lunedì 24 giugno 2013

latte e acqua

Per la Bellacana family gli amici sono importantissimi. Il bene più prezioso che si possa avere. Del resto la mutazione del blog in osPedalando nasce proprio per restituire a tutti gli amici che ci hanno sempre sostenuto un po' di quell'affetto, quella vicinaza, quel "hey, siamo qui, non siete soli!"...lo sappiamo, e vi ringraziamo di cuore. Bene, questo piccolo cappello per introdurre un post anomalo...perchè non nasce post ma commento. Chi avesse letto letto "mum" avrà giustamente notato che manca totalmente la parte sull'allattamento, in quanto mammacana ne sa pochino, bene, oggi "La mia vita con Bellacana", dalle pagine di "Ospedalando" ospita un'illustre esperta in materia, nonchè grande amica della famiglia Bellacana... e futura suocera di Bellacana stesso: Mamma 3XMEogni3 che, data la sua esperienza, farà luce su questo capitolo così oscuro e delicato della maternità, buona lettura: "LATTE e ACQUA e l’allattamento??? Quante se ne leggono, quante ne raccontano… Non ho mai postato un commento in un blog ma in questo caso mi pare doveroso. Eh si, perché ho letto in queste pagine righe autentiche; chi scrive ha vissuto o vive realmente ciò che decide di condividere col mondo. Lo capisci dai particolari…ed è grazie ai particolari che ti senti così pienamente in sintonia o addirittura in empatia con chi scrive. Voglio dire…MUM, quanti articoli sul parto e sulla maternità avete letto prima di questo scritto? E prima di ora dove avevate anche solo avuto il sentore di leggere di quel colpo di smarrimento totale subito prima della spinta decisiva? Dove avevate letto una così brillante descrizione di voi e della vostra metamorfosi? Parliamoci chiaro: dove hanno mai scritto dei TARALLI??? Si, i taralli, il particolare che rende pienamente autentico e veritiero tutto lo scritto e totalmente attendibile la fonte…altro che bibliografia signori…i taralli!!! Ecco allora che vorrei provare ad aggiungere un piccolo paragrafo, il più reale possibile sull’argomento ALLATTAMENTO. Allattamento, momento magico tra la mamma e la sua pulce, momento privato, intimo e pieno di sentimenti estremamente positivi (dicono!). Già prima della nascita della pulce ti hanno caricata (ostetriche, corso preparto, pubblicità, altre MUM in pensione, vecchietti che incontri a fare la spesa, gente in fila al cup, e chi più ne ha più ne metta!) di un’ansia da prestazione che non ti abbandonerà fino a che non sarai in grado tu stessa di farti una tua e dico TUA idea su questa cosa dell’allattare o meno, in maniera esclusiva o integrata con latte in polvere. Arrivi al parto carica di questa tensione…oltre a tutte le altre ovviamente: DEVI ALLATTARE! È la cosa più bella e più naturale del mondo! L’unica cosa che renderà davvero piena la tua vita! La pulce nasce! Pochi secondi e te la ritrovi al petto, tu e lei (e tutto il resto attorno a voi…via vai di persone, mobili in acciaio e…taralli!!!). E’ magia,vi sentite e vi studiate, per la prima volta senti i suoi movimenti “da fuori”. Siete nudarine, lei si tranquillizza sentendo il tuo cuore, tuo marito è carico di emozione e non si accorge che si sta mangiando i tuoi taralli, la pulce si gira e, come se anche lei avesse ascoltato tutte le persone già citate, è carica di una strana tensione che porta la sua meravigliosa boccuccia a cercare i tuoi seni. E miracolosamente li trova e senza che nessuno dica o faccia nulla tu e lei riuscite nell’impresa, 2 tittatine e poi lei si addormenta e tu soddisfatta pensi che davvero è così naturale quel gesto tanto desiderato e temuto. Due ore e portano te e tuo marito in reparto assieme alla nuova arrivata. Hai già ricevuto 200 telefonate, messaggi su FB, whats app,… ed hai già risposto a tutti che la pulce si attacca, che tu sei davvero una gran brava mamma. Da li in avanti le cose variano vorticosamente! Tenti in ogni modo di attaccare la pulce, ma niente, lei dorme…oppure ti morde, senza denti ma ti morde…lo senti che ti morde! Ogni volta che fai un tentativo, anche se cerchi di nasconderti, di girarti verso il muro, ti arriva addosso in picchiata un’ostetrica con a seguito 3 studentesse. Le giovini a fissare i tuoi seni che tu fino a quel momento conservavi con cura in maniera così pudica, l’esperta che alterna prese stritolanti dei tuoi capezzoli o della testina della pulce (ma non avevi letto da qualche parte che la testina delle pulci non va mai toccata?!). E poi via, comincia a giocare agli incastri con te e la pulce…ma nulla pare funzionare, come quando vuoi incastrare mattoncini di costruzioni Lego tarocche. E ti stritola, e le gira la testa, e le apre la bocca che deve stare in un certo modo, e la sveste che se ha freddo prima di ibernarsi cercherà di scaldarsi tittando, e ti sveste che tanto signora ai suoi seni fa bene stare all’aria,e… finalmente porta a casa il risultato: la pulce si è attaccata e sta tittando davvero! E tu sei felicissima (AAAHI se tira forte!) perché la comitiva sanitaria adesso (AAHHIIAA!) vi lascerà in pace. Stanno uscendo dalla stanza (AAHHIIAA!), finalmente sole! Però è davvero (AAHHIIAA!) doloroso questo allattamento. Provi e pensare ad altro. Ci sei quasi riuscita quando AAAAAAIIIIIIAAAAAAHHH!!! Lui, il tuo utero, protagonista indiscusso degli ultimi mesi, decide di riattirare ancora una volta l’attenzione su di se e comincia a contrarsi di brutto, ritiene che sia proprio questo il momento buono per tentare di tornare alle sue normali dimensioni. Questo e tutti i momenti nei quali la pulce si attaccherà al tuo seno da qui in avanti per almeno una decina di giorni. Eh si, proprio bello questo allattamento. Col passare dei giorni e con il rientro a casa piano piano le cose prendono la giusta (e bella) piega, non prima però di avere sperimentato ragadi, dolore da montata lattea, impacchi caldi, pomate varie che tuo marito ti procura con dolce delicatezza, fuoriuscita di litri di latte dal seno sinistro mentre la pulce titta dal seno destro (questa cosa è davvero forte!). E allora cominci a prendere coscienza e a capire… e capisci che il tuo modo di vedere l’allattamento è solo tuo (e della pulce) ed è così che deve essere; e capisci che allattare non ha spazi: allatti a casa nella tua stanza, sul divano, al parchetto, al supermercato, in biblioteca, alle riunioni dell’asilo; e capisci che allattare non ha tempi: a richiesta o ogni 3 ore ti avevano detto…in realtà sono tante,sono troppe le cose che determinano i tempi ed è quasi impossibile programmare la prossima poppata, o almeno tu non ne sei ancora capace alla terza pulce che allatti! E mentre allatti continui a leggere (e a rileggere) il blog, quello di cui scrivevi prima, quello adesso tanto importante per te… e capisci che non puoi capire cosa vuol dire davvero osPEDALARE… e capisci che anche pedalare non conosce spazi e tempi, pedali con il corpo, con i pensieri, le tue ansie, con tutto te stesso…sempre e in ogni luogo, che tu sia in ospedale, al parco, a tentare di riposare nel tuo letto,in viaggio in auto da solo o con altri, pedali, pedali, pedali e ancora pedali; e sempre di più ne hai conferma: non puoi capire cosa vuol dire davvero pedalare! E allora senti forte il desiderio, e forse hai la presunzione, di poter essere per chi pedala un sorso di acqua fresca tra una spinta sui pedali e l’altra. Un sorso d’acqua fresca al parco, all’asilo, sullo scivolo dei pirati, al polo sud, sulla luna o dovunque ai ciclisti verrà voglia di berne un po’! Con la tua famiglia, un sorso d’acqua fresca per loro che per te e la tua famiglia sono da sempre ACQUAEMMENTA…allo stato liquido e anche solido!"

1 commento:

  1. ps: grazie, perchè solo l'acqua fresca toglie la sete...che è una gran brutta bestia!

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