giovedì 20 dicembre 2012

Pollicini

Esiste un posto dove certi bambini hanno bisogno di fermarsi a riposare. Magari perche il loro sbarco nel mondo è stato un po' più faticoso del dovuto, a volte perchè hanno avuto fretta e sono arrivati troppo presto,  altre ancora perchè sembrano già pronti ma in realtà c'è ancora qualche dettaglio da sistemare... 
In questi casi questi piccoli marzianini vengono accolti da mani esperte eamorevoli e tenuti in una cuccia morbida covati dal caldino artificiale di una lampada. Intorno a loro nè giorno nè notte, ma  una costante penombra crepuscolare, non rumori domestici di stoviglie e radio accesa, ma voci ovattate,fruscio di camici e bip bip di spie luminose. Lucine verdi, rosse e gialle che occhieggiano da monitor  di ogni sorta.
Pulcini che dormono avvolti da lenzuolini rosa o azzurri, e da tubi e tubicini, sensori e drenaggi. A vegliare sulla loro attesa di essere pronti per la vita, mamme e papà a metà, che fremono di gioia anche solo stringendo quelle minuscole manine, aspettando con un' ansia divorante di poter finalmente tenere in braccio il loro fagottino per una mezzora.  Neo genitori che, pronti a notti insonni passate a consolare pianti disperati, arrivano in borghese e come surreali supereroi devono indossare il "costume" verde e la maschera di un sorriso per trasformarsi in genitori part time di creaturine rannichiate e stremate, e leggere favole e cantare ninnenanne al suono di un carillon appeso all'asta della flebo. Niente stencil con gli orsetti nè abatjour dalle magiche luci cangianti.
Piccole isole flebilmente lampeggianti che galleggiano in un buio dolce e sconfinato. Tutto fluttua tra sigole solitudini e confidenze inattese. Attimi di condivisdione con estranei che sembra di conoscere da sempre, in quella realtà irreale, così fuori da qualsiasi aspettativa o progetto, o capacità mentale di immaginarsi mamma e papà.
Nessun famigliare accanto, solo mamme e papà... e voci, mani, sorrisi, sguardi, custodi di Pollicini, carichi di compassione nel senso più letterele del termine, comPASSIONE condividere passione e patimento. Nessun giudizio, nè discorsi proiettati troppo al futuro, solo il qui  ed ora, giorno per giorno.
E il silenzio pesante e doloroso di quando, dopo l'infinita attesa di un'emergenza, una coppia di supereroi appende il costume verde, va a casa in due e non torna più.
E la gioia di tutti quando finalmente ad un Pollicino viene concesso lo sbarco.
Esiste un posto surreale, dove il cuore batte sottovoce  e gli occhi si aggrappano lucidi a qualsiasi brandello di speranza, un posto che per fortuna che c'è, un posto in cui a volte comincia la vita.
 

venerdì 14 dicembre 2012

Bellacana e Bellapapera

Tre mesi e mezzo fa a casa Bellacana è successo l'impensabile. All'improvviso e in modo del tutto inatteso e sconvolgente è sbarcata una forma di vita aliena che risponde al nome di Paperaguerriera.
Paperaguerriera è piccola e morbidina, odora di buono, di latte caldino e di bebone. E' sbarcata piccina picciò e come tutti i secondogeniti l'attendeva una vita fatta di spazi e attenzioni rosicchiati e di abitucci di seconda mano... e invece la furbissma paperella che ha fatto? Ha trovato un ingegnosissimo modo per attirare l'attenzione, destabilizzare come uno tzunami l'allegra famigliola preesistente, mandare in vacca ogni tentativo dei canagenitori di rendere l'arrivo della sorellina non un trauma ma una festa per Bellacana, e accentrare su di se l'attenzione di un intero paese... tutto con una sola abile mossa! Neanche il futuro bebè di Will  & Kate parte con queste premesse!
Come solo le vere star, pur essendo sbucata nel mondo con un considerevole anticipo, la piccola diva è arrivata a casa con un notevole ritardo. Nonostante questa grave mancanza ha trovato ad attenderla frotte e frotte di amici festanti venuti da ogni dove per omaggiare con il loro affetto la piccola sadica sciaguratella.
Bellapapera quindi non è solo graziosa e tenerella, ma anche furba come una faina. E dissimula questo caratterino fetentello dietro una cortina di puzzette micidiali mascherate da colichette, e tutti a dire "poverinapoverina" intanto lei rende l'aria pestilenziale e irrespirabile.
Bellapapera manovra tutti come vuole, le basta sgranare quegli occhioni cerulei e nel giro di un nanosecondo tutti i presenti nella stanza fanno a gara per prenderla in braccio, farle ghirighiri e  ciccicciccì.
Quando Bellapapera sorride sdentata tutto il mondo si ferma e sorride a lei, eppure... c'è qualcuno che su di lei esercita un potere magnetico, atavico, primordiale, sanguigno e ancestrale .La mamma?...Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooo! Bellacana!!! La Paperaguerriera subisce il carisma del fratello maggiore. Lo guarda incuriosita, lo fissa stupita, ride quando sente la sua voce e smette di piangere se lui le canta una canzone. Bellacana lo sa, intuisce di essere custode di un grande potere, e lo usa con parsimonia. Bellacana guarda Bellapapera, la studia, la scruta. Decide che, sì, ok, va bene, puoi essere mia sorella, sembri abbastanza McCourt! Poi decide di volta in volta se degnarla di attenzione o no.
"Bellacana senti come piange la paperella, le canti una canzone?"
"Cajissimo Pinocco... amico de gjionni più jetiiiii..."
Oppure:
"Bellacana senti come piange la paperella, le canti una canzone?"
"No!"
E così via a seconda di come tira il vento.
Ma ogni mattina appena sveglio B.C. chiede "La papera dov'è?" (direi quasi sicuramente con affetto, e non con la speranza che se ne sia tornata da dove è venuita...glom!), la sera prima di andare a dormire le da la buonanotte, se ne ha voglia le spiega le cose e la giustifica quando piange "Pecchè è picuijna, ha maldipancia e non ha i denti." Gli piace vederla sorridere e penzolare dalle braccia di mamma e papàcana, ma soprattutto gli piace il sabato mattina, quando tutta l'allegra canatribù si ritrova a ronficchiare nel lettone un ultimo bradello di nanna prima di cominciare la giornata. Tutti e quattro sotto il piumone si sta davvero belli caldini e si fa quel sughino teporoso che fa dormire così bene, e questo piace molto a tutta la canafamily.
Stretti stretti e sudatini, confinati ai margini più emarginati del lettone, mammacana e papacana si  guardano e pensano in coro "Però... ci  mancava proprio una Bellapaperaguerriera!"

giovedì 29 novembre 2012

Cenerentola bescito bianco

Bellacana ha una nuova passione.Anzi, una nuova insana passione: Cenerentola!
Qualche tempo fa gli ignari canagenitori decisero di testare la capacità del figlio di seguire una storia che durasse più di cinque minuti. L'oscuro fine era capire se presto avrebbero potuto portarlo al cinema a vedere qualcuno dei cartoni animati che a loro piacciono tanto ma alla visione dei quali, se vai senza un bambino, la gente ti guarda come a dire "Tsz!Ecco due con la sindrome di Peter Pan!".
A tale scopo i due sottoposero a Bellacana diverse videocassette (sì sì, dico proprio videocassette, non dvd, tutta roba di primo pelo!), tra queste lui scelse Cenerentola!
Questo preambolo è necessario a capire quanto sia veritiero quel detto che recita "chi è causa del suo mal pianga se stesso!".
Da quella prima visione del film d'animazione B.C. non vuole vedere altri cartoon. E' rimasto letteralmente stregato dalla protagonista. Cenerentola, nella sua mente di dueenne è la trasposizione disneyana di Robertabescitobianco, la sposa vista a giugno e di cui è follemente innamorato.
Insomma, fattostà che da un mese a questa parte ogni scusa è buona per vedere Cenerentola. Il primo giorno passi anche, si sa, la novità di un cartone lungo, poi la qualità del disegno, il fatto che sia sempre un grande classico e così via non allarmarono mamma e papàcana quando il piccolo dopo aver finito la prima visione ne chiese subito una seconda. Anzi, "Bene!" pensarono in coro i due "presto si potrà andare al cinema!!". Quando però il giorno dopo Bellacana chiese di nuovo di vedere cenerentola i canagenitori cominciarono a subodorare la fregatura... quando poi la bestiolina cominciò a chiedere questo o quel frame particolare del film i due presero coscienza della patologia!
Bellacana adora Gas Gas, il topino ciccio e pasticcione che più d'una volta rischi di finire tra le fauci del gatto Lucifero. Trattasi chiaramente di transfert, il panzotto rotondo di gas Gas è lo stesso di B.C.
Il bebone ama cantare con (una riluttante) Mammacana la canzoncina "Ho trovato ho trovato" sulle note della quale i topini cuciono il vestito di Cenerentola, "Mamma, i topini cuociono hi bescito!". Osserva con un'attenzione quasi morbosa la scena in cui le sorellastre strappano il vestito cucito dai topini poi, con sguardo da riposseduto, si avvicina a mammacana e tirandole i pantaloni dice arrochendo la voce "Ti trappo hi bescito!!! Te lo trrrappo!!!!!".
Canticchia a mezzavoce la canzone della fata Smemorina, ma solo perchè non riesce a capire cosa significhi Bibidi bobidi bù, altrimenti la eseguirebbe a gola spiegata.
Guarda rapito la scena della trasformazione di Cenerentola da sguattera a principessa "Hi bescito! Cenerentola ha i capelli hisci!" e ride.
"Senorita!!! se n'è uscito dicendo una sera, "Ma cosa dici pasticcio, dove l'hai imparata questa parola?" ha domandato l'improvvida Mammacana "E' quel tignore che dice Senorita!!! quando Cenerentola pedde a cappetta. E' un po' matto, quel tignore!"
 Mammacana"..." e sguardo allibito! 
Qualche sera fa ha fatto la regia della scena del ballo"Mamma, ti trappo hi bescito e... Badagù! Bescito bianco!Bieni mamma, bieni, a carrozza! (Fa sedere Mammacana su uno sgabello da nani a forma di rana) Io paccio hi cabajio, andiamo!!! Ecco, hi cattello! (prende la mano di Mammacana e la trascina in cucina) Ecco hi pincipe (indicando papàcana che, già impigiamato,  stava sbucciando le patate da fare arrosto)! E' hi ballo!!!(i canagenitori capiscono che devono ballare proprio lì, sulla soglia della porta della cucina) ah! Ah! Tiete...un po' matti! Ah! Ah!"
" Chi sarebbero i matti?" pensano mamma e papàcana, ma per non mortificare l'estro creativo del pargolone tacciono.
La sera dopo, durante il ballo a palazzo, B.C. ha preteso di ballare con papà e mammacana in giro per casa, e seguiva anche il tempo del valzer!
Ieri sera, dopo l'ennesima visione della sua scena preferita (Che va dal vestito strappato alla fine dell'incantesimo) Bellacana vuole riproporsi nella regia del ballo. "Tu tei Cenerentola!" (pecchè Cenerentola ha i capelli hisci come a mamma!) dice a  Mammacana che spontaneamnete gli domanda"Bellacana ma tu chi sei, il principe?"
"No no no no no" risponde il frugolo "Io sono a fatina!!!"
Vabbè, pensa Mammacana co ngli occhi lucciconi , "L'importante è che sia felice!"

domenica 4 novembre 2012

Papè satan papè satan aleppe!



In Bellacana cova sotto la cenere un lato oscuro vagamente luciferino. L’altra sera, dopo cena, il pargolone giocava tra cucina e salotto mentre mamma&papàcana indugiavano in chiacchiere seduti a tavola. Dopo un po’ il gioco si è trasformato in un minishow canoro a beneficio dei canagenitori. Cominciando dal La balena Pasqualina, passando per Beato te pulcino, fino a Noi andremo alla caccia del leon Bellacana ad un tratto tira fuori una canzoncina tutta nuova che fa più o meno così:
(libera interpretazione di mammacana in ardita traduzione dal bellacanase)
Là nel bocco t’è una casetta
Lo cojattolo alla finetta
Vien di cossa un epottino
…dammi a tua maninaaaaaaa
Piacere, Bellacana!
Bellina, nel suo genere.
Mammacana e papàcana cominciano a canticchiare con l’adorato figlioletto. Che grazioso quadretto, potrebbe dire un osservatore esterno, senonchè, all’improvviso B.C. sfodera una strana luce nello sguardo, papàcana giura di aver visto brillare nelle sue giovani pupille nientemeno che un’inquietante fiammella luciferina, mammacana avverte un brivido lungo la schiena al solo rievocare l’accaduto, insomma, in breve, il bebone canterino, con questa espressione da Carrielosguardodisatana modifica candidamente la canzone ed esordisce con un “…dammi a tua manina/ che te la tajio!!!” poi ride satanicamente “Ih! Ih! Ih!” e con una vocetta querula al limite dell’horror chiede “ Ti piace quetta canzone, mamma?”
Mamma e papàcana non credono alle loro orecchie, quel bebone biondo al limite del cherubinesco sembra riposseduto, continua a sghignazzare convulsamente e a ripete “Ti piace quetta canzone, (e ribadisco la virgola!) mamma?” e ride, anzi, se la ghigna proprio dell’espressione attonita dei genitori. Poi finalmente papàcana, memore della sua buona educazione cattolica, lancia uno sguardo all’icona che da sopra la porta d’ingresso veglia sulla Canafamily, e rincuorato dalla forza della sua fede si alza dalla sedia e pronuncia parole di salvezza che esorcizzano il fetentissimo diavoletto “Vieni Bellacana, è ora di lavarsi i denti!”
Il pargolo allunga la manina (“…dammi a tua manina…”) al pater familias che la stringe nella sua, forte e possente, e insieme si incamminano verso il bagno circonfusi da una mistica luce!

martedì 21 agosto 2012

Born to be wild!



 L’indomito spirito di creatura selvaggia di Bellacana emerge nei momenti più impensati. In un battibaleno il pacifico bebone morbidino che vi sorride dal suo passeggino è capace di trasformarsi in un novello david Krocket con tanto di cappello con coda di procione. 
Eccolo appena arrivato nell’amena località montana chiamata Lago santo. “Dai pasticcio” lo esorta papàcana entusiasta della gita che gli ricorda il suo passato scoutismo, “scendiamo dalla macchina, siamo arrivati!”
“Nnnno!!!” risponde il figliolo pigrotto. Ma papàcana non demorde “Facciamo una bella passeggiata va bene, c’è fresco, il bosco, gli animali”, il genitore mente spudoratamente, gli unici animali presenti a Lago santo sono colossali zanzare a reazione!
“Nnnno! Passcegino rosso!” si lagna quel figlio sul quale comincia ad avanzare qualche sospetto di legittimità.
“Macchè passegino, su su che si va. Una bella camminata in montagna poi pic-nic al lago!”
“Pinnic!!! pinnic!!!!” Bellacana ha capito tutto, altro che scarpinate, un bel pranzetto al sacco, ecco cosa ci vuole!
Nel frattempo, durante tutto questo bel dialogo surreale mammacana ha gia aperto il passeggino, aggancialo la borsa della Cana, la borsa del pic-nic e deposto la prole sul mezzo di locomozione. A papàcana non rimane che capitolare.
Ora, bisogna sapere che per arrivare al bel laghetto che da il nome alla ridente località di Lagosanto occorre affrontare una salita con pendenza del 70% su per un sentiero sassoso a strapiombo sul bosco. Mammacana arranca con la sua zavorra, ma l’aitante papàcana, ex boy scout, novello Indiana Pipps, infaticabile esploratore di anfratti e vicoletti, non se la passa tanto meglio spingendo i 13 kg di prole sul passeggino.
In compenso Bellacana si sta divertendo un mondo, guarda di qua e di là, nomina alberi, uccellini, rumori vari.
Ed ecco finalmente all’orizzonte, il lago!
“Giù!!! Giùùùùùùù!!!” comincia a sbraitare B.C.
“Aspetta”, dice mammacana “dobbiamo trovare un posticino per fare il nostro pic-nic.”
“Giùùùùùùùùù!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” l’imprevedibile bebone comincia a trafficare per scendere da solo dal passeggino, ci riesce e, incredibile, correndo come un opossum sfreccia verso il lago e… ci entra con tutte le scarpe!
I canagenitori si guardano sbigottiti, un unico interrogativo nei loro occhi “Ma quello è nostro figlio?” poi si precipitano a pescarlo.
Scarpe bagnate, calzini zuppi, piedoni ghiacciati, l’acqua del lago è, come dire… un po’ frediina, ma la Bellacana non fa un plissè.
“Acoja, acoja!” la bestiolina selvatica è venuta fuori, vuole starsene con le zampotte a mollo e saltare sui sassoni in riva al lago. Mamma e papaàcana si danno il cambio in acrobatici volteggi sulle scivolosissime pietre che lambiscono l’acqua mentre il nanerottolo tutto arzillo sembra non aver mai fatto altro in vita sua, Petar di Haydi non si sarebbe sentito così a suo agio. Ed è tutto un “I pesiolini!!!! Le bolle!!!! Il sciasso!!!! Il coccodijo!!!” (il coccodrillo si rivela essere un luingo masso che emerge dall’acqua).
All’improvviso come sempre B.C. si ricorda una cosa “Pinnic!” Ok, è ora di mangiare. Piedini asciutti e plaid steso la famiglia divora allegramente panini, formaggio e frutta…senza mai perdere di vista il coccodijllo. Una turista inglese si ferma e chiede se può fare una foto alla Canafamily e chiede a ciascun componente di autografare la cartolina che sta per spedire agli amici a casa.  Alla famiglia Bellacana capita anche questo!
Dopo aver ingollato questo mondo e quest’altro, di nuovo agile come un furetto Bellacana  scodinzola verso il lago e rimette le zampe a mollo. Mammacana non fa in tempo a temere una congestione che il pupo la tranquillizza schizzandosi d’acqua dalla testa ai piè! Ok, B.C. è resistente all’acqua.
Stessa scena di prima, con il piccolo anfibio che saltabecca da un sasso all’altro inseguito da un traballante genitore. Ma si sa, l’attività fisica stanca. Mammacana propone un pisolino, papàcana agguanta il riluttante pargolo e lo placca su plaid “Noooo! Lago! Lago….. ronf!!!...zzzzz!!!...ronf..” crollato come una pera cotta! Una nuvoletta gentile oscura il sole e garantisce un po’ di fresco al riposo del guerriero… due ore di nanna en plain aire bivaccato su un plaid pizzichino su fondo sassoso!
Amundsen, ci fai un baffo!!!!

lunedì 2 luglio 2012

… ti sorridono i moontiiiiii!!!!


Sei stato in montagna? Hai visto la cagna? Hai avuto paura? Bù! Quend’ero piccola si faceva questo giochino, e se al “Bù!” la persona a cui veniva rivolta la domanda sbatteva gli occhi voleva dire che aveva avuto paura.
Bellacana è stato in montagna, è lui la Cana, quindi non ha avuto paura, anzi! Ha cominciato ad essere felice venerdì scorso, appena ritirati dal nido e alloggiato in macchina ha cominciato a canticchiare “Pimmy, oh Pimmy…” Pimmy, o per meglio dire Timmy, è una capretta dal muso nero (di quelle tipo irlandesi) che vive e vegeta nella ridente località sull’appennino in cui i nonni di B.C. hanno una casa. Timmy vive in un recinto con altri simpatici quadrupedi come mucche capellone dalle lunghe corna, cavalli biondi come Barbie, porcellini selvatici neri come il carbone e, talvolta, un paio di lama. Per Bellacana montagna significa “Nimali” e “Pimmy”,o meglio, significava solo questo fino a pochi giorni fa! Ora, alla luce di un soggiorno di ben dieci giorni montagna vuol dire anche “Manjiamo in jiaddino! PacKo! Sibbolo gandi! Ago! Nocco!”.
Ma andiamo con ordine. È molto importante dire innanzitutto che, a dispetto della sua fisicità pandorina B.C. è un avventuriero, perciò gite, passeggiate, nuove sfide con la natura selvaggia lo stimolano a mirabolanti imprese al limite dei suoi due anni (ma questo è un altro post!). qui si descrive la giornata tipo della cana montana.
Sopra i 1300 metri il bebone ronfa come un ghirone tutta la notte, appallato nelle posizioni più assurde sgrufola nel suo lettino da viaggio che è un piacere. Tra le otto e le nove mammacana e papàcana sentono provenire dalla sua cameretta rumori da talpa che gratta seguiti da “Mammaaa! Mammaaaa!!! Mammaaaaa!!!!!” in toni diversi che vanno dal neutro, al lamentoso al cavernoso. A questi richiami mammacana deve rispondere “Bellacanaaa!” di volta in volta nel tono corrsispondente. Finito questo siparietto B.C. esprime i suoi desideri per la giornata “Titti!!!... Bicotto!!!...Packo!!!” desideri che prontamente le due fatine buone e ancora mezzo addormentate  che si nascondono sotto mentite spoglie di genitori provvedono ad esaudire. Mentre ancora i due suddetti adulti cercano di fare ordine nelle loro menti assonnate ecco arrivare un’ultima richiesta “Manjiamo in jiaddino!!!”. E così la giornata montana di Bellacana comincia con un’abbondante colazione (titti, bisciotti, succo, ceai) en plain aire!
A seguire il programma prevede “Packo!” e così B.. si arrampica sul suo passegino rosso, cantando la canzone di Johanna, e papàcana, con tanto di lingua fuori spinge quel fardellone di ormai 13kg per tutto un simpatico percorso di su e giù (… molti più su!) che termina con una salita micidiale al termine della quale il genitore stramazza sull’erba sull’orlo del colpo apoplettico! Al parco Bellacana corre salta trotta galoppa su scivoli di varie misure (dai 90 centimetri ai 2 metri d’altezza), giostre circolari in grado di raggiungere la velocità fotonica di un neutrino e indurre una qualsiasi persona al di sopra dei 12 anni a vomitare il pranzo di pasqua, altalene pericolanti e ponticelli di legno traballanti. Il tutto cadendo ripetutamente e cacciando sederate epocali in un turbinio di risate e polvere.
Dopo il parco scatta il momento “Nimali!” e via tutti e tre ad arrampicarsi in cima al ripido pascolo in cui pasciono i già menzionati animali. Novello Alberto Angela il nostro mini naturalista adora strappare manciate d’erba da allongare alle bestiole attraverso le maglie della rete, senonchè da un po’ di tempo la normale recinzione è stata sostituita da una elettrificata. Mammacana e papàcana si scambiano uno sguardo sbigottito, nella mente di entrambi si materializza per un nanosecondo l’immagine di una Cana flambè con tanto di scheletrino intermittente! La soluzione è presto presa: l’eroico papàcana solleverà il frugolo al di sopra della rete e lo terra in braccio permettendogli si sfamare i suoi amici  a quattro zampe! Ma a B.C. piace molto dare l’erba agli ani mali, proprio tanto, ma tanto tanto, tantissimo…. E la schiena di papàcana non è più quella di un aitante ventenne che va in palestra  tre volte la settimana…
Fortunatamente mammacana conosce il suo polletto “Bellacana, è ora di andare, dobbiamo preparare la pappa. Oggi facciamo la pasta verde!” una luce da epifania rivelatoria accende gli occhioni del bebone “Sìììììììììì! Patta berde!!!”, si lancia dalle braccia del padre e comincia a correre giù per la discesa con la una classe e uno stile che non hanno nulla da invidiare a quelle di Jhon Travolta in Grease (non si se mi spiego!). Giunto sul ciglio della strada Bellacana guarda il passeggino, guarda papàcana e sorridendo dice “Cavallo papà” con una vocina tanto adorabile quanto inquietante per il povero genitore. Papàcana guarda afflitto mammacana in cerca di un conforto o di una scappatoia, ma lei non può fare altro che alzare le spalle  e rispondere con un’espressione del viso rassegnata. Papàcana si appresta a percorrere la via del ritorno con i famosi 13 kg direttamente sul groppone! Per tutto il tragitto la Cana canta le canzoncine imparate all’asilo, soprattutto “La balena Pasqualina” della quale conosce anche tutte le mosse!
A casa B.C. si scofana due piattoni di pasta al pesto e poi chiede “Bodena?”, vuole ascoltare il suo cd dei Modena City Ramblers. La musica parte e lui comincia ballare come un matto, gira in tondo, salta, agita le manine sopra la testa, cade, rotola, ride… è uno spettacolo! Quando crolla a terra in semicatalessi è pronto per la nanna. Mammacana lo raccatta e dopo una veloce toletta lo deposita nel lettino dal quale non risorgerà per almeno un’ora e mezzo/due.
Il pomeriggio è una sostanziale replica del mattino, merenda, parco, animali, cena (se papàcana fa la griglia Bellacana lo aiuta a domare le braci), nanna. Che vita grama!!!

Ps:  ma, a volte, si fanno delle gite….. in to the wild!

martedì 19 giugno 2012

Se qualcuno ruba un fiore per te....

Così recitava lo slogan di un profumo in uno spot di millanta anni fa. Chissà, forse Tataciscia usa proprio quel profumo!
Questa mattina, bello come il sole, Bellacana grufolava nel lettino in attesa che mammacana si accorgesse del fatto che fosse ormai sveglio, forse già meditava la romantica furfanteria. Durante la colazione B.C. ammiara e rimira i fiorellini che ha colto la sera prima e che ha poi messo in acqua. "Tono fioji quei lì. Beji!"
"Sì pasticcio, sono delicati."
"Tono dicati...caj, caj..."
"Bravo, dai che andiamo."
"Tataciscia!" s'illumina d'un tratto il faccino guanciottoso della Cana.
"Sì, andiamo dalla Tataciscia..."
"Tataciscia, Tataciscia..." continua il bebone indicando i fiori.
Ma mammacana, vuoi perchè è stordita dall'afa, vuoi per un'inconscio bizzarro che tende ad escudere ogni altra figura femminile dal cuoricino del suo piccolo fagottone, non capisce... o non vuol capire.
Appena usciti  un'esclamazione tanto palese quanto veritiera affiora sulle labbra della bestiola sudatina "Caldo!" come dargli torto porello, ma tant'è, bisogna andare! E come va la Cana matta non appena vede  l'aiuola davanti a casa. Si butta a palla di cannone verso la reticella che la delimita e chinandosi con tutti i suoi 13 kg la deforna il giusto per poter raggiungere i tanto agognati fiorellini che faranno felice la sua bella. Sempre più sudatino riesce a raggiungere un fiordaliso fucsia, felice come un porcellino si volta verso mammacana e sorridendo esclama "Tataciscia!!!" Finalmente mammacana capisce, e una sottile stilettata le trafigge il petto, solo la sera prima i fiordalisi erano per lei!
Va bè, è tardi, andiamo.
In macchina B.C. stringe al petto il cadeau, la mano sudaticcia stritola il povero gambo,  il malcapitato vegetale  resisterà i dieci minuti del tragitto? Impietosita mammacana mette un po' d'aria condizionata.
Giunti a destinazione Bellacana si fionda letteralmente verso il cancelletto (sempre stringendo forte forte il fiorellino) scruta bene nel salone e... la vede! Mammacana apre la porticina e il baby latin lover si lancia in una corsa matta e scoordinata verso di lei "Tataciscia Tataciscia!!!" la tata si volta pensando ad una catastrofe e invece... si trova davanti questo nanetto buffarello che brandisce fiordalisi. Non riesce a trattenere una risata. Ringrazia calorosamente e con un bacino. La Cana è in visibilio, probabilmente dalla contentezza fa anche la cacca!
"Bè, io vadoeh, ciao pasticcio." Mammacana tenta di ottenere un saluto quantomeno decente dal pargolo, che le fa ciao con la manina mentre sia allontana con l'amore suo per mettere a bagno il suo primo regalo ad una ragazza.
Ehhhhhhhhhhh!!!!!!!!!!!!

sabato 9 giugno 2012

Bellacana in the city!


Che Bellacana avesse un animo da viveur lo si sarebbe già potuto intuire da numerosi indizi sparsi qua e là nei suo due anni di vita, per chi ancora dubitasse di quest'indole godereccia e viziosetta ecco la cronaca del primo happy hours del bebone!
Papàcana e mammacana hanno amici che vivono nella city bella, grassa e dotta a pochi km da Bellacana Town domenica suona il telefono "Ciao, sono Ziaggiovanna! oggi nella city il centro è tutto pedonale, venite a fare un giro poi stasera prendiamo una pizza?" Papàcana, che notoriamente alla parola pizza perde il lume della ragione, accetta seduta stante, così dopo la nanna di B.C. l'allegra famigliola si ritrova in macchina pronta a partire. 
"Lo sai dove stiamo andando Bellacana?"
"Da Joahanna, Kittian e Aysscia!"
"Bravo pasticcio! Sei contento?"
"Scì!"
Dopo dieci minuti di macchina rovente il sudatone è palesemente molto meno contento, frignotta e vuole il succo. Fortunatamente mammacana conosce un repertorio di canzoni e  canzoncine da fare invidia all'archivio Rai, e là dove non arriva la cultura canora arriva l'inventiva, perciò La balena Pasqualina, canzonetta che si risolve in 4 strofe, arriva a durare 20 minuti!!!! Papàcana sta per defenestrare la gentil consorte, ma fortunatamente la suadente voce del navigatore sussurra "Arrivo!".
Ad accogliere B.C. sulla soglia di casa ecco Alyssa, bellissima cagnolona color champagne. Il malefico bebone, pur adorando l’animale e citandolo spesso nei suoi elenchi di amici, respinge il suo musone umido con un “Aysscia, bbia!” la scena si ripeterà numerose volte intervallata da improvvise apparizioni di Alyssa volte a far sussultare la Cana e sghignazzare gli adulti presenti.
Bando alle ciance, dopo i soliti convenevoli e un rapido scambio di battute la combriccola si dirige verso l’aperitivo nella seguente formazione: Bellacana sul suo passeggino rosso spinto energicamente da Ziaggiovanna affiancata a sua volta da mammacana, seguono papàcana e Kittian con al guinzaglio una scodinzolante Alyssa.
La passeggiata sotto i portici procede in tutta tranquillità. Bellacana si guarda intorno incuriosito da luci e rumori, addita ogni “Atobush!” che passa specificandone il colore, chiama i piccioni “Cellini!!! Cip cip!” ignaro del fatto che il 90% della popolazione mondiale vorrebbe sterminarli dalla faccia della terra, sussulta ogni qual volta il naso bagnato di Alyssa lo sorprende, e canta le sue canzoncine, tra cui quella da lui stesso composta “Mani e pesscione….”
Ed ecco un baretto carino con tavolini all’aperto, l’ideale per una sosta. Da vero cittadino B.C. accomoda il suo sederino quadrettato sul divanetto tra mammacana e papàcana e ordina un “Sciucco!” mammacana decide che il gusto giusto per evitare una super cacca in pieno centro è l’albicocca e in men che non si dica ecco arrivare la gustosa bevanda in un enorme bicchiere di vetro effetto scultura di ghiaccio con tanto di cannuccia nera very cool! Mammacana già si vede china a raccogliere cocci…e invece…. Il bebone di città fa meraviglia! Seduto composto sorbisce il suo succo dalla cannuccia reggendo il bicchiere con due mani come un vero piccolo lord. Non una goccia sulla maglietta. È fuori da più di un’ora ed è ancora lindo  e pinto. Ma ecco il McCourt che è in lui riemergere prepotentemente sottoforma di sonoro ruttone! Decisamente il sciucco è stato gradito… insieme ovviamente alle tre pizzette che non hanno fatto in tempo a toccare il tavolino prima di finire tra le sue voracissime fauci!
Ok, bevuto, mangiato, e adesso che si fa mentre i grandi chiacchierano? Cannucce!!! La prima ad essere masticata, arrotolata, annodata, maciullata, schizzata chissadove è la sua, segue quella di mammacana, ed ecco B.C. puntare a quella di papàcana, il fatto che sia imbibita di birra poco importa, è un divertimento e val la pena sfidare  il rischio dell’alcolismo infantile! Si sa che un gioco è bello quando dura poco, perciò ad un tratto “Giù!” Bellacana comincia ad agitare il fondoschiena, è un inequivocabile segnale di insofferenza, bisogna scendere e muoversi. Ziaggiovanna non vedeva l’ora! Prende il panzerotto rimpinzato e si dirigono insieme verso un’emozionante escursione alla scoperta dei portici della city. Scoperta a 360°, anzi, a 720° per quanto riguarda B.C.! Corre, salta, ride, schizza da una parte all’altra della via (fortunatamente resa podonale!!!!), taglia la strada a passeggini imbizzarriti e fa inchiodare vecchietti col treppiede, si rotola di qua e di là coma un rullo compressore, insegue piccioni e Ziaggiovanna e qualunque cosa si muova nel raggio di cinquanta metri. Quando mammacana si alza per riporlo sul passeggino  si trova davanti l’apocalittico spettacolo di un indistinguibile fagotto grigio scuro sdraiato per terra nel bel mezzo del portico! Dalla punta dei capelli, una volta biondi, alla punta della scarpe che si ricordavano blu il frugolone si è tramutato in enorme gattone di polvere, sudaticcio e con le mani appiccicose di saliva! Chissà quali innominabili infezioni stanno già prendendo la residenza nella sua bocca?
“Massì” la consola Kittian con la sua serafica saggezza veneta “I bambini per stare bene devono essere sporchi!” sarà, ma basterà un flacone di Napisan per igienizzare vestiti e bambino?
È ora di mangiare, tutti verso la pizzeria. Un veloce cambio pannolino in un angoletto buio del portico da veri fricchettoni svedesi e via! Bellacana è felice come un suino nel fango, sorride a tutti e canta la nuova canzoncina “Un passeggino ‘osscio!!! Un passeggino ‘osscioooooo!!!!!!” ma ecco l’imprevisto in agguato. B.C. ha sete,  il buon Kittian stappa la bottiglietta di quelle che non si stappano perché hanno l’apertura a pressione, e il bebone si bagna come un’anguilla! C’è vento, è sudato, lo spettro della bronchite aleggia  nell’aria palpabile come budino, che si fa? Si corre a casa e si ordina da asporto. La Cana è così stanco che sbocconcella la sua pizza chiedendo continuamente “Aysscia?”  a turno i grandi rispondono “E’ qui pasticcio, sta mangiando.” B.C. lancia occhiate di sguincio per accertarsi che Alyssa ci sia…ma non troppo vicina e ricomincia a sbocconcellare. Quando ormai la serata volge al termine e Bellacana ha spostato tutti i soprammobili di Ziaggiovanna, esausto e felice si appoggia al passeggino e sussurra uno sfinito “Casa… pijiana….” Mamma e papàcana raccolgono il loro fagotto sonnacchioso e tornano  verso Bellacana Town. Il bebone ronfa sul sedile posteriore, e bisbiglia nella notte il  nome dei suoi amici “Kittian, Johanna, Aysscia….” Sorride, e si sente un vero bebone di città!

mercoledì 30 maggio 2012

Quel terremoto di Bellacana

Mi sono interrogata a lungo sul fatto se fosse opportuno o meno scrivere del terremoto che in questi dieci giorni ha rivoluzionato la vita a pochi km da casa e lasciato tracce anche qui. La risposta ai miei interrogativi l'ho avuta proprio depo le violente scosse di ieri, e me l'ha data Bellacana, con il suo punto di vista a 87 cm sul livello del mare!

29 maggio, ore 8.59 del mattino, mammacana è a letto con un febbrone da cavallo e sta chiamando una scuola per dire che non potrà andare al lavoro.
Ore9:00 terremoto! Il letto balla, un frastuono di scricchiolii e traballamenti, all'altro capo del telefono la mestra che invita i bimbi ad uscire. Mammacana si precipita sotto la porta d'ingresso, di fronte a lei la vicina. Il mondo balla a lungo, e molto forte. 
Silenzio.
Le porte si richiudono, qualcuno scende in strada, telefoni muti. Sangue freddo e pazienza. Si fa viva Nonnamì su rete fissa, tutto bene. Papàcana dall'ufficio, tutto bene, Bellacana? Alle 9.45 il telefono del nido suona libero. Tatamary è una grande "Tutto bene mammacana! I bimbi sono tranquilli, la scossa non l'hanno nenache sentita, adesso sono tutti in giardino che giocano e prepareremo i tavoli per mangiare fuori. La struttora è solida,a un piano solo, si balla meno che in casa! Se vuoi lasciarlo qui noi li teniamo anche a dormire." grazie Tatamary,davvero!!! 
Due ore dopo per precauzione il comune chiude le scuole. Ok, si va a ritirare la Cana. Il bebone arriva a casa già mangiato e addormentato tra le braccia di papàcana.
Ore 13:00 Scossona! Papàcana afferra il pupo, mammacana la borsa e via, al parco!!!
Svegliato di soprassalto dalla fuga B.C. che fa? chiede un succhino e comincia a disegnare. Poi resosi conto di essere al parco, un parco insolitamente affollato di bambini all'una di pomeriggio, si mette in moto. Corre, cade,gioca, scivola sullo scivolo, altalena sull'altalena "Juiaaaaa, Maioooooooo!!!!" divora biscotti e fa cari cari a mammacana febbricitante e svenevole sdraiata a terra con le gambe per aria. Così dall'una a sette di sera. Tornato a casa, perchè anche papàcana moooooolto preoccupato, si è un po' tranquillizzato vedendo la Cana così contento, è così stanco che rifiuta anche il suo piatto preferito "Fittata bbbia!" Si sciroppa un biberone di titti e crolla nel lettino in un sonno popolato di Tatecisia, altalene, bimbi e bisciotti.
30 maggio: scuole chiuse, ufficio di papàcana chiuso. Si deve stare fuori casa il più possibile. Mentre i canagenitori vagano per uffici pubblici deserti Bellacana gironzola in passeggino con Nonnamì... e si guadagna anche una bella schiumetta di latte al bar!Dopo il pranzo e la nanna giro in bici con papàcana al Bosco Festaiolo per dare il tormento alle povere caprette, poi al parco con mammacana. Alle 19.00 di nuovo tutti casa, bagnetto,cena, tittinanna, crollo nel lettino.
Domani forse si va al mare... se papàcana riesce a trattenere l'ansia da tzunami (evento assai comune nell'Adriatico!)


Ecco, questo è il terremoto di Bellacana! Naturalmente so bene che può viverla così perchè siamo tra i fortunati ad essere colpiti solo marginalmente dal sisma. Ma noi adulti tendiamo a volte a lasciaci prendere da panico e sconforto, per questo sono felice di avere il mio Bellacana, che mi distoglie e mi obbliga a pensare meno e fare un sacco, e mi dimostra come anche l'ansia e la paura (perchè fortunatamente finora solo con queste abbiamo dovuto fare i conti!) possano essere trasformate se si guarda il mondo con gli occhi di un duenne a 87cm sul livello del mare!