per non annoiarsi. Da pseudo attrice che millanta un passato
degno della Signora Tzukikage Mammapapera ne approfitta per rubare la
scena alla giovane e talentuosa pennuta. La prima sera si trasforma
in Toni Manero e si fa venire dieci o quindici lineette di febbre.
Il giorno dopo si riprende ma incappa in un piccolo inconveniente
balneare, come capita a milioni di turisti ogni giorno in quel della
riviera adriatica... rischia di annegare? Noooo, impossibile
nell'Adriatico, per trovare dell'acqua abbastanza alta ci avrebbe
messo 7 ore solo andata!
Sforacchiata
da da una vespa? Noooo.
Allora forse da una medusa? Nooooo!!!
Come
capita a milioni di turisti ogni giorno in quel della riviera
adriatica viene punta da un pesce ragno!!! Si suppone sia andata
pressappoco così: un piccolo innocente Pesceragno stava
tranquillamente sul fondale a pochi metri dal bagnasciuga, se ne
stava lì a sollazzarsi bel bello quando il gigantesco piedone
palmipedato di Mammapapera ha pensato bene di trasformarlo in una
sogliola. Fortunatamente il piccolo trachinoide dispone di un
acuminato aculeo proprio sul groppone, e così ha potuto evitare il
peggio… per lui, ma non per la povera Mammapapera, salvata (come
nella miglior tradizione balneare) dal prode bagnino Guerrino,
pluriadecorato con medaglie di primo e pronto soccorso il quale si è
prontamente attivato. “Il veleno del pesceragno è
termosensibile!” ha decretato. E così dicendo ha immerso il
piedone gonfio e dolorante in una tinozza di acqua bollente a
duecentomilagradi ( il grido di Mammapaera lessata l'hanno sentito
fino a Torrette di Fano), dopo 45 minuti e una leggera rosolata nel
burro, ha impiattato il cotecone, tagliato e servito con le
lenticchie! (mi si rimprovera che “Non si mette il cotechino
nel burro!”, embhè, è cucina molecolare, dico io!)
Poooooooooooooveeeeeeeeeeeeeeeraaaaaaaaaaaaaa
Mammapapera!
La
Paperfamily non si è fatta mancare nemmeno la lotta col più
classico dei luoghi comuni: l'aria condizionata, o meglio la turbina
di un jet in un metro quadrato di Micronesia governata da un
telecomando che forse attivava e regolava la turbina dell'Hotel
accanto. Risultato: caldi giorni tropicali alternati a notti di
torcicolli siberiani.
Beh,
poi ci sono sempre i quotidiani imprevisti della Papera i cateterismi
quaquaquattrovolte al giorno, l'esofago che si ottura quando ci si
rilassa troppo... ma questa è la papernormalità.
E
poi il ritrovo con amici “Spettacolari” sotto tutti i punti di
vista con i quali riscoprire il piacere di raccontarsi e ascoltarsi.
La
scoperta da parte della Papera che i delfini, quelli veri, non
assomigliano a banane come i mitologici a protettori dell'oncosuite.
Chiudere
alla grandissima questa prima vacanza marittima davanti ad un fumante
risotto allo scoglio annaffiato dallo spirito e dalla compagnia della
Cockerels Family.
E
mentre la Paperfamily si gustava il suo strameritato mare lontana
dalle oncoguerre con un occhio più positivo, cercando di non pensare
troppo all'imminente risonan...sia post vacan...sia, ripetendosi che
sarebbe stato ok per loro e per tutti in un Rockyquattriano
edificantissimo discorso, il piccione continuava ad essere cacciato,
il cacciatore a sparare nel mucchio a casaccio colpendo questa volta
cari amici. Perché la Malattia, quella Gran Baldracca, è la più
grande terrorista dell'esistenza.
Sembra
sempre che non ci sia nulla fare, che non ci siano armi.
Ma a
guardare bene… non è vero. Sono nascoste bene, inutilizzate,
sepolte sotto vecchi cartoni e coperte impolverate, ma ci sono.
L'ironia,
il sorriso, la gioia per le piccole cose. Lo sforzarsi di respirare a
pieni polmoni anche quando ci si lascerebbe volentieri schiacciare
dall'apnea, non dare nulla per scontato ma vivere e godere anche solo
la quotidianità, la normalità, la noia, piccoli modesti momenti di
serenità, perché quelli non andranno mai in saldo, anzi, sono il
nostro capitale di ossigeno… ossigeno… ossigenO… ossigeNO…
ossigENO...ossiGENO… ossIGENO… osSIGENO… oSSIGENO…
OSSIGENO...