venerdì 15 novembre 2013

...gli eroi sono altri...

"15 Novembre" ei fu, siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette il broviac immemore, orbo di tanto spiro! Ebbene sì, il broviac ci ha lasciati, o meglio, ha lasciato il corpiciattolo paffuto della Paperaguerriera in questa fredda mattina di Novembre. Forse i papergenitori dovrebbero essere tristi, preoccupati... di norma la dipartita del broviac non è una gran bella notizia. Ma in questo caso...tutti non aspettavano altro. Il dottor Fozzyemuppet, con il suo sorriso ottimista, sosteneva fermamente che avrebbe tenuto fintanto che non si fosse deciso di toglierlo, la dottoressa Benvenuta Innominata (new entri? noooooo!!!! è una vecchia conoscenza dello staff di oncopaperologia... chi sarà?)con la schiettezza che la contraddistingue due settimane fa disse "Hovvia, se regge ancora un mese è già tanto!", Gemellomenosimpaticodibarbablù si limitava a scuotere la testa ad ogni medicazione, gli altri non si pronunciavano nell'attesa degli eventi. Fatto sta che se avesse tenuto ancora un po' non sarebbe stato male, ma in fin dei conti il suo lavoro l'ha fatto più che dignitosamente (considerato che aveva cominciato a sfilarsi a fine giugno!!!).Il buon broviac ha resistito a tutti i cicli di chemio e ai vari ricoveri extra della Papera, ora per i prelievi di controllo la sforacchieranno un po'...e pazienza! E così stamattina quando, durante il quotidiano lavaggio del CVC, Mammapapera ha detto "Guarda, perde?", e Papàpapero ha risposto "Cosa?", la risposta "Il broviac!" non ha destato il clamore che ci si sarebbe aspettato un tempo. Conoscendo già la risposta Mammapapera ha chiamato oncopaperologia "Ehm...dottoressa Mammotti... ci siamo, l'evento che tutti trepidavano si è compiuto!" "Vi aspettiamo!" E via a preparare Cana, Papera, ritirare l'auto dal meccanico (che tempismo eh per decidere di fare il cambio gomme!!!), lanciare Bellacana dalla macchina in casa di Nonnami, e sfrecciare verso il Paperclinico. Accolta dal sorriso del giovane dottor Yiddish e raggiunta subito da Ninja, che vuole sapere com'è andata, la Paperfamily si accomoda in ambulatorio. Ed ecco la dottoressa Mammotti. Ninja toglie cerotti e garze...sotto gli steril streep il tubicino è arrotolato tre volte. Ninja toglie anche quelli, la Mammotti si appresta a sfilare e... niente, esce mezzo centimetro di tubicino... "Domani ve lo sareste trovato in mano!" sorride la dottoressa. Sguardi incrociati, Mammotti/Mammapapera, Mammapapera/Papàpapero, Papàpapero/Ninja, Ninja/Mammotti... La Papera guarda incuriosita il suo pancino. Libero. E in quest'attimo realizzi cos'è stato quel filo bianco e sottile in questi mesi, lì dentro è passata la cura, sottoforma di terapia,ed è passata la vita, sottoforma di nuovo sangue, ed è stato crocevia di emozioni, di paura e di speranza. E adesso,a vederlo lì, sul tavolo...sembra solo un tubicino bianco... "Ehm...possiamo tenerlo?" chiede timidamende Papàpapero. Tutti si sciolgono in una risata. Ninja e KGB lo prendono in giro "Guarda che diagnosi e cura è a Baggiovara!" e la dottoressa lo rassicura "Non è il primo a chiederlo sa?"...ma le scappa da ridere. E così questa è passata serenamente, poi arrivano anche le dottoresse Seabbaianonmorde e Benvenuta Innominata e davvero si capisce che va bene così, andata com'è andata è andata bene. E questo è tremendamente vero. Ma la gioia per te stesso ad oncopaperologia non esiste, perchè sei così strettamente connesso con gli altri che gioia e dolore sono collettivi, e il secondo è forte ed empatico quanto la prima, e tutto è condiviso. Un po' della gioia di chi sta bene passa e dà forza a chi ancora lotta, e un po' del dolore di chi combatte viene diviso con chi sta meglio. Perchè può capire. Proprio oggi che erano andati in reparto per quella che poi si è rivelata un'inezia la Paperfamily ha incontrato un'amichetta della Papera, conosciuta nel regno dei delfibanani. E per distrazione Mammapapera fa la domanda che non dovresti fare "Come va?", e subito si morde la lingua...se sei lì, ancora, per l'ennesima volta, con il fiore d'argento della chemio che sboccia sull'asta della flebo...tanto bene non va. E infatti tanto bene non va. La Bimbaconlecoccopantofole dovrà affrontare per l'ennesima volta trafile lunghe e invasive, sottoporsi ad altra chemio, soggiornare in un'oncopaperologia lontana di un paperclinico sconosciuto...e poi c'è Natale, e non ci sono cazzi, in certi periodi le cose brutte pesano molto più che in altri. Soprattutto se hai dei bambini, soprattutto se uno è malato, soprattutto se la sua malattia lo costringe lontano dai fratelli. E' uno strazio, e la Paperfamily lo sa bene, essere una famiglia divisa, smembrata, fatta a pezzi dalla malattia. Dalla malattia di un piccolino che non può difendersi, e che nemmeno tu genitore (che dovresti essere la sua forza, la sua guida, la sua sicurezza, il suo modello, il suo eroe) hai saputo difendere dal male. Ed è un attimo renderti conto che alla fin fine tu sei anche stato fortunato. Con tutto quello che hai affrontato, con quello che ancora verrà, che c'è da sistemare, ti rendi conto che la Paperfamiglia fa parte di una percentuale fortunata. E ti viene da fare di quelle domande... quelle che... se credi in qualcosa la tua fede vacilla, e se non credi...bè, se non credi...se non credi sai che in fin dei conti è solo una grande roulette russa. Le cose succedono e nessuno decide come andranno...e non hai nessun dio col quale fare a pugni, e allora prendi a pugni un muro, il cielo, te stesso. Perchè non è possibile. Non è giusto. Non si fa!!!!! Non si fa che un bambino che lotta con le unghie e con i denti,ma soprattutto con i suoi sorrisi, i suoi discorsi strampalati, i suoi pupazzini sul letto, i suoi occhi aperti sul futuro non riesca a mettere la parola fine a tutta questa sofferenza. Non si fa che una mamma e un papà, coraggiosi come leoni, forti come montagne, che ti sorridono sempre con gli occhi asciutti, che ti colorano di rosa l'acqua della bacinella dove i piedini fanno il bagnetto, che tengono duro e stringono i denti ancora e ancora e ancora...che non possano stare tranquilli tutti insieme stretti forte forte a casa loro. E tutti gli altri! I compagni della Papera in questi mesi, che erano qui quando lei è arrivata e sono ancora qui, col fiore d'argento o con una strada davanti che si perde nella nebbia. Tutti i piccoli onco e leucoguerrieri che sono passati di qui e per i quali la grande roulette ha fatto uscire i numeri più disparati... All'inizio di Ospedalando molti hanno definito eroi i papergenitori, bè, ora mammapapera si rende conto che a loro i medici hanno sempre detto chiaramente "Da questo tumore si guarisce, si faranno tre, quattro cicli di chemio, quelli che ci vorranno...poi se si potrà operare interverremo, se no si continuerà con la terapia finchè non sarà operabile". Ecco, all'inizio sembrava così poco, e confuso. Ma adesso Mammapapera si rende conto che era tanto. Che sapere, più o meno esattamente, come sarebbe andata non capita a tutti, è una fortuna. Ed è andata davvero così, quasi per filo e per segno...ed è una fortuna. E allora alla fine ti rendi conto che gli eroi sono gli altri. Quelli che partono nell'incertezza più totale e ogni volta devono ricominciare da capo, ancora, ancora, ancora... e l'affrontano con le armi di cui dispongono: amore, sorrisi, forza, tenerezza, paura, lacrime, amore, rabbia,pazienza,fatica, amore, speranza, disperazione, amore, amore, amore, amore, amore, amore, amore, amore....

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