Questo è l’Antepost
ossia un post che aggiorna ma che non ci
azzecca come una zecca allo zecchino d’oro con il vero Post… Insomma l’antepost
sono poche righe di aggiornamento che non c’entrano niente con il post
ufficiale, oppure possono servire per
introdurlo e spiegarlo, ma come ben sapete i papergenitori hanno la tendenza a
sbrodolare scivolando in un vortice di parole, fantasia, follia e a
perdere il senso, altre volte credono di essere comprensibili quando in
realtà si servono di riferimenti e citazioni chiare solo per loro e per i pazienti più gravi di Diagnosi e Cura. Perciò, se speravate di esservi liberati della
Paperfamiglia e delle sue mirabolanti avventure… NO, NADA, NIET, NINE! I papergenitori hanno ancora tanto da
raccontare! Vi sfiniranno, anche se in questo momento gli sfiniti sono loro,
tornare all’ Anormalità quotidiana è una
corsa/slalom a perdifiato ( no no, non è un errore di battitura, è proprio che
per alla nostra family la normalità così come normalmente intesa non
appartiene, chiedetelo allo spelacchiato pollo
di gomma fissato allo stipite della porta del salotto, al calco in gesso
dei denti di Papàpapero esposti come soprammobili assieme all’apparecchio di
quando aveva dodici anni, oppure al John Bonsai Jovi…).
Ridendo e scherzando
la Paperina si è appena tuffata nella nuova avventura da nidarola, Papàpapero
vede lo skyline del ritorno alla sua attività professionale sempre più
definito, gli oncoesami vanno bene, il
becco rattoppato è migliorato, la produzione di Tronky fecali è in ripresa, il
serbatoio liquidi è ancora un po’ in stand by, perciò… chissà, il sequel di
Ospedalando sarà Scateterando…
Il prossimo post sarà Lettera per un Oncogenitore da un
Oncogenitore, e nasce da due situazioni che hanno fatto scattare gli
spelacchiati neurocriceti che abitano nelle scatole craniche dei papergenitori:
la prima è stata la proposta informale della carissima volontaria Exoncostorica
(anche se per un genitore ….un tumore è come un diamante: per sempre!) che ha chiesto loro se la sentissero di cimentarsi nella stesura
di un incipit per il Manuale delle
giovani Oncormotte, ossia il prezioso
fascicolo dell’associazione Aseop che viene fornito alle nuove
famiglie non appena varcano la soglia
del reparto.
(Ora, non lo diremo a
nessuno, ma Papàpapero è pieno di idee per dare un caloroso benvenuto ai nuovi
arrivati, ad esempio li si potrebbe accogliere mettendo loro al collo una ghirlanda di cateteri e offrendo un cocktail
di benvenuto a base di Fizzsiologica Lemmon o Emoglobina Dry).
La seconda situazione
invece risale all’ultima volta che Papàpapero
ha accompagnato la Papera Guerriera ad Oncopaperologia, aspettando i
medici ha buttato un occhio dentro alla stanza 1 (ovviamente in senso
metaforico, sarebbe very pulp se al povero genitore della stanza arrivasse
addosso un saltellante bulbo oculare
mooolto moooooolto miope!) e ha visto un ovetto…. ( dicesi ovetto quella sorta di poltroncina per beboni che, nei primi mesi
di vita, funge anche da seggiolino auto ) un altro oncobaby ospite, a Papàpapero è sembrato di
essere il corridore di un’immaginaria staffetta nella quale stava per passare
il testimone... un testimone fantasma di una staffetta assurda, che avrebbe piuttosto voluto conficcarsi nel
cuore, non certo passarlo ad altre famiglie. Le parole sono uscite da sole, un
po’impacciate… tante cose avrebbe voluto
dire a quella mamma, ma un po’ la
timidezza, un po’ quel senso di inadeguatezza che certi momenti si portano
dentro ha appiccicato le frasi tra la gola e l’esofago, quasi come fossero di
caramella mou… o forse è l’atresia della
Papera ad essere contagiosa.
E così, in un istante,
è nato un post che ha avuto una lunga e non facile gestazione, che è costato
tempo, discussioni, correzioni e rivisitazioni, e che a dire il vero non è
ancora del tutto sistemato… perciò intanto ecco l’antepost!
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