domenica 9 novembre 2014

Oncostaff!



Ridendo e scherzando la Papera bazzica Oncopaperologia ormai da un annetto e mezzo (considerato che ha 26 mesi direi che può considerarsi residente onoraria!). In tutto questo tempo nessuno si è mai preso la briga di spendere due parole su quei bizzarri individui biancovestiti (come direbbe un carissimo colombofilo scampato ad uno tzunami…) che si aggirano per il reparto con le tasche piene di abbassalingua, penne che fanno le bolle, bigliettini colorati, lucette glitterate… no, no, non stiamo parlando di una comitiva fuggita da diagnosi e cura, ma di loro…sìììì, proprio loro: l’ONCOSTAFF!!!!!!
Bè, avete presente i Supermedici? Quelli che chiamano Dio collega, quelli che ti guardano dall’alto in basso anche se come stazza potrebbero benissimo essere chiamati Eolo, Pisolo, Cucciolo…? Dai, quelli superspecializzati che quando ti visitano non ti salutano perché tu non sei un essere umano, ma la parte di un corpo,  una patologia. Si  può forse parlare a un pancreas? Cosa vuoi mai dire al metacarpo mediano inferiore dell’aorta gastrica paracetamola? Daaaaai… li avrai visti e conosciuti anche tu quei supermedici che si montano la testa dal primo giorno di università… li trovi dappertutto! Sono quelli che possono parcheggiare nei parcheggi riservati a malati gravi, quelli che hanno scambiato gli ospedali per Montecitorio…. Ecco, li hai inquadrati adesso? Bene,  questa tipologia di  supermedico a oncopaperologia non esiste!
Ad oncopaperologia ci sono solo Supermedici, con la S maiuscola! Perché sono semplicemente uomini e donne, reali, con le loro caratteristiche, stili, qualità e difetti differenti. Persone che non si nascondono dietro al camice. Non si ergono a detentori di un potere supremo e misterioso, né tantomeno infallibile, ma si mettono lì, al tuo fianco, ti spiegano e ragionano con te. Prendono la tua mano e ti accompagnano in un percorso del quale non nascondono le avversità, e l’unica promessa che fanno non è quella di guarire il male, ma di fare tutto il possibile!
I nostri Supermedici  guardano la malattia con umiltà. Non si mettono su un podio, ma  si affidano alla rete. Perché sono guerre dure, che è impossibile sostenere da soli, per cui se ritengono che sia il caso di tentare non esitano a coinvolgere strutture o specialisti diversi, contribuendo a creare uno scambio di esperienze e competenze, senza mai chiudersi nell’atteggiamento “facciamotuttodasolichesiamoimeglio” e che è la tomba della professionalità e della medicina stessa.
Ad oncopaperologia poi i pazienti non sono la patologia, non sentirete mai qualcuno dire “Ah sì, allora Teratoma è nella stanza 5, Neuroblastoma ha mangiato in bianco, mentre la Mieloide cronica ha paura delle api.” Nessuno perde mai la propria identità, anzi, a volte ne acquista una, come la Papera… che ormai è La Papera!
Ma vediamo di conoscerli uno ad uno. Rullo di tamburiiiiiiii. In ordine di apparizione (almeno per la Paperfamily):
Benvenuta Innominata (già Comunioneliberazione); presentata alla paperfamily dalla Dotoressachesichiamacomeunadellesorellastre con le parole “Ecco, la dottoressa Benvenuta Innominata, l’ocoematologa!”
Caposaldo e primo punto di riferimento all’inizio dell’oncoguerra. Il generale che ti guarda in faccia e senza troppi giri ti dice “Agiremo così e così, i mezzi pesanti da questa parte e la fanteria in avanscoperta”. Poi ti sorride schietta e ti svela il suo segreto per rendere speciale la ribollita.
Fozzyemuppet: colui che sta ad oncopaperologia come il mitico Ciccio Green stava ad E.R. . Si avvicina piano, quasi in punta di piedi, ma sempre col sorriso. Spiega le cose con calma e dettagliatamente, anche la ventesima volta che gli fai la stessa domanda. Non ti da mai l’impressione di pensare che tu gli abbia chiesto una cosa stupida. Poi ride! Ride di gusto, e se ce n’è l’occasione “fraternizza”, e in questo le immancabili camicie a scacchi da boscaiolo del Wisconsin aiutano un sacco!
Seabbaianonmorde: è l’anima latina del reparto, anzi… latinoamericana! L’inconfondibile doppia esse con cui pronuncia il nome di battesimo della Papera evoca immediatamente succulenti filetti di angus, Evita peron, Che Guevara e… il tango!
Ha gli occhi che ridono e un’innato e spontaneo ottimismo che spriogiona, suo malgrado, dallo sguardo. La stakanovista di questa lunga estate calda, quando gli altri erano in ferie… o in infortunio.
Mammotti: giovane e capace dottoressa che ha affiancato la Paperfamily nella prima campagna chemiobellica, passata alla storia per ,lo sguardo lanciato a Papàpapero dopo che aveva appena affermato l’intenzione di volersi fare un ciondolo con il coccige scodato della Papera (ma allora… sarà vero o no?... ce l’ha o non ce l’ha Papàpapero questo gadget?).
Yuhuuuevvivi!!!: new entri della seconda campagna chemiobellica. Se il sorriso è una medicina, lei è una farmacia! Sempre positiva e propositiva, disponibile a fermarsi magari un po’ di più, o anche solo a passare per un saluto al bambino.
Ha sedotto la Papera con la birodipeppachefalebolle, e i papergenitori con suo essere una ventata veryveryhappy. Sempre!
Ladottoressachesichiamacomebellacana: ti guarda e capisce se sei più il tipo da Melanie Klein o da Winnycot… o al limite da Winnyephoo!
Disponibile a parlare e ascoltare senza mai lanciarsi in freudiane interpretazioni, ma pronta a togliere qualsiasi oggetto contundente o affilato dalla stanza alla prima avvisaglia di Franzonite acuta!

Naturalmente tutto questo vale anche per il personale infermieristico, avercene di infermiere così!!!!!! Dalla prima all’ultima, dalla più giovane alla più anziana, dalla più riccia alla più liscia, dalla più mora alla più bionda, dalla più matta (ed è una gara durissima!!!) alla più seriosa (…mmmmhhhh…. difficile trovarla), sono tutte lì, sempre. Agli orari più improbabili del giorno e della notte, la domenica, a Natale, in piena estate, sempre pronte ad ascoltare, ad intervenire, anche solo a fare due chiacchiere nel cuore della notte, quando il sonno non viene e i pensieri si affastellano. Portano farmaci, medicazioni, ma anche pinzette per le sopracciglia e caffè. Sono un po’ come Mary Poppins, nella loro borsa c’è tutto ciò che può essere necessario ai piccoli pazienti… e alle loro mamme esaurite!
Sanno essere pazienti di fronte all’ansia, ma ridono e scherzano volentieri per sdrammatizzare se ce n’è l’occasione. Giocano con i bambini, e questi, nonostante i camici, le terapie, le quotidiane sofferenze, non hanno paura! Nemmeno quando entra la temutissima KGB!!! Anzi, appena la vede la Papera sguazza e sghignazza aspettando il solletico sul panzotto!
Ed eccole qui:
KGB; colei la quale con un solo sguardo è capace di incenerire marito e figlia, salvo poi sdilinquirsi in sfrenate scorribande di solletico, cucù e nascondino. Efficiente e professionale tanto quanto sagace, sarcastica e ironica. Un osso duro insomma!
Thefirstnurse; la primissima infermiera incontrata dai papergenitori nelle varie vicissitudini pediatriche, all’epoca capello corto sparato, tatuaggi, e un’aria vagamente punk! Fu amore, infatti cominciarono ad inseguirla in tutti i reparti di pediatria (mannaggia!!!)
Ninjia; che dire, indiscutibile professionalità che entra in scena con il passo felpato delle ombre. Ti accorgi della sua presenza solo dal fruscio del… del …niente, non ti accorgi mai della sua presenza, entra e te la trovi lì. Di notte poi magari apri gli occhi… ed è intenta a cambiare una boccia di fisiologica. Come un ninjia entra e colpisce. Adora, ricambiata senza ritegno, la Papera Guerriera. Maestra indiscussa del sondino passa alla storia per essere sgattaiolata nel cuore della notte da Mammapapera (facendole rischiare il colpo apoplettico), insieme a Fozzyemuppet, per rivelarle di essere fan del blog!
Maggicamanu; non ti preoccupare, ci pensa la Manu! Lo slogan di Maggicamanu è una garanzia. Infermiera multitasking che nasconde nella chioma selvaggia tutto ciò che Etabeta conserva nel suo gonnellino. Ti serve qualcosa? Ci pensa Maggicamanu! Sempre in prima linea, una colonna portante di oncopaperologia!
Kapò; precisa, puntuale, efficiente. Spiega sempre dettagliatamente quello che fa o che si appresta a fare. Pratica e sbarazzina… poche storie, puntare, mirare, fuooooocoooo!!!
Miss Pony; esperienza e dolcezza… e una buona dose d’ironia! Miss Pony da tranquillità, valuta bene la situazione e agisce di conseguenza ponderando bene. Con lei ti senti nella famosa botte di ferro! Passa alla storia per non aver riconosciuto Papàpapero con i capelli corti e averlo fermato con l’intenzione di chiedergli di uscire dal reparto!
Pane&salame(unsorsodiromagna); rientrata dalla maternità poco prima della seconda campagna chemiobellica è da subito entrata nel papermondo trovandocisi preoccupantemente a suo agio. Svalvolata tanto quanto mammapapera contrappone una serietà professionale quasi austera ad un gusto per la battuta e la follia, atteggiamento proprio dei soggetti borderline… ma tutto in senso buono eh!
Onco&thecity; anche lei conosce la Paperfamily fin dai tempi di pediatria, simpatica e ironica fraternizza volentieri. Estremamente competente, contende a Ninjia il podio per il sondino d’oro! Fa parte dello stesso club borderline di Pane&salame, ma lo nasconde meglio.
Terradisiena; flemmatica e tranquilla. La sua sola presenza, insieme al suo bel colorito da vacanza, scaccia ansia e tensione. Silenziosa quasi quanto Ninjia, calcola al millesimo di secondo la durata delle terapie, ed è pronta a sostituirle prima ancora che la pompa suoni.
Doctor House; il gallo del pollaio… che deve stare bene attento a non essere beccato(con tutte ste galline!). Un’anima rock nell’ambulatorio di oncopaperologia. Il re delle medicazioni, colui il quale ha ricevuto l’ambitissimo uncinetto d’oro per la miglior tricotatura con gli steril streep.
Prestato temporaneamente a pediatria, se ne consiglia caldamente il ritorno onde scongiurare una tragedia di massa ad opera degli oncopadri, per quali era una vera e propria ancora di salvezza, il solo con cui poter scambiare battute misogine senza essere guardati come feccia!
Poi ci sono le oss,  la mitica Missismiltonmateloportodisgamo, che a dispetto delle primavere leggermente più abbondanti, gioca a fare cucù come una duenne!
Le maestre che squadernano stratagemmi d’apprendimento, giochi, giochini, libri, bolle, ponghi and made, che si prestano anche alla realizzazioni di improbabilissimi video peluchosi (vero Franchickenlittle?).
Insomma, è giusto dirlo, ad oncopaperologia non ci sono pagliacci!!!!
…Ops, anzi… ehm… no.  Bisogna essere sinceri alcuni sono dei pagliacci. Non farò cognomi né tanto meno nomi, non è necessario lo capirebbe anche un tordo ipovedente! A dire il vero ci sono anche quelli. Due! Un uomo (…?...) e una donna… ragazza… maestrina! Lui, ben pasciuto,  ha rubato il nome all’amico di Forrest Gump, quello fissato con i gamberetti, lei, omen nomen, l’ha rubato ad una birra! Attenzione, si  vestono seguendo lo stile del mimettolapriamcosachetrovo, hanno un naso decisamente arrotondato e terribilmente rosso avvinazzato (d’altra parte, se decidi di chiamarti come una birra…). Fortunatamente non sembrano essere particolarmente pericolosi, non più di Mammapapera almeno, che in più di un’occasione li ha lasciati basiti davanti alla sua propria demenza!

Eccoli qui, tutti. Senza dimenticare il vitale sostegno dei volontari e la stoica e onnipresente Asehope, colei che risolve qualsiasi inghippo burocratico legato alle lunghe degenze dei piccoli… e dei loro genitori, e si fa carico dei bisogni delle famiglie. Ultima nell’elenco, ma non meno importante, la Signorachesichiamacomelamadonnaccoltaincielo, che con la sua dolcezza e il suo sorriso mentre lavora non rifiuta mai di scambiare con gli oncogenitori quelle due chiacchiere, che sembran cosa da niente, ma che per quei cuori affaticati sono tanto importanti.

Un reparto che è microcosmo del mondo. Un piccolo universo a se stante e inimmaginabile da fuori, popolato da esseri umani in carne ed ossa, sangue, lacrime, passione, sorrisi e risate.
Esseri umani, perciò fallibili. La perfezione non esiste, e la medicina non è una scienza esatta. Ma quando è fatta da persone, e non da semplici camici bianchi, non è giusto, non ha senso, ed è profondamente scorretto e meschino soffermarsi solo sull’errore. Apriamo lo sguardo. Guardiamo il paesaggio. I bambini, le mamme e i papà che, nel bene e nel male sono passati di lì e hanno trovato un esercito di combattenti pronti e capaci. Determinati, anche nelle battaglie più difficili, a cercare una soluzione. Soluzione che non sempre arriva, è vero, ma non è da questi particolari che si giudica un buon dottore. È tutto il resto, l’insieme, la condivisione del percorso a fare la differenza.
Perciò, a tutti, uno per uno, grazie. Per quello che è stato e per quello che verrà, per come sono andate, come vanno, come andranno le cose. Comunque vadano.
I  vostri nomi saranno scritti nei nostri cuori, e in ogni respiro della Papera ci saranno il vostro impegno e il vostro sorriso.
Grazie!

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