lunedì 4 settembre 2017

Give me five!!!

 GIVE ME FIVE…...ALL RIGHT!
Dammi un cinque Paperaccia, che l'hai dura la pelliccia!
Hai compiuto una mano!!!
Cinque come le dita di un tuo piedotto, e tu di passi ne hai fatti.
Cinque anche come le linee del pentagramma, su cui scrivere canzoni come quelle alternative che piacciono a te: “ Capelli che… cadonooooooo...”
Cinque come i minuti, quelli che che a volte vengono ai papergenitori quando, ad esempio, cercano per tutta la casa le chiavi della Camiotta (l’auto di Papàpapero) per poi scoprire di averle in tasca, o in mano ...o in frigo!
    Cinque come i cinque elementi di Platone: terra, fuoco, acqua, etere.
    Naturalmente cinque come anche le Winx: Musa, Stella, Bloom, Tecna e Flora (Aisha è arrivata dopo, nella seconda stagione) che accompagnano le tue bevutone di latte freddo sorseggiato come un grappino prima d andare a dormire.
    Insomma cinque come gli esseri viventi che compongono la Paperfamily (cane incluso)... escludendo blatte, formiche e ragni domestici.
    Cinque, cinque come i tuoi anni da Papera Guerriera, che a differenza di quelli dei cani non si moltiplicano per sette (o nel caso specifico del tuo quattrozampe per setter), né per qualsiasi altro numero, ma si moltiplicano semmai per esperienze, vite vissute, capitoli interrotti, chiusi, ricominciati. Ma soprattutto si moltiplicano per nuovi inizi.
    Papàpapero sorride ancora pensando a quando, durante l'ultima risonanza, a fine luglio, ascoltava le preoccupazioni di un vetusto paziente over 85 alla sua prima esperienza nella macchina dai rumori strani, mentre tu ,quattrenne, eri solo alla… alla…? all’ennesima.
Vita, vita… perché sei tu, vita, la rosa, pur con un’altro nome, conserverebbe comunque lo stesso profumo… ops, non shakespeariamo (non troppo almeno), è passato il tempo delle domande esistenziali sul perché e per come, qui ora ci si vuol stupire in pace del tempo che passa, che corre spettinando le rughe agli adulti e spruzza sviluppina sulle piume dei due fratellini.
Cinque anni, cinque anni nel 2017. Che fortuna! Eh sì, perché certe cose mica le decidiamo noi, nella legge selvaggia ed entropica legge della natura avrebbero potuto non esserci, questi cinque anni. Sarebbe bastata un’epoca diversa, neanche tanto eh, forse anche solo due decenni, forse solo uno. Sarebbe bastato nascere in un Nullistan qualsiasi di questa stessa epoca... E la papera avrebbe potuto non guarire. Non sopravvivere. Cosa sarebbe successo al frugolino nato con l’esofago storto e occluso e successivamente pluritumorato nella coda? che prospettive avrebbe avuto? forse qualche femminista sessantottina un po’ alternativa avrebbe usato la tua storia come denuncia contro le radiazioni di Hiroshima, o contro la guerra in Vietnam, avrebbe fatto stampare milioni di T-Shirt con la Papera Guerriera rubando al buon Che Guevara il premio della maglietta più venduta.
E il guaritore del Nullistan? forse invece ti avrebbe fatto sull’esofago un impacco di poltiglia di banane e frullato di l cimici albine, o forse ti avrebbero abbandonato nella rupe dei pennuti maledetti, spaventati da quella protuberanza sul culetto...
O forse semplicemente non sarebbe successo niente, non saresti riuscita a nutrirti e la tua vita sarebbe stata breve come il batter d’ali di una farfalla, come accade sovente nei Nullistan del mondo, e non ci sarebbe stata nessuna Papera Guerriera.
Invece,fortunatamente siamo qui. A contare uno alla volta questi cinque anni, così pieni e intensi, 1826 giorni, ogni giorno un immenso regalo che non appartiene solo a noi, ma anche ai medici e agli infermieri che ti hanno curata, agli amici e ai familiari che ci hanno sostenuto, appartengono alla ricerca, alla scienza, appartengono alle cavie che sono state utilizzate per la sperimentazione e ai ricercatori che hanno speso vite intere con l’occhio appoggiato al microscopio.
In questi giorni si fa un gran parlare di cure mediche necessarie o meno. Si parla molto di vaccini… è difficile non essere toccati da questo tema, ne sproloquiano persino Povia e Barbara d’Urso, vien spontaneo dire due paroline anche anche ai papergenitori.
Diciamo che tutto questo gran can can tra pro-vax e free-vax (che poi dovrebbero essere no-vax) li fa un po’ sorridere. Da un fronte all’altro volano improperi e malauguri, e molto spesso si leggono opinioni basate su di un nulla tale da rasentare l’assurdo, un po’ però li fa anche rabbrividire, questo teatrino, queste voci stereotipate e marionettistiche che acclamano la propria libertà di decidere senza regole, come se si trattasse di scegliere tra due paia di scarpe.   
Credo che questo succeda perché manca la consapevolezza del fatto che scegliere come curarci è un lusso moderno, siamo troppo giovani per ricordarci di qualche epidemia, la nostra generazione è la prima a non avere sul braccio il segno del vaccino contro il vaiolo. Ci ricordiamo i primi discorsi sull’Aids, la peste degli anni ‘90, ma ora non se ne parla più (e non è che sia passata eh, ma se non se parla non esiste), sembra un problema dell’Africa, lontano ( non è e non è mai stato così), comunque pare che non ci riguardi, non abbiamo tempo per queste cose, dobbiamo concentrarci sul nostro ombelico, sul nostro piccolo orticello, sull’infinitamente piccola probabilità che quello 0,00000000000000000000000001% di effetto collaterale tocchi proprio a noi e allora la medicina moderna diventa il male. Perché le medicine fanno male, i vaccini contengono metalli pesanti, la chemioterapia favorisce lo sviluppo di tumori… bè, lasciatevelo vero dire, sì, è vero! Noi oncogenitori abbiamo firmato consensi per terapie i cui effetti collaterali avrebbero potuto, in certi casi, essere paragonabili alla malattia che si cercava di debellare. In certi casi. In CERTI CASI! E l’abbiamo fatto, perché comunque il rapporto rischio/beneficio era ce a vantaggio del secondo. Vorrei che nessuno dovesse mai trovarsi in situazioni come queste, e mi sembra grottesco pensare che altrimenti non si possa capire davvero quanto dobbiamo alla scienza e alla medicina. Ma siamo nati dalla parte giusta del mondo, in un’epoca di benessere, stiamo bene, e allora non ce ne accorgiamo. Perché prendere farmaci? ci avvelenano e basta. Perché vaccinarsi, chi l’ha mai visto un poliomielitico? È tutto un interesse economico…
Mha, non so… e se fosse il contrario? La cura per una malattia grave di solito costa più del vaccino per prevenirla…
C’è molta confusione, e troppa arroganza, pretendiamo dalla scienza risposte esatte al millesimo e garanzie al 100%, perché non pretendere le stesse spiegazioni da tutte le voci del dibattito? Perché ad una parte è chiesto di fugare tutti i dubbi e all’altra solo di sollevarne? Non e presunzione esistenziale questa?
Si sta andando fuori tema, cosa c’entrano tutte queste pippe con il tuo compelanno Paperaccia? C’entrano, forse solo per noi papergenitori, ma guardandoti adesso, a cinque anni suonati, ripensando a tutto quello che abbiamo vissuto… beati quelli che nella vita non avranno mai bisogno di un dottore, ma fortunati noi che ne abbiamo incontrati alcuni tra i migliori, e che oggi siamo qui a progettare la tua festa anche grazie ai vaccini e alle cure per il cancro.
Tu, Paperina bella, dici che da grande farai la dottoressa, bè, cara mia, ne avrai da fare, restano ancora da scoprire, tra le altre cose, le cure per la superficialità e il vaccino contro l’ignoranza.

Buon lavoro!


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