domenica 6 aprile 2014

Ri...chiamata alle armi



Articolo del 27marzo del Da Il Resto del Codino
“IMPROVVISO ATTACCO ALLA SALUTE DELL'ONCOPAPERA GUERRIERA.”
 Il 27 marzo alle ore 11  una bomba è esplosa mandando in frantumi l'agognata normalità della paperfamily: La risonanza ha evidenziato una massa sospetta  si teme una recidiva. Segue tempestiva sforacchiata del culetto spiumato, marker tumorale aumentato  e conferma: “L'OncoNemico sta lavorando in incognito, bisogna intervenire subito e poi passare all'armeria pesante”,  con queste breve conferenza stampa il colonnello pluridecorato Benvenuta Innominata richiama alle armi la truppa in congedo. D'altro canto nè Rambo2 né Commando riuscirono a vivere in incognito lontano dalla guerra... volete che ci riesca una Paperaccia che si crede un televisore anni '80 della Telefunken e vi vuole stupire con effetti speciali?
Segue un giorno di sconforto a testa dei due oncoveterani  che elaborano ognuno a suo modo il  ritorno al frONCHE: il primo giorno Papàpapero cade per qualche ora in uno stato  idrocatatonico chiuso in un bozzolo di lenzuolatrasformato in un unico gigantesco Kleenex. Il secondo giorno tocca a  Mammapapera, stacca a morsi le tende della cucina, frantuma un enorme bicchiere  vetro in un puzzle di vetro e si inerpica in una   bucolica scarpinata verso un macero di zanzare tigre e nutrie pachidermiche.
Ristabilito un vago ordine psichico e  constatato che Diagnosi Cura poteva ancora aspettare   i prodi oncogeniotori si sono messi la fascia del PAPERKAZE e urlando ONKOzai!!!!!! hanno caricato sulla Camiotta (nome proprio della papermobile) Papera e bagagli e via, destinazione Paperclinico. La Paperella,  ignara della nuova missione,  credendo di essere in reparto per una visita di cortesia, sfila  come una diva mostrando a tutti la sua nuova competenza di bipede scodata. Poi scende la sera... e non si torna a casa, ma ci si accomoda nella stanza di frontiera, l'unica oncocamera doppia,  si trova accanto al cartello fuori dai sacri Oncopropilei.  Tra i corridoi si narrano ancora miti di funeste battaglie  tra chirurghi e oncopediatri per conquistare quell'ambito baluardo.
Arriva la notte, e il sonno, e con esso  il silenzio, il ronficchiare atrasico  della papera, i rumori dell'ospedale. Un campanello che suona, un genitore al cellulare nel corridoio, l'allarme di qualche flebo intoppata, la voce dell' angoscia di Papàpapero. Paura. Tanta paura. Paura di una guerra nuova, la consapevolezza che  la truppa è ancora provata dalle fatiche della Prima Oncoguerra Mondiale. Paura del futuro. Paura di perdere, di perdersi. Paura di non farcela. La rabbia di non poter proteggere la Paperotta. La rabbia di essere di nuovo genitori a rate. La rabbia dei progetti saltati come puzzole in una profumeria. La surrealtà di un estate che passerà per la quinta volta  tra le mura di un ospedale.
Che dire Pensieri poco positivi, umani, cedimento, fase digestiva di un macigno. Papàpapero  si richiude  a bozzolo pronto a utilizzare il lenzuolo come Kleenex quando una voce infermieristica dal silenzio  sussurra “ Vi dobbiamo spostare di stanza. è in arrivo una bimba con la Febbre. Deve stare qui.” E' ovvio che  in un reparto di pediatria con 30 posti letto l'unico paziente ad essere spostabile è la pennutella! Dopotutto è una di famiglia! E così alle 00:00  i due eroi vengono paracadutati in un altra doppia di chirurgia  in compagnia di un piccolo Tarzan a cui hannp asportato l'  appendiCite.
La spiumata continua a dormire beata mentre il suo letto viene spostato,  mentre il povero Papàpapero, fornito di un tavolo in acciaio cromato e con le ruote si ritrova a traslocare le numerose carabattole della Papera vagando perduto come un clochard newyorkese per poi rismucchiarle al buio e rimettersi a letto accanto alla Papera ronfante, cercando di razionalizzare quella leggera sensazione di astio e malessere riguardo all'accaduto. “Ok ci sta anche lo spostamento la Papera, non è ancora immunodepressa, non deve ammalarsi prima dell'intervento,  l'hanno voluta  tutelare, e poi  ha continuato a ghirare  nonostante il ghiretto da una stanza all'altra.   Il giovane dott. Yiddish è stato come al solito cortese e molto disponibile a spiegare,  eppure rimane questa sensazione di dolore . Forse è il peso di sentirsi il perenne vincitore di piccole grandi sfigotterie, di “Grattaesevinciscappa”..no,  il problema  è un altro, semplicemente il sentirsi fuori posto. La Papera non ha né appendicite né dotti lacrimali occlusi, non ha male alle tonsille né il setto nasale deviato, no, la papera ha il Male Innominabile, e allora ....ti senti un monco in un recinto di zoppi, un chiwawa in una grotta di pipistrelli. Soli, lontani dal proprio mondo. Si sente l'Oncorichiamo provenire dal  fondo del corridoio. Ci si sente Smarriti, anormali e stanchi di sconvolgere e imbarazzare sconosciuti  con il racconto della  malattia della papera, gli altri non aspettano mai di sentirsi rispondere “un tumore” alla domanda “E cos'ha questa bella bimba?”. Hai bisogno del silenzio delle Oncosuite, dello sguardo di chi sa cosa stai provando perchè il barcone è lo stesso. Hai bisogno della tua gente, degli Oncogenitori. Compagni di sventura e gladiatori dell'impossibile. Hai bisogno della protezione del cartello di divieto d'accesso. Guardi con invidia  e tenerezza l'altro genitore che vive con preoccupazione l'intervento del proprio bambino, e con nostalgia ricordi le corse in ospedale per Bellacana, allora chiedi  di nuovo perdono alla Papera. Senti l'abbandono. Ripensi ai volti e alle voci di oncomedici e infermieri, maestre e volontari  realmente dispiaciuti, rammaricati... forse anche sorpresi, e  inconsciamente chiedi a loro di di infonderti nuova carica. Hai bisogno di sentire la loro energia vincente, vuoi con tutto te stesso che abbandonino il volto del rammarico. E' come se la notizia della recidiva avesse trasportato tutti   in un film muto, i personaggi di questo film sono tutti senza parole,  e ci sta, però così ti viene ancora chiuderti a bozzolo tra  lenzuola kleenex e piangere, e pensi che domani si riparte e con te ripartirà la nuova energia del mondo che  ha sostenuto e ha dato tanta energia alla paperfamily...
E poi la notte passa insonne, in bilico tra l'asola del materasso e una sponda abbassata, il risveglio alle 7 è  nello sguardo stanco e preoccupato di Mammapapera.
Il giro in barella, la Papera accoccolata tra le gambe di Mammapapera sembra il pilota di un biplano, il Paperone Rosso. E come da tradizione  il saluto alla papera prima che scompaia nei meandri del regno della dottoressa Chesichiamacomeunadellesorellastre, e l'odiata panchina dell'apnea. Le braccia svuotate dal peso della Papera,  il cuore appesantito dal dolore. L'arrivo dell'importantissima  Cumpa della chiruirgopanca: Zio Cocco e Tata Elena, un saluto della Mammadellabimbaconlecoccopantofole, un bivacco improvvisato. Il sedere ben piantato nelle antiche impronte, un occhio sempre a sorvegliare il corridoio, due risa sui personaggi che lo popolano e....  tutto il tuo mondo in quella stanza operatoria.
Dopo tre ore il verdetto “Abbiamo armato la papera  di Broviac, scodata del tutto, ora è pronta a combattere!”
Ok ! Allora adesso basta dolore. Basta lenzuola Kleenex, basta delusione. Ora si combatte!
La posta in gioco è alta e la voglia di lottare ora ancora di più.
La guerra è ridichiarata Papera! Hasta la victoria siempre!!!!!

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