martedì 26 luglio 2016

Delfini vs Delfibanani (...under the sea...)

Come ben noto in India le “VACCAnze” sono sacre, ma anche nel nostro caro stivale non si è da meno. Un italiano può “fare l'indiano” e rinunciare a pagare l'affitto, le tasse, può saltare una, due, trecento rate del mutuo ma mai, mai, mai e poi mai può rinunciare alle ferie. E' nel nostro DNA: d'estate si deve evadere dalla città, dal fisco e poi a settembre eventualmente da un carcere! (per poi, nel settembre di 8 anni dopo, ritrovarsi al fresco anche fuori stagione. Moooooooolto cool!!!)
E Paperfamily? Beh il mutuo e le tasse le pagano pur avendo un conto comunista (sempre sempre in rosso), ma anche per loro le Vaccanze (da veri Muccolinesi) sono vitali e importanti, in più però sanno che, realisticamente, tutto dipende come gira quella Gran Baldracca della Vita !
L'anno scorso Miss Life ha donato all' Oncoduck e alla sua famiglia la prima vera vacanza a 4 anni dai tempi della schiusa dell'ovetto bacatello della Paperazza, destinazione scelta: la ridente Malga Riondera sui monti Lessini (nei quali, come dice il nome, i cani collie amano ritornare).
Ma quest'anno, si va oltre!
A Dove osano le Papere la posta è ancora più alta (e il postino ancora più nano). Quest'anno si vuole provare la VACCAnza di massa, in quel brodino d'acqua salata, quel vespasiano collettivo con pesci, razze (di ogni tipo e religione), conchiglie, pesciragno, pescicani, cani porci e ora forse anche papere!!!
Insomma, ormai è chiaro. Dobbiamo proprio scriverlo? Dirlo? Mimarlo forse? (mmmh, sì, forse mimarlo potrebbe essere abbastanza nelle corde della Paperfamily) ...e invece no, useremo il solito linguaggio da Radioduck e chiameremo manzonianamente questa vacanza L'Innomarato!
Superstiziosi? Chi?????? I paperi?????? Nooooooooooooooooooo!!!
Psichiatrici??? Sìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì!!!
Ma soprattutto realisti:
Estate 2010; vacanze annullate per ospedalizzazione di nonno Tony da maggio a settembre, Estate 2011; vacanze annullate per riospedalizzazione e purtroppo grande saluto del grande nonno Tony,
Estate 2012; vacanze annullate again per ricovero Mammapapera causa rischio schiusa prematura dell'ovaccione,
Estate 2013; vacanze annullate riagain per l'oncosummer number one,
Estate 2014; vacanze annullate again again again machedubaj per l'oncosummer number two altrimenti detta il tumare non può aspettare e il mare può andare a cagare!
Estate 2015; ... Broviac!!! (perché non toglierlo a ottobre?!… eh, già, perchè) see you a next summer!
Estate 2016...
“Papààààààà dove andiamo in vacanza quest'anno?” Chiese Bellacana Tramaglino sperando che il genitore sussurasse “All'Innomarato”. Ma il saggio e prudente Frappappero, "Due occhi incavati eran per lo più chinati a terra, ma talvolta sfolgoravano, con vivacità repentina; come due cavalli bizzarri, condotti a mano da un cocchiere, col quale sanno, per esperienza, che non si può vincerla..." con un sorriso malizioso rispose “E' l'anno in cui finalmente possiamo mandare a fanpero il Griso, bovrodrigo, i tabù e andare finalmente a… (Bellacana Tramaglino intanto attende spasmodicamente con occhioni lucciconi e fauci secche dalla fregola di seienne che pregusta la smodata gioia che scaturirà dalla risposta da lui attesa per ben sei anni), andare finalmente a... comprare le scarpe! Sì! Noi Si va tutti assieme in allegria per una settimana nella siliconvalley della calzatura comoda, “Valleverde”. Si va a fare scorta di zoccoli, sandali, moonboot, polacchini, tacco 12,13, 15-18, trampoli, zeppole, zoccole e perché non anche snorkies e sneakers!” Il povero Bellacana Tramaglino pianse silenziosamente, a nulla valsero le giustificazioni del pazzo Frappappero “Ma Bellacana, Sono degli innovatori! Valleverde ha creato la suola antistatica, ha avuto testimonal d'oltremare come Kevin Costner (eeeeeh, lo so, pensavate già al delfini Ulisse, ma lui purtroppo… non piedi da calzare!), l'abbiamo visto alla Sagra del Cinghiale alla Pioppa ….. hanno avuto la decana di tutte le soubrette: la Raffaella Carrà (eeeeh lo so, voi già pensavate a una pera!)” e invece Bellacana “NOOO!!! non voglio un toast!”
un toast? Un to…? “Aaaaah, ma no Bellacana, quello è il pan CarrE', non CarrA'!” (come facciano i papergenitori a capire queste strane connessioni rimane uno dei sette misteri di Fatima...7?… no eh, sono meno vero?) e Frappappero continua con un piglio ormai giannimorandesco “Dai, dai che ci divertiamo, è proprio come dice la reclame (abbiamo detto piglio giannimorandesco no?!) E' bello camminare in una Valleverde!!!”
E così sabato 2 luglio allo scoccare delle 5.40 (partenza ultraitelligente!) si parte. Si imbocca la A14 (anche se ormai è grande e potrebbe mangiare da sola) pronti quantomeno ad una coda di media portata, l'oncotruppa dormicchia, il traffico è... scorrevole, molto scorrevole, scorrevolissimo, così scorrevole che si poteva anche essere un po' meno ultraintelligenti. Dopo un'oretta si abbandona l'autostrada e il panorama cambia, c'è una luce diversa, l'aria più leggera, meno umida, nei giardini si vede qualche palma, e poi tanti cartelloni di Sexyshop. E finalmente, dopo una cinquantina di metri dal casello, eccola, la prima delle sentinelle storiche che spuntano nei posti più improbabili, da strade secondarie a zone industriali: la baracchina delle Piadine. E più in fondo, all'orizzonte, lui, l'immenso vespasiano, il tuMARE!!!!
Approdati a Capoverdeee? No!!! Bensì nella ridente Valverde di Cesenatico!
Valverde terra di vecchi casermoni da colonia ristrutturati, compilation di hotel, pensioni, luna park e souvenir…
E così il tabù viene infranto, sbriciolato come le omonime caramelline di liquirizia, e appena arrivati (ad un'ora così indecentemente mattutina da anticipare di parecchio il check in dell'albergo) si va in spiaggia a salutare l'infinito tumare! L'oncopaera è in estasi, tanta acqua non l'aveva mai vista, Bellacana si immerge nelle sue fantasie ed inizia a cantare l'azzeccatissimo repertorio di Frozen. E Mammapapera e Papàpapero li guardano increduli. Vorrebbero scolarsi un Mojto di sabbia e mare ma il rischio di prendere la salmonella è piuttosto alto, perciò si limitano a rimanere incantati come fossero su un Atollo tropicale.
Il maleficio sembra spezzato!
Ed ecco i ricordi che sciabordano a riva insieme alla schiuma dei giorni di onco estati che sono state. L'emozione si increspa in piccole onde cullando fantasmi lontani che non si dimenticano, che non si seppelliscono, ma dai quali non ci si è nemmeno lasciati seppellire. Un abbraccio, intenso per aggrapparsi al presente, guadagnare peso, consistenza e sentirsi tutti insieme come un piccolo scoglio che si fa plasmare dal mare senza lasciarsi travolgere.
E invece ci si lascia gioiosamente travolgere dal presente del comandante Bellacana che in pochi minuti si trasforma in un Vitellone fatto e finito: perennemente in costume (e braccioli), campione di bocce, degustatore di gelati e intortatore di nuovi amichetti. La Papera dal canto suo ha riesumato le sue usanza da diva del muto: perennemente a impanarsi sotto il sole e a sguazzare nel suo paperotto (il canotto paperoso) pieno di acqua e sabbia (e un altro milione di giochi, giochini, giabanini e zavaglini di origine varia e misteriosa) snobbando (come solo una diva del muto saprebbe fare) il vasto, immenso, sconfinato fascino del tumare, troppo freddo e troppo grande anche per un oncoguerriera che reclama e urla al vento i suoi tre anni e tre quarti.
E così la Paperfamily diventa una delle tante. Un'anonima famiglia normale, che si confonde nella rassicurante massa di villeggianti da riviera.
Gli oncoadulti riscoprono il piacere dell'aperitivo in spiaggia, spritz nel bicchiere e tanti spruzz in acqua. Papàpapero, novello prestigiatore, sfodera dal suo zaino (orignale seven del secolo scorso compagno di tante route scoutistiche) un'attrezzatura di giochi da spiaggia più variegata di quella di un venditore ambulante: biglie, racchettoni, delfino gonfiabile, ciambella, aquilone, stampini secchielli, cazzuola e betoniera. L'effetto naturalmente è un devastante branco di allegri bam...buini che infesta quotidianamente il paperombrellone, (tanto caruuuuucci eh, ma… sgrunt!)
E la sera… follie sul Brucomela , salterelli pazzerelli, ambulanti inquietanti, turisti sudaticci, gelati appiciccosi, piade, risa, afa, capricci, uffa! È tutto tutto così ordinariamente… straordinario!!!
E nel mucchio dei ricordi ci mettiamo anche qualche sana disavventura, tanto per non annoiarsi. Da pseudo attrice che millanta un passato degno della Signora Tzukikage Mammapapera ne approfitta per rubare la scena alla giovane e talentuosa pennuta. La prima sera si trasforma in Toni Manero e si fa venire dieci o quindici lineette di febbre. Il giorno dopo si riprende ma incappa in un piccolo inconveniente balneare, come capita a milioni di turisti ogni giorno in quel della riviera adriatica... rischia di annegare? Noooo, impossibile nell'Adriatico, per trovare dell'acqua abbastanza alta ci avrebbe messo 7 ore solo andata!
Sforacchiata da da una vespa? Noooo.
Allora forse da una medusa? Nooooo!!!
Come capita a milioni di turisti ogni giorno in quel della riviera adriatica viene punta da un pesce ragno!!! Si suppone sia andata pressappoco così: un piccolo innocente Pesceragno stava tranquillamente sul fondale a pochi metri dal bagnasciuga, se ne stava lì a sollazzarsi bel bello quando il gigantesco piedone palmipedato di Mammapapera ha pensato bene di trasformarlo in una sogliola. Fortunatamente il piccolo trachinoide dispone di un acuminato aculeo proprio sul groppone, e così ha potuto evitare il peggio… per lui, ma non per la povera Mammapapera, salvata (come nella miglior tradizione balneare) dal prode bagnino Guerrino, pluriadecorato con medaglie di primo e pronto soccorso il quale si è prontamente attivato. “Il veleno del pesceragno è termosensibile!” ha decretato. E così dicendo ha immerso il piedone gonfio e dolorante in una tinozza di acqua bollente a duecentomilagradi ( il grido di Mammapaera lessata l'hanno sentito fino a Torrette di Fano), dopo 45 minuti e una leggera rosolata nel burro, ha impiattato il cotecone, tagliato e servito con le lenticchie! (mi si rimprovera che “Non si mette il cotechino nel burro!”, embhè, è cucina molecolare, dico io!)
Poooooooooooooveeeeeeeeeeeeeeeraaaaaaaaaaaaaa Mammapapera!
La Paperfamily non si è fatta mancare nemmeno la lotta col più classico dei luoghi comuni: l'aria condizionata, o meglio la turbina di un jet in un metro quadrato di Micronesia governata da un telecomando che forse attivava e regolava la turbina dell'Hotel accanto. Risultato: caldi giorni tropicali alternati a notti di torcicolli siberiani.
Beh, poi ci sono sempre i quotidiani imprevisti della Papera i cateterismi quaquaquattrovolte al giorno, l'esofago che si ottura quando ci si rilassa troppo... ma questa è la papernormalità.
E poi il ritrovo con amici “Spettacolari” sotto tutti i punti di vista con i quali riscoprire il piacere di raccontarsi e ascoltarsi.
La scoperta da parte della Papera che i delfini, quelli veri, non assomigliano a banane come i mitologici a protettori dell'oncosuite.
Chiudere alla grandissima questa prima vacanza marittima davanti ad un fumante risotto allo scoglio annaffiato dallo spirito e dalla compagnia della Cockerels Family.
E mentre la Paperfamily si gustava il suo strameritato mare lontana dalle oncoguerre con un occhio più positivo, cercando di non pensare troppo all'imminente risonan...sia post vacan...sia, ripetendosi che sarebbe stato ok per loro e per tutti in un Rockyquattriano edificantissimo discorso, il piccione continuava ad essere cacciato, il cacciatore a sparare nel mucchio a casaccio colpendo questa volta cari amici. Perché la Malattia, quella Gran Baldracca, è la più grande terrorista dell'esistenza.

Sembra sempre che non ci sia nulla fare, che non ci siano armi.
Ma a guardare bene… non è vero. Sono nascoste bene, inutilizzate, sepolte sotto vecchi cartoni e coperte impolverate, ma ci sono.

L'ironia, il sorriso, la gioia per le piccole cose. Lo sforzarsi di respirare a pieni polmoni anche quando ci si lascerebbe volentieri schiacciare dall'apnea, non dare nulla per scontato ma vivere e godere anche solo la quotidianità, la normalità, la noia, piccoli modesti momenti di serenità, perché quelli non andranno mai in saldo, anzi, sono il nostro capitale di ossigeno… ossigeno… ossigenO… ossigeNO… ossigENO...ossiGENO… ossIGENO… osSIGENO… oSSIGENO… OSSIGENO...