Articolo
del 27marzo del Da Il Resto del Codino
“IMPROVVISO
ATTACCO ALLA SALUTE DELL'ONCOPAPERA GUERRIERA.”
Il 27 marzo alle ore 11 una bomba è esplosa mandando in frantumi l'agognata
normalità della paperfamily: La risonanza ha evidenziato una massa
sospetta si teme una recidiva. Segue
tempestiva sforacchiata del culetto spiumato, marker tumorale aumentato e conferma: “L'OncoNemico sta lavorando in
incognito, bisogna intervenire subito e poi passare all'armeria pesante”, con queste breve conferenza stampa il
colonnello pluridecorato Benvenuta Innominata richiama alle armi la truppa in
congedo. D'altro canto nè Rambo2 né Commando riuscirono a vivere in incognito
lontano dalla guerra... volete che ci riesca una Paperaccia che si crede un
televisore anni '80 della Telefunken e vi vuole stupire con effetti speciali?
Segue
un giorno di sconforto a testa dei due oncoveterani che elaborano ognuno a suo modo il ritorno al frONCHE: il primo giorno
Papàpapero cade per qualche ora in uno stato
idrocatatonico chiuso in un bozzolo di lenzuolatrasformato in un unico
gigantesco Kleenex. Il secondo giorno tocca a
Mammapapera, stacca a morsi le tende della cucina, frantuma un enorme
bicchiere vetro in un puzzle di vetro e
si inerpica in una bucolica scarpinata
verso un macero di zanzare tigre e nutrie pachidermiche.
Ristabilito
un vago ordine psichico e constatato che
Diagnosi Cura poteva ancora aspettare i
prodi oncogeniotori si sono messi la fascia del PAPERKAZE e urlando
ONKOzai!!!!!! hanno caricato sulla Camiotta (nome proprio della papermobile)
Papera e bagagli e via, destinazione Paperclinico. La Paperella, ignara della nuova missione, credendo di essere in reparto per una visita
di cortesia, sfila come una diva
mostrando a tutti la sua nuova competenza di bipede scodata. Poi scende la
sera... e non si torna a casa, ma ci si accomoda nella stanza di frontiera,
l'unica oncocamera doppia, si trova
accanto al cartello fuori dai sacri Oncopropilei. Tra i corridoi si narrano ancora miti di
funeste battaglie tra chirurghi e
oncopediatri per conquistare quell'ambito baluardo.
Arriva
la notte, e il sonno, e con esso il
silenzio, il ronficchiare atrasico della
papera, i rumori dell'ospedale. Un campanello che suona, un genitore al
cellulare nel corridoio, l'allarme di qualche flebo intoppata, la voce dell'
angoscia di Papàpapero. Paura. Tanta paura. Paura di una guerra nuova, la
consapevolezza che la truppa è ancora
provata dalle fatiche della Prima Oncoguerra Mondiale. Paura del futuro. Paura
di perdere, di perdersi. Paura di non farcela. La rabbia di non poter
proteggere la Paperotta. La rabbia di essere di nuovo genitori a rate. La
rabbia dei progetti saltati come puzzole in una profumeria. La surrealtà di un
estate che passerà per la quinta volta
tra le mura di un ospedale.
Che
dire Pensieri poco positivi, umani, cedimento, fase digestiva di un macigno.
Papàpapero si richiude a bozzolo pronto a utilizzare il lenzuolo
come Kleenex quando una voce infermieristica dal silenzio sussurra “ Vi dobbiamo spostare di stanza. è
in arrivo una bimba con la Febbre. Deve stare qui.” E' ovvio che in un reparto di pediatria con 30 posti letto
l'unico paziente ad essere spostabile è la pennutella! Dopotutto è una di
famiglia! E così alle 00:00 i due eroi
vengono paracadutati in un altra doppia di chirurgia in compagnia di un piccolo Tarzan a cui hannp
asportato l' appendiCite.
La
spiumata continua a dormire beata mentre il suo letto viene spostato, mentre il povero Papàpapero, fornito di un
tavolo in acciaio cromato e con le ruote si ritrova a traslocare le numerose
carabattole della Papera vagando perduto come un clochard newyorkese per poi
rismucchiarle al buio e rimettersi a letto accanto alla Papera ronfante,
cercando di razionalizzare quella leggera sensazione di astio e malessere
riguardo all'accaduto. “Ok ci sta anche lo spostamento la Papera, non è ancora
immunodepressa, non deve ammalarsi prima dell'intervento, l'hanno voluta tutelare, e poi ha continuato a ghirare nonostante il ghiretto da una stanza
all'altra. Il giovane dott. Yiddish è
stato come al solito cortese e molto disponibile a spiegare, eppure rimane questa sensazione di dolore .
Forse è il peso di sentirsi il perenne vincitore di piccole grandi sfigotterie,
di “Grattaesevinciscappa”..no, il
problema è un altro, semplicemente il
sentirsi fuori posto. La Papera non ha né appendicite né dotti lacrimali
occlusi, non ha male alle tonsille né il setto nasale deviato, no, la papera ha
il Male Innominabile, e allora ....ti senti un monco in un recinto di zoppi, un
chiwawa in una grotta di pipistrelli. Soli, lontani dal proprio mondo. Si sente
l'Oncorichiamo provenire dal fondo del
corridoio. Ci si sente Smarriti, anormali e stanchi di sconvolgere e
imbarazzare sconosciuti con il racconto
della malattia della papera, gli altri
non aspettano mai di sentirsi rispondere “un tumore” alla domanda “E cos'ha
questa bella bimba?”. Hai bisogno del silenzio delle Oncosuite, dello sguardo
di chi sa cosa stai provando perchè il barcone è lo stesso. Hai bisogno della
tua gente, degli Oncogenitori. Compagni di sventura e gladiatori
dell'impossibile. Hai bisogno della protezione del cartello di divieto
d'accesso. Guardi con invidia e
tenerezza l'altro genitore che vive con preoccupazione l'intervento del proprio
bambino, e con nostalgia ricordi le corse in ospedale per Bellacana, allora
chiedi di nuovo perdono alla Papera.
Senti l'abbandono. Ripensi ai volti e alle voci di oncomedici e infermieri,
maestre e volontari realmente
dispiaciuti, rammaricati... forse anche sorpresi, e inconsciamente chiedi a loro di di infonderti
nuova carica. Hai bisogno di sentire la loro energia vincente, vuoi con tutto
te stesso che abbandonino il volto del rammarico. E' come se la notizia della
recidiva avesse trasportato tutti in un
film muto, i personaggi di questo film sono tutti senza parole, e ci sta, però così ti viene ancora chiuderti
a bozzolo tra lenzuola kleenex e
piangere, e pensi che domani si riparte e con te ripartirà la nuova energia del
mondo che ha sostenuto e ha dato tanta
energia alla paperfamily...
E poi
la notte passa insonne, in bilico tra l'asola del materasso e una sponda
abbassata, il risveglio alle 7 è nello
sguardo stanco e preoccupato di Mammapapera.
Il
giro in barella, la Papera accoccolata tra le gambe di Mammapapera sembra il
pilota di un biplano, il Paperone Rosso. E come da tradizione il saluto alla papera prima che scompaia nei
meandri del regno della dottoressa Chesichiamacomeunadellesorellastre, e
l'odiata panchina dell'apnea. Le braccia svuotate dal peso della Papera, il cuore appesantito dal dolore. L'arrivo
dell'importantissima Cumpa della
chiruirgopanca: Zio Cocco e Tata Elena, un saluto della Mammadellabimbaconlecoccopantofole,
un bivacco improvvisato. Il sedere ben piantato nelle antiche impronte, un
occhio sempre a sorvegliare il corridoio, due risa sui personaggi che lo
popolano e.... tutto il tuo mondo in
quella stanza operatoria.
Dopo
tre ore il verdetto “Abbiamo armato la papera
di Broviac, scodata del tutto, ora è pronta a combattere!”
Ok !
Allora adesso basta dolore. Basta lenzuola Kleenex, basta delusione. Ora si
combatte!
La
posta in gioco è alta e la voglia di lottare ora ancora di più.
La guerra
è ridichiarata Papera! Hasta la victoria siempre!!!!!
Hasta siempre!!!
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